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Ricostruzione Centro Italia, Legnini saluta: 8300 cantieri conclusi, 10 miliardi di richieste contributi

10 gennaio 2023 | 13:54
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Ricostruzione Centro Italia, Legnini saluta: 8300 cantieri conclusi, 10 miliardi di richieste contributi

28mila le richieste di contributo per la ricostruzione di edifici privati danneggiati dal sisma del Centro Italia: Legnini illustra i numeri della ricostruzione. “Un futuro è possibile”

Sisma Centro Italia, 28mila richieste per i contributi destinati alla ricostruzione degli edifici privati, per un importo di oltre 10 miliardi di euro.
I numeri della ricostruzione e dell’attività svolta dall’ormai ex Commissario straordinario Giovanni Legnini. “Un futuro è possibile, ma è inutile ricostruire se poi i borghi si spopolano”.

Centro Italia – Sono quasi 28mila le richieste di contributo per la ricostruzione degli edifici privatidanneggiati dal terremoto che devastò nel 2016 il Centro Italia, per un importo di 10 miliardi e 24 milioni di euro. Lo si evince dal Rapporto di fine mandato presentato oggi dall’ormai ex commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini, alla presenza anche del neo commissario, il senatore Guido Castelli (Fdi). Dal Rapporto – i cui dati si riferiscono al quadro aggiornato al 31 dicembre 2022 – emerge anche che le richieste approvate dagli Uffici speciali sono pari a 15.737, con la concessione di contributi per 5 miliardi e 300 milioni. Mentre le somme erogate alle imprese, a fronte dello stato di avanzamento dei lavori autorizzati, hanno raggiunto i 2,4 miliardi di euro. I cantieri conclusi, a fine anno, sono 8.318cui corrispondono circa 20mila singole unità residenziali o produttive riconsegnate, quindi, a famiglie e imprese.

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Nel corso dell’ultimo anno le nuove domande di contributo presentate per la ricostruzione in Centro Italia sono state 6.064, per un valore di 3,4 miliardi. Circa 2.500 di queste domande sono state inoltrate in forma semplificata dai cittadini che beneficiano del contributo di autonoma sistemazione (Cas) o dell’alloggio nelle soluzioni abitative di emergenza, e che dovranno essere completate entro il 15 marzo 2023.I progetti approvati dagli Uffici regionali sono stati 3.581, con un contributo concesso di 1,6 miliardi di euro.
Nel 2022 sono stati portati a termine i lavori in 2.365 cantieri, che hanno riguardato la ricostruzione o la riparazione di circa 5 mila unità immobiliari.

Negli ultimi tre anni, da gennaio 2020 a dicembre 2022 – il tempo in cui è rimasto in carica il commissario Legnini – i progetti di ricostruzione e richieste di contributo presentati agli Uffici speciali della ricostruzione delle quattro regioni – Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria – sono stati 15.860, per un valore di circa 6 miliardi di euro. I progetti approvati sono stati 11.474, per un importo di 4,3 miliardi. I pagamenti alle imprese sulla base dei lavori effettuati sono ammontati a 2,1 miliardi. I cantieri conclusi in questi tre anni sono oltre 6.300,per quasi 15 mila singole unità immobiliari riconsegnate a famiglie e imprese.
Sul fronte della Ricostruzione pubblica si è passati dai circa 1.300 interventi finanziati con 1,8 miliardi dell’inizio del 2020, ai quasi 2.500 attuali, con un impegno di 3,6 miliardi di euro, in seguito all’ultimo ciclo di programmazione che ha interessato nuovi interventi di rigenerazione urbana connessi al danno da sisma per Lazio, Umbria ed Abruzzo, mentre il piano per le Marche, per circa 740 milioni di euro, è in corso di elaborazione da parte della Regione. A questi si aggiungono 1.251 chiese ed edifici di culto finanziati con ulteriori 800
milioni.

