Addio a Fabrizio Sciarra, dolore a L’Aquila e Cagnano

Due comunità sconvolte dalla notizia della morte, a soli 42 anni, di Fabrizio Sciarra. Il ricordo di Nando Giammarini.
Addio a Fabrizio Sciarra deceduto improvvisamente in ospedale all’Aquila ove era giunto in seguito ad un malore. Dopo la tragedia dell’Epifania a Marana di Montereale un altro fulmine a ciel sereno si è abbattuto, ieri pomeriggio, in Alta Valle dell’Aterno, gettandola nel dolore, a Cagnano Amiterno, suo paese d’origine.
E’ scomparso a seguito di un malore, probabilmente un infarto, Fabrizio Sciarra di 42 anni, dipendente di Abruzzo Engineering, oggi Abruzzo Progetti, e padre di una bimba di pochi mesi. Se è vero che la morte non conosce età ed il resto lo fa il destino è altrettanto vero che è innaturale che i genitori seppelliscano i propri figli. Seguendo una legge di natura dovrebbe essere il contrario: purtroppo non è così. La ferale notizia ha gettato nello sconforto due Comunità: quella di Cagnano Amiterno dov’era molto conosciuto e con una miriade di amici che lo stimavano e ne apprezzavano le tante qualità e quella aquilana ove viveva ed espletava , con saggezza e spirito di servizio, il proprio lavoro oltre all’impegno nel sociale. Tanti i messaggi cordoglio giunti alla famiglia. Questo il commento dell’Amministratore unico di Abruzzo Progetti, Andrea Di Biase:“La scomparsa di Fabrizio ci lascia senza parole. A nome dell’azienda, di tutti i colleghi che negli anni lo hanno conosciuto e che con lui hanno condiviso progetti, sfide, talvolta anche preoccupazioni, esprimo profondo dolore . Sarà difficile superare questo inaspettato trauma, siamo vicini ai suoi cari”. Toccante, e per alcuni versi commovente, il commento di Pietro di Stefano, amico sia del povero Fabrizio che di suo padre Alberto, ex Sindaco di Cagnano Amiterno ed ex Assessore alla ricostruzione del Comune dell’ Aquila – affidato ai social…”Ridare ordine dopo un pomeriggio di dolore e smarrimento, bisognerebbe riordinare ma come si fa? Esiste un ordine vero, cioè quello che fa accadere cose logiche appunto ordinate? Mi faccio queste domande quando la vita ti mette di fronte a cose assurde. La scomparsa di un amico, del figlio del mio amico, di quel figlio che a volte mi diceva scanzonato “tu sei il mio secondo padre”. Scherzava o diceva seriamente perché quando aveva cose serie e importanti ci teneva a dirmele per sentire il mio pensiero. Ecco, quando un fulmine se lo porta via a poco più di quarant’anni, proprio dentro l’ospedale dove era arrivato con le sue gambe e dove era andato all’avvisaglia di un malore in corso. Poco più di quarant’anni e una bambina piccola, la sua gioia e un po’ anche il suo ritratto per come me lo ricordo da piccolo quando il suo papà lo portava in giro e anche quando provavamo a giocare a tennis a Cagnano, con la pallina che finiva dentro una buca e solo le manine di Fabrizio riuscivano a riprenderla. Non c’è ordine da riordinare perché una simile tragedia ti lascia confuso a vita, a chiederti perché il destino si era appostato in modo così beffardo. E allora non resta che dirsi ciao, solo ciao perché addio proprio non ci riesce dirlo”.
A nome mio personale, da amico di gioventù del padre Alberto, e dell’Associazione rinnovamento di Cabbia di Montereale esprimo – ai genitori, alla compagna, alla piccina, che non ricorderà il padre, una volta cresciuta, a tutti i loro cari – sentimenti di sincero e profondo cordoglio per la prematura e dolorosa scomparsa del loro congiunto. Ciao Fabrizio, R.i.p.! Nando Giammarini.