Rubrica “Tutti i Santi giorni” del 16 gennaio: oggi si festeggia San Marcello I, patrono degli stallieri e degli allevatori di cavalli. Fu il 30° Papa.
Il 16 gennaio si commemora San Marcello I. Fu 30° vescovo di Roma e Papa, successore di Marcellino dopo circa 4 anni di vacatio sedis: in quegli anni le persecuzioni contro i cristiani erano ancora molto feroci tanto che probabilmente ne fu vittima nel 304 lo stesso Marcellino. Secondo il Catalogo Liberiano, San Marcello fu eletto papa dal clero romano intorno alla metà del 308. Alla sua ascesa al soglio pontificio, i luoghi di riunione e alcuni cimiteri erano stati confiscati ai cristiani e le attività interrotte per l’impossibilità professare la fede; inoltre, erano sorti diversi dissensi in seno alla comunità tra coloro che avevano abiurato durante le persecuzioni e pretendevano di essere riammessi in comunione senza professare atto di penitenza, i cosiddetti lapsi, e coloro che invece si opponevano a queste richieste. Non appena eletto Marcello si occupò della riorganizzazione della Chiesa: si apprende dal Liber Pontificalis che suddivise il territorio metropolitano in 25 distretti, assimilabili alle odierne parrocchie, a capo dei quali pose un presbitero per la preparazione dei catecumeni al battesimo, alla somministrazione delle penitenze, alle celebrazioni liturgiche e alla cura dei luoghi di sepoltura e della memoria.
San Marcello è ricordato in modo particolare per aver fondato il cimitero di Novella sulla Salaria, prospicente quello di Priscilla. Tuttavia, proprio a causa delle citate controversie con i lapsi, si formò una fazione avversa al papa e scoppiarono violenze nella comunità. L’imperatore Massenzio ritenne Marcello responsabile dei disordini e lo esiliò in un luogo tuttora ignoto. Questi avvenimenti si verificarono sul finire del 308 o all’inizio del 309, tanto che nel Catalogo Liberiano si parla del pontificato di San Marcello come “non più lungo di 1 anno, 6 (o 7) mesi e 20 giorni”. Marcello morì in esilio poco dopo aver lasciato Roma e fu subito venerato come santo; stando al Martirologio Geronimiano il suo corpo fu traslato a Roma e sepolto nel cimitero di Priscilla. Oggi i suoi resti sono deposti in un’urna di basalto verde presso l’altare maggiore della Chiesa di San Marcello al Corso.
Nel Liber Pontificalis e nel Breviario romano viene riportata un’altra versione della morte di San Marcello, come tramandata da una Passio Marcelli del V secolo: Massenzio, infuriato per la riorganizzazione della Chiesa operata dal papa, pretese da lui la rinuncia alla dignità episcopale e che sacrificasse agli dei pagani. Al suo rifiuto, Marcello fu condannato a lavorare come schiavo presso una stazione postale (catabulum) di Roma. Nonostante venisse liberato dal clero romano, fu nuovamente condannato per aver consacrato la casa della matrona Lucina presso la via Lata; la pena consisteva nell’accudire i cavalli ricoverati presso lo stesso catabulum. Per tale motivo San Marcello è considerato patrono degli stallieri e degli allevatori di cavalli. Raffigurato nelle vesti pontificie con il triregno sul capo, spesso è circondato proprio dagli animali, in particolare cavalli, a ricordo delle sue vicende agiografiche.