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La stima complessiva dei danni prodotti dal sisma 2016 al patrimonio pubblico e privato del Centro Italia colpito è pari a 26,5 miliardi di euro. Cifra destinata a lievitare a circa 28-29 miliardi di euro datol’incremento elevato dei prezzi dei materiali edili, registratonegli ultimi 12 mesi. È quanto contenuto nel Rapporto di fine mandato presentato oggi dalla Struttura commissariale. Alla definizione della stima, viene spiegato, si è arrivati attraverso le manifestazioni di volontà da parte dei cittadini che non hanno ancora richiesto il contributo e ai censimenti capillari condotti presso le amministrazioni locali e le Diocesi. Il danno all’ediliziaprivata è quantificato in 19,6 miliardi di euro, tenendo conto anche della spesa per la ricostruzione assicurata da fonti diverse dal contributo sisma come il Superbonus 110% alternativo. Il danno alle 4.631 opere e edifici pubblici danneggiati è stato stimato in 6,1 miliardi di euro, mentre quello delle quasi 2 mila chiese da riparare è pari a 1 miliardodi euro. Le risorse complessivamente stanziate dallo Stato per la ricostruzione dei territori colpiti ammontano a 16,7 miliardi di euro.

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Le Ordinanze Speciali

Le Ordinanze Speciali, che consentono la realizzazione delle opere pubbliche essenziali ricorrendo a deroghe mirate alla normativa generale, sono ormai 43, riguardano 750 interventi puntuali nei territori dei comuni maggiormente colpiti, ed impegnano complessivamente 1,61 miliardi di euro. Le somme trasferite per le Ordinanze speciali, a fine dicembre, erano pari a 288 milioni, più che raddoppiate rispetto ai 117 milioni di fine 2021. Per le prime Ordinanze speciali del 2021, e che hanno riguardato Camerino e l’Università, Amatrice, le scuole di Teramo e Ascoli, lo stato di attuazione degli interventi previsti è molto avanzato. Per quanto riguarda le Marche 7 interventi, dalla scuola di Poggio di Bretta ad Ascoli, all’ex Tribunale di Camerino, ad una parte dei dissesti di Pieve Torina sono stati già conclusi e collaudati, per altri 13 è in corso l’esecuzione dei lavori, e 30 sono ormai pronti ad aprire i cantieri. Per quanto concerne le Ordinanze Speciali di Lazio, Umbria e Abruzzo sono stati già aperti 30 cantieri, dalla Basilica di San Benedetto a Norcia, all’Abbazia di Sant’Eutizio, agli Ospedali di Cascia e Norcia. Altri 9 interventi sono in fase di appalto lavori (Allegati X e Y)

Le scuole.
Nel corso dell’anno è stato varato ed attivato il Programma straordinario per la ricostruzione di 450 scuole delle quattro regioni del cratere sismici. Per 229 di questi interventi ci si è avvalsi di un’unica procedura a gara aperta per la conclusione di Accordo quadro con gli operatori economici relativi alla progettazione e all’esecuzione dei lavori. Alla prima gara per la riparazione e ricostruzione degli edifici scolastici vincolati, oggetto di una sospensione a causa di un ricorso al Tar, sono risultati aggiudicatari 19 raggruppamenti composti da 41 imprese, mentre alla selezione per gli edifici non vincolati si sono registrati 39 raggruppamenti (105 imprese) aggiudicatari. I relativi documenti sono stati inviati ad Anac, che ne ha in corsol’esame, per le necessarie verifiche di legittimità, e la procedura è in fase conclusiva.

