ABRUZZESI NEL MONDO |
Copertina
/
Cultura
/
L'Aquila
/

La prof. Laura Benedetti, un’intellettuale aquilana in terra americana

14 gennaio 2023 | 09:26
Share0
La prof. Laura Benedetti, un’intellettuale aquilana in terra americana

La professoressa Laura Benedetti è un’intellettuale a tutto tondo. Una vita di studi e ricerca che l’ha portata da L’Aquila fino in America.

In questa rubrica si è sempre alla ricerca di ritratti di personaggi veri, ma anche di tutto l’humus culturale e sociale da cui derivano, mostrando la stessa ricchezza dell’antica Terra degli Abruzzi, tanto unica e però piena di diversità. E cosi anche le sue figure femminili assumono un valore particolare, perché ne descrivono la stessa crescita ed evoluzione, di una società agro-pastorale arcaica, entrata però nella modernità, spesso più con le sue eccellenze individuali e declinate al femminile. La Prof.ssa Laura Benedetti, aquilana doc ne è un esempio virtuoso, come intellettuale a tutto tondo, che ha conquistato uno spazio rilevante nella cultura americana, ma mantenendo sempre vive le sue radici abruzzesi.

Non sempre questo abbiamo potuto raccontare nel viaggio intorno al mondo della nostra emigrazione, sia quella storica che la più recente, dalle matrici professionali, specie nel grande “Melting pot”, nel crogiuolo etnico, a stelle e strisce. In tal senso vanno ringraziati giornalisti e scrittori, come il nostro, Goffredo Palmerini, che ne hanno narrato le belle storie, in particolare sui diversi versanti dell’emigrazione, sia di partenza che di ritorno: questa oggi al centro delle riflessioni comuni, in vista dell'”Anno delle Radici” In tal senso, tutti i nostri “Ambasciatori d’Abruzzo nel Mondo”, presenti e futuri, debbono interpretare al meglio la ricchezza di tutta l’emigrazione, di successo e non, dai vari territori, capaci d’ interpretare sì la storia, ma altresì la modernità, coniugandone i valori di fondo, con il necessario pragmatismo. Laura Benedetti è una di questi protagonisti, avendo costruito un “cursus honorum” rilevante, dopo gli studi liceali nel nostro capoluogo, la Laurea in Lettere all’Università “La Sapienza” di Roma, da cui poi ha spiccato il volo internazionale, per perfezionare i suoi studi. Prima in Canada, ad Edmonton, alla “University of Alberta”, dove ha ottenuto un Master annuale e poi passando negli States, a Baltimora, per un Dottorato nella prestigiosa “Johns Hopkins University”, nonché con un impegno di studi e di ricerche accademiche, da manuale. Una formazione completa, che ha aperto alla Prof.ssa le porte delle docenze, presso importanti Università Usa, prima Harvard e poi Georgetown, dove è stata stabilmente incardinata nel Dipartimento di Italiano, arrivandone alla sua direzione. Questa ha lasciato una traccia indelebile nei suoi lavori, in collaborazione con l’Istituto Culturale Italiano, specie in occasione di eventi e conferenze sulla nostra cultura, su personaggi della levatura di Niccolò Machiavelli e Giovanni Boccaccio. Un intenso lavoro di ricerca e di docenza, che poi ne hanno fatto maturare la stessa consapevolezza di scrittrice, che ha prodotto diverse opere di rilievo, dalla saggistica alla narrativa, qui sottolineata, forse non a caso, con il suo libro “Il Paese di Carta”, con la sua genesi, “che nasce da tante sollecitazioni legate alla mia vita di emigrante, a cominciare dal titolo, che si riferisce al paese immaginario, che una persona lontana si costruisce con sogni, memorie, espressioni, racconti, letteratura”. Una confessione d’amore sconfinato verso la sua L’Aquila, che ha portato sempre nel cuore, in tutto il mondo, da far ricordare anche altre pagine letterarie d’autore, come quelle di “Fontamara”, di Ignazio Silone, riportate nelle tragedie del ‘900 e nel suo esilio politico in terra straniera, dove per rinascere come uomo e come scrittore, costruisce, trasfigurato, il suo paese natio, Pescina: “Mi rifugiai in Svizzera, trovandomi in condizione d’isolamento totale, nella quale scrivere fu’ per me crearmi in quella solitudine, un villaggio, nel quale abitare e ricreare i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, che erano la mia forza, dove c’era la riserva morale e religiosa”. Nelle sue opere Laura Benedetti riporta i suoi personaggi, specie femminili, come la matriarca Alice a riposare nella sua L’Aquila: “la città, che Alice aveva lasciato più di mezzo secolo prima”…”L’ultima scena del romanzo, alla Fontana delle 99 Cannelle, costituisce non solo un epilogo, ma anche un nuovo inizio, segnato dalla presenza dell’acqua e dalla sua promessa di rinnovamento, che sia di buon auspicio per una città, che dall’acqua trae il suo nome”. Come non condividere questa speranza, per tutta la terra abruzzese, specie ferita come quella aquilana, affinché dalla sua storia gloriosa possa nascere un nuovo Rinascimento, che avrà bisogno di tutti i suoi talenti, sparsi in ogni latitudine di questa Terra, divenuta tanto piccola.