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Separazione e divorzio più veloce con il rito unico

Separazione e divorzio più veloce con il rito unico in vigore da marzo che semplificherà molti passaggi. Ulteriore accelerazione dal 2025.

Meno tempo per dirsi addio e tornare single. La riforma Cartabia ha inserito il rito unico per separazioni, divorzio, affidamento dei figli delle coppie di fatto e procedimenti sulla responsabilità genitoriale.

Tra le novità anche la possibilità per il giudice di agire d’ufficio su ciò che riguarda minori e vittime di violenza. Ma soprattutto – e questo può interessare un maggior numero di coppie – durante il procedimento di separazione si può già presentare anche la domanda di divorzio. Risultato: porre la parola “fine” ad un matrimonio dovrebbe risultare più veloce.

Il Tribunale della Famiglia, che entrerà in vigore l’1 marzo è la prima fase di una rivoluzione che, salvo cambiamenti, dovrebbe completarsi a dicembre 2024, eliminando molti passaggi nelle cause di separazione e divorzio giudiziali e introducendo il rito unico in caso di abusi familiari sui minori e altri procedimenti civili relativi alla famiglia, come la sospensione della potestà genitoriale.

Per evitare la duplicazione di controversie e provvedimenti. Le nuove procedure, relative solo alle separazioni, riguarderanno tutti i processi instaurati dopo il 28 febbraio. Attualmente un procedimento di separazione giudiziale dura circa tre anni e mezzo. Ma si parla del primo grado. E i tempi adesso dovrebbero diventare più stretti. La riforma entrerà parzialmente in vigore con quattro mesi di anticipo, dopo il confronto con la Commissione Ue sul monitoraggio delle riforme previste dal Pnrr. Il governo, lo scorso 22 dicembre, con un emendamento alla legge di Bilancio, ha dunque deciso di anticipare l’applicazione del rito unico per separazioni, divorzi. Mentre in una fase successiva le modifiche riguarderanno anche gli altri giudizi civili che coinvolgono famiglia e minori, definiti con la riforma Cartabia. Di fatto però le nuove norme sono state spalmate in varie fasi. A giugno entreranno in vigore quelle sulla mediazione assistita, mentre solo nel 2025 saranno esecutive le disposizioni relative ai minori e sarà operativa la nuova sezione del Tribunale della Famiglia.
Il primo passo è l’eliminazione dell’udienza presidenziale. Tutti i procedimenti di separazione non cominceranno con una semplice istanza che prevede altri passaggi e produzioni, ma saranno introdotti con un ricorso, nel quale le parti dovranno immediatamente presentare tutta la documentazione relativa al procedimento, eventuali prove e la produzione documentale relativa alla situazione economico-patrimoniale. La legge prevede anche il deposito di un piano genitoriale che riguardi le attività quotidiane dei figli relative alla scuola e ad eventuali attività extrascolastiche, di frequentazioni dei parenti e un piano delle vacanze. Salta l’udienza presidenziale al termine della quale venivano stabiliti provvedimenti transitori. Il giudice procederà comunque a un invito alla mediazione può proporre una definizione motivata tenendo conto di tutte le circostanze e delle risultanze istruttorie acquisite. Sarà lo stesso giudice a nominare, a garanzia degli interessi dei minori, un curatore speciale.
A dicembre 2024, invece, sarà realizzata la seconda
La preoccupazione degli addetti ai lavori riguarda in primo luogo l’organizzazione e la mancanza di investimenti, con le carenze in pianta organica sia di giudici e che del personale amministrativo. Eppure le nuove norme prevedono una drastica riduzione delle deleghe ai giudici onorari, che nei tribunali per i Minorenni attualmente svolgono a tutti gli effetti il ruolo di giudice in parità con le toghe e compongono i collegi giudicanti.

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