Le chiese e i beni culturali
Oltre al finanziamento dei lavori per il ripristino delle chiese danneggiate dal sisma (1.251 per circa 800 milioni di euro), e per la ricostruzione effettiva degli immobili di interesse storico, artistico e culturale, comprese, ville, castelli, mura urbiche, che ha meritato un’Ordinanza specifica (la 116), è stata posta particolare attenzione agli aspetti architettonici e della sicurezza. Sia con un dialogo costante e proficuo con la Sovrintendenza Speciale del Mibac, sia attraverso l’elaborazione di specifiche linee guida per gli interventi di riparazione e di ricostruzione degli edifici di interesse storico, culturale e delle chiese. Le prime promuovono l’adeguamento di omogenee metodologie tecnico-scientifiche da adottare per gli interventi di restauro e consolidamento, e l’applicazione, così come previsto dagli obblighi di legge, degli aspetti connessi ai requisiti di qualificazione di professionisti ed imprese (Allegato 8). Il secondo documento definisce le indicazioni per conseguire elevati livelli qualitativi nella progettazione e nella riduzione delle vulnerabilità sismiche per il conseguimento del massimo livello di sicurezza sismica raggiungibile compatibilmente con la tutela degli aspetti architettonici, storici e paesaggistici e di salvaguardia dei caratteri identitari.

I Comuni più colpiti

Nei comuni più distrutti, molti dei quali avevano scelto di seguire la strada dei Piani Urbanistici attuativi, si sono create solo negli ultimi due anni le condizioni per l’avvio concreto della ricostruzione, anche con i Programmi straordinari, assistiti in molti casi dalle ordinanze per le opere pubbliche essenziali in deroga via via emanate, fino al dicembre scorso. La pianificazione degli interventi più complessi, come ad Accumoli, Amatrice, Arquata si è conclusa nel corso dell’ultimo anno e sono stati varati i provvedimenti che permettono la realizzazione delle opere e delle infrastrutture necessarie anche per la delocalizzazione degli edifici che non sarà possibile ricostruire nel luogo originario. In alcuni comuni come Amatrice, Accumoli, Campotosto, Arquata del Tronto, Montegallo, Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Muccia, Camerino, Norcia, Preci e Cascia si stanno approntando cronoprogrammi puntuali, anche per la ricostruzione privata, che tengono conto dell’avanzamento dei cantieri pubblici e delle possibili interferenze.

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Nei comuni più colpiti del Centro Italia i ritardi hanno riguardato soprattutto la ricostruzione dei centri storici completamente distrutti, mentre nel resto del territorio comunale le attività sono molto più avanzate. Norcia ed Amatrice, che sono tra i comuni che hanno avuto i maggiori danni, si registrano oltre mille richieste di contributo per la ricostruzione, e parecchie centinaia di progetti approvati e cantieri già conclusi.
Il comune dove si registra il più elevato valore dei danni all’edilizia privata è Amatrice, con 1,2 miliardi di euro, seguita da Tolentino, con 950 milioni, Camerino, con 896 milioni, Norcia con 831, Ascoli Piceno con 712, Arquata del Tronto con 632 milioni, San Severino Marche, con 575 milioni, Teramo, con 412 milioni di euro. Tenendo conto anche degli edifici e le infrastrutture pubbliche, delle chiese Amatrice resta sempre al primo posto tra i comuni del cratere per entità dei danni subiti, pari a 1 miliardo e 355 milioni di euro. Al secondo e al terzo posto, riflettendo il valore elevato dei danni al patrimonio culturale e all’edilizia pubblica, vengono Camerino, con quasi 1 miliardo e 200 milioni di euro, e Norcia con 1 miliardo e 167 milioni di euro al patrimonio edilizio complessivo.

