Carcere L’Aquila, da quasi 30 anni roccaforte del 41 bis

19 gennaio 2023 | 07:40
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Carcere L’Aquila, da quasi 30 anni roccaforte del 41 bis

Storia e informazioni sul carcere dell’Aquila in cui è detenuto in regime di 41 bis il superboss Matteo Messina Denaro.

In funzione dal 1993, dal 1996 il carcere dell’Aquila ospita detenuti ristretti al 41 bis. Presente anