Caccia e armi, le 4 regole d’oro per evitare incidenti

Dopo l’incidente con il fucile, costato la vita a Fiore Cialfi, si torna a dibattere di armi e sicurezza: “Le armi, come i martelli, i tablet o le penne bic, sono meri strumenti. Il problema non è lo strumento in sé, ma come viene usato”.
Con la morte del consigliere comunale di Montereale, Fiore Cialfi, si torna a dibattere di armi e sicurezza. IlCapoluogo.it ne ha parlato con Francesco Bottone, presidente dell’associazione sportiva Auro d’Alba: “Serve un approccio razionale e consapevolezza”.
“In materia di utilizzo armi ci sono due tipi di persone: chi ha già avuto uno sparo accidentale e chi lo avrà”. È una delle lezioni impartite da un sottufficiale istruttore delle Forze armate, nel corso di uno dei tanti momenti formativi finalizzati ad innalzare il livello di sicurezza e la consapevolezza nell’utilizzo delle armi da fuoco sulle linee del campo di tiro ‘Auro d’Alba’ di Schiavi di Abruzzo (CH). A illustrare i rischi e le modalità di gestione per IlCapoluogo.it è Francesco Bottone, presidente dell’omonima associazione che gestisce il campo di tiro abruzzese, nonché collega giornalista dell’ecoaltomolise.net. “Il rischio zero – spiega Bottone – non esiste, sia chiaro, ma non solo con le armi da fuoco: posso andare in montagna e rimanere ucciso precipitando in un dirupo, andare a pesca e affogare, utilizzare una motosega e rimanere con mani o dita amputate mentre faccio legna per il camino o semplicemente venire investito mentre passeggio davanti casa. Non per questo si chiudono le montagne, si vieta la pesca o si mettono al bando le motoseghe e le autovetture, ordinando rastrellamenti di patenti di guida. Serve un approccio razionale, non certo emotivo o peggio fanaticamente di parte. Le armi, come i martelli, i tablet o le penne bic, sono meri strumenti. Il problema non è lo strumento in sé, ma chi utilizza quell’arnese, con quali competenze e per quali finalità”.

Da qui l’importanza della consapevolezza e del livello di attenzione che deve essere sempre massimo: “In tema utilizzo armi basterebbe fare un solo nome per spegnere sul nascere qualsiasi discussione: Jeff Cooper. Per i non addetti ai lavori, si tratta di un ex colonnello della Marina degli Stati Uniti d’America, fondatore del tiro operativo moderno. Il colonnello Cooper ha codificato quattro semplici regole che, se applicate scrupolosamente, tendono ad azzerare il rischio di incidenti con armi da fuoco”.
Le quattro regole d’oro di Jeff Cooper.
“Prima regola, davvero la regola aurea: l’arma è sempre carica. Questo implica che devo maneggiare un’arma, che sia da fuoco, a piombini o softair e addirittura un giocattolo, non fa alcuna differenza, sempre come se fosse carica e pronta al fuoco. Significa che non punto mai l’arma verso me stesso o peggio contro qualcuno o qualcosa che non si voglia intenzionalmente colpire.
Regola numero due, appunto: non puntare mai un’arma verso qualcosa che non sei intenzionato a colpire. L’arma, quindi, deve sempre essere direzionata verso una zona sicura, nella quale, cioè, in caso di partenza di un colpo, non si arrecherà nessun danno a persone o cose.
Terza regola: tieni sempre il dito fuori dal grilletto. La pistola o il fucile non sparano da soli e soprattutto i colpi non partono, perché non sono esseri animati. C’è bisogno che qualcuno metta il famoso dito sul grilleto e lo prema, esercitando una pressione, altrimenti l’arma non spara da sola. Allora quando maneggio un’arma metto il dito sul grilletto solo ed esclusivamente quando sono pronto a fare fuoco in totale sicurezza.
E qui arriva la quarta regola: prima di fare fuoco, assicurati del bersaglio e di quello che c’è davanti e dietro allo stesso. Perché i proiettili ‘viaggiano’ e potrebbero colpire persone o oggetti posti nelle immediate vicinanze o dietro il bersaglio, con conseguenze intuibili e irrimediabili. Quattro regole che, se applicate sempre e costantemente, azzerano di fatto la possibilità di incidenti con armi da fuoco. Provate ad applicarne una soltanto, ad esempio, all’ultimo caso di cronaca… non ci sarebbe stata la notizia e sarebbe stato sicuramente meglio”.
Ma non ci sono solo le regole di Cooper: “Altre regole aggiuntive, da stamparsi nel cervello, sono: non maneggiare armi quando si è fatto uso di alcool, medicinali o droghe; caricare e scaricare l’arma in sicurezza, meglio se da soli e mai in casa alla presenza di altre persone; non lasciare l’arma a portata di altre persone, in particolare bambini; non sparare mai su specchi d’acqua, superfici dure o rocce; proteggi gli occhi e le orecchie quando spari; usa sempre il buon senso. Ultima regola, – conclude Bottone – coniata da me, in qualità di direttore di tiro e che non mi stanco mai di ripetere a chi viene a sparare per sport: la sicura, intesa come meccanismo dell’arma atto a prevenire lo sparo accidentale, non esiste; l’unica sicura è il cervello, sempre in modalità ‘acceso'”.