Ricostruzione Centro Italia, la semplificazione

I risultati ottenuti sul fronte della ricostruzione privata in questi tre anni sono frutto della profonda revisione e semplificazione della normativa e delle procedure che la governano, attuato attraverso le Ordinanze, varate dopo un confronto sistematico con le professioni tecniche, i sindaci, i rappresentanti dei cittadini e tutte approvate all’unanimità dalla Cabina di Coordinamento. Si è trattato di un processo molto intenso e profondo orientato alla semplificazione e sfociato nello scorso mese di dicembre nell’approvazione del Testo Unico della ricostruzione privata, il primo che si realizza nell’ambito di una ricostruzione di vasta portata. Con l’Ordinanza 100 di maggio 2020, ai tecnici incaricati dai cittadini di presentare i progetti, a fronte di un adeguamento delle tariffe, sono state attribuite responsabilità e funzioni più rilevanti, come quelle di certificare la conformità degli interventi e calcolare il contributo concedibile, mentre agli Uffici Speciali della ricostruzione delle regioni è stato dato quello di controllare, puntualmente e a campione, la regolarità delle pratiche e di garantire la corretta esecuzione degli interventi, valorizzandoli come soggetti attuatori di numerosi e decisivi interventi pubblici. Sono stati adeguati i compensi dei professionisti ed introdotte norme per accelerare il pagamento degli stati di avanzamento lavori alle imprese. È stata poi impostata una nuova disciplina del contributo per la riparazione degli edifici di interesse storico, artistico e culturale, e delle chiese, che oltre ad accelerare le procedure garantisce risorse congrue per questi interventi particolari. Sono state introdotte nuove regole per facilitare la ricostruzione nei centri più colpiti attraverso i Programmi Straordinari ed il superamento dei Piani Urbanistici attuativi. Dopo aver definito con l’Agenzia delle Entrate le modalità per utilizzare le detrazioni fiscali del 110% sulle ristrutturazioni edilizie a copertura della spesa non garantita dal contributo di ricostruzione, nel 2022 è stato adottato un nuovo prezzario per i materiali e le lavorazioni, deciso l’aumento medio del 20% del costo parametrico, che definisce il tetto massimo del contributo concedibile, prevedendo il suo adeguamento semestrale.

Gli effetti delle innovazioni introdotte sono già valutabili in modo concreto, e potranno evidenziarsi in modo ancora più marcato nei prossimi mesi. I tempi medi di approvazione dei progetti e delle richieste di contributo, dalla presentazione alla concessione del decreto, sono scesi da una media di 583 giorni nel 2019 a 130 giorni nel 2022. La riparazione degli edifici con danni lievi è stata conclusa, in massima parte, tra il 2020 ed il 2021, quella dei danni gravi è ormai ben avviata. Nel 2022 è stata programmata la presentazione delle domande per i residenti che beneficiano delle varie forme di assistenza, alla quale c’è stata un’adesione molto rilevante. In alcuni comuni la ricostruzione privata è ad uno stato molto avanzato.

Le parole di Legnini

Sono e sarò il primo tifoso della ricostruzione per i prossimi anni, bisogna allontanare le polemiche di ogni sorta perché è legittimo che il governo facciale sue scelte ed è legittimo che chi è preoccupato per il futuroe non condivide delle scelte lo faccia sapere, purché simantenga sempre nel perimetro della necessità di garantire unfuturo a questi territori“: così il Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma Giovanni Legnini ha idealmente passato le consegne al suo successore, il senatore Guido Castelli di Fratelli d’Italia, presente oggi alla presentazione del Rapporto di fine mandato.
Il passaggio formale ufficiale tra i due avverrà tra qualche giorno.Al senatore Castelli – ha aggiunto Legnini – faccio i miei migliori auguri e non sono rituali, c’èda coltivare l’interesse di chi soffre e attende da troppotempo“. Il Commissario uscente ha, inoltre ringraziato “tutti gli attori della ricostruzione – aggiungendo – Un futuro è possibile, si può essere fiduciosi“.
“Per garantire un futuro a questi territori – ha concluso Legnini – occorre investire sulla fiducia che habisogno di realizzazioni concrete”. Il commissario ha posto in particolare l’accento sul tema dello spopolamento, già in atto in molti comuni del cratere sismico da prima del terremoto: Inutile ricostruire se poi i borghi si spopolano, se poi questopatrimonio edilizio rinnovato, più sicuro, più sostenibile, nonviene utilizzato”, ha concluso Legnini.

sisma Centro Italia

Il sistema operativo della ricostruzione va mantenuto e rafforzato se possibile“: è quanto ha detto il senatore Guido Castelli, commissario in pectore della ricostruzione post sisma dell’Italia Centrale, intervenendo nella presentazione del Rapporto di fine mandato del commissario uscente, Legnini. “Tre cose si sonorese chiare nel tempo – ha spiegato Castelli -. La prima è che
la ricostruzione è una realtà dinamica che va continuamenteaggiornata, sottoposta a manutenzione e osservata perché quandosei convinto di aver raggiunto il risultato c’è qualcosa cherende magari vulnerabile quel risultato stesso. Adesso èimportante arrivare agli stati finali dei processi”, ha sottolineato. La seconda “è che la ricostruzione è una realtàdi relazione, è il frutto concomitante dell’azione ditantissimi. La terza – ha aggiunto – è che la ricostruzione ha un senso nella misura in cui si mantenga il flusso vitale deiborghi che dovremo ricostruire“.

“Dobbiamo sempre più allontanare lo spettro della casa ricostruita, ma vuota – ha sottolineato il senatore -. Lo abbiamo fatto fino adesso e lodovremo fare ancora di più, in tal senso ci aspettiamo molto dalFondo Complementare Sisma e dovremo concentrarci sui borghi menofacili da raggiungere. Dovremo lavorare per convincere ilsingolo nucleo famigliare a non mollare e a restare.
Lo
spopolamento – ha detto ancora Castelli -, è un tema che non riguarda solo il cratere ed è un ulteriore elemento aggiuntodella sfida che ci attende”. Parlando della ricostruzione dei territori più colpiti, il futuro commissario ha evidenziato come il terremoto del 2016 sia stata “una delle più grandi tragedie dell’Italia repubblicana”, e che il recupero di città e borghi “potrà essere un esempio nella misura in cui saremo in grado,non solo di ricostruire, ma di mantenere vive le aree interneche sono l’orgoglio di questa nazione e che rendono bello efunzionale l’Appennino centrale.
Castelli, intervenendo sugli Uffici speciali e sugli addetti dei Comuni impegnati nelle pratiche della ricostruzione, ha sottolineato come
“rappresentino un patrimonio fondamentale su cui dovremoconcentrare attenzione circa la necessità di dare continuità estabilità”.
“Un domani probabilmente saranno anche l’ossaturadelle pubbliche amministrazioni del Cratere, che hanno bisogno di
essere sostenute”, ha concluso Castelli, che non ha mancato di ringraziare tutti gli attori della ricostruzione ed evidenziare il lavoro svolto da Legnini.

Dati tecnici

I Programmi Straordinari di Ricostruzione. Dei 44 Comuni maggiormente colpiti dal sisma individuati all’art. 1 dell’ordinanza 101/2020 (che hanno facoltà di dotarsi di PSR) ad oggi sono 38 quelli che hanno formalmente manifestato tale intenzione, essendo presente almeno la richiesta di finanziamento a valere sul fondo ex art. 9, ordinanza 107/2020.
-10 PRS definitivamente approvati con decreto del Presidente della Regione – Vice-Commissario per la Ricostruzione: Accumoli, Arquata del Tronto, Camerino, Montegallo, Pieve Torina, Tolentino, Visso (fase 1), Cascia, Norcia, Preci), mentre 7 hanno acquisito il parere favorevole della conferenza permanente e sono in attesa del via libera definitivo dei Presidenti delle Regioni – Vice Commissari per la Ricostruzione (Campotosto capoluogo, Amatrice capoluogo, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, San Severino, Valfornace).
-10 proposte di PSR adottate dal Consiglio Comunale, ma ancora non inviate all’attenzione della conferenza permanente: Campotosto frazioni, Accumoli (delocalizzazione Fonte del Campo/Libertino), Amatrice frazioni, Caldarola, Force, Montefortino, Pioraco (delocalizzazione quartiere La Madonnetta), Sarnano, Ussita e Visso (fase 2).
-16 PSR tuttora in fase di elaborazione (tra cui l’unico caso di PSR intercomunale proposto da Leonessa, Posta e Borbona).

I Piani Urbanistici Attuativi
Le perimetrazioni ex ordinanza 25/2017 per le quali i Comuni, entro il termine fissato dall’ordinanza 111/2021, hanno confermato la volontà di dotarsi di PUA, sono 61.
– 37 PUA definitivamente approvati o in via di approvazione: 1 a Civitella del Tronto (Ponzano); 7 ad Arquata del Tronto, 4 a Caldarola, 7 a Castelsantangelo sul Nera, 2 a Cessapalombo, 1 a Gualdo, 2 a Muccia, 1 a Petriolo e 1 a Sefro; 8 a Norcia, 3 a Preci.
– 3 PUA adottati dal Consiglio Comunale e in procinto di essere sottoposti alla conferenza permanente: 2 a Camerino; 1 a Muccia;
– 21 perimetrazioni in cui il PUA non è stato ancora sottoposto all’attenzione del Consiglio Comunale per l’adozione, per cui è opportuno effettuare una verifica presso i Comuni della permanenza dell’effettiva utilità dello strumento urbanistico dato lo stato di avanzamento del processo di ricostruzione.
Le 3 delocalizzazioni di Accumoli (frazioni di Fonte del Campo e Libertino, frazione di San Giovanni e alcuni edifici del capoluogo) e Pioraco (quartiere La Madonnetta), inizialmente avviate come piani urbanistici attuativi, sono stati successivamente sviluppati, per la loro particolare complessità, come programmi straordinari di ricostruzione e oggetto di ordinanza speciale e sono quindi registrati nel report dei PSR.

La sicurezza
Particolare attenzione è stata posta sui temi della sicurezza delle abitazioni e del territorio. La ricostruzione, nelle aree interessate da dissesti idrogeologici, o dalle faglie attive e capaci, è stata condizionata alla preventiva verifica della reale pericolosità o alle opere di mitigazione del rischio. In particolare, grazie all’accordo con l’Autorità di Bacino dell’Italia Centrale e alla collaborazione dell’Ispra, sono stati conclusi gli studi di approfondimento su 295 aree interessate da dissesti idrogeologici, così come quello delle faglie, affidato all’Ingv e alle Università del territorio. La ricostruzione nelle aree interessate dalle faglie attive e capaci è stata per intero disciplinata, così come sono state decise e sono in fase di attuazione le prime delocalizzazioni importanti (Ponzano, Pescara del Tronto, alcune frazioni di Accumoli, Pioraco).

Il Testo Unico
Il nuovo corpo normativo, composto da 130 articoli e 15 allegati, non si limita a riordinare e semplificare ulteriormente le regole sula ricostruzione privata, con l’abrogazione di 550 disposizioni e 65 allegati contenuti in 62 vecchie ordinanze varate a partire dal 2016, ma introduce anche novità sostanziali, che puntano a una ricostruzione più semplice, attenta alle caratteristiche del territorio e alle esigenze dei cittadini. Vengono indicati i principi che orientano la ricostruzione, cioè speditezza e semplificazione amministrativa, legalità, trasparenza, partecipazione, e le sue finalità, che sono la sicurezza degli edifici e del territorio, sostenibilità ambientale, efficienza energetica, qualità architettonica, tutela e valorizzazione del patrimonio, sviluppo sostenibile. Vengono poi introdotte alcune norme per favorire il completamento della ricostruzione, ampliando gli strumenti a disposizione dei cittadini e consentendo ai Comuni di subentrare, in taluni casi, ai proprietari privati inerti. Il Testo, approvato con l’apporto decisivo degli Uffici Speciali regionali, dei sindaci e dei rappresentanti dei cittadini consentirà di disporre di regole stabili, facilmente conoscibili da tutti gli attori della ricostruzione, offrendo certezza nel tempo. Eventuali modifiche future saranno apportate con la tecnica della novellazione, facendo sì che il Testo resti “unico” anche in futuro (Allegato 11).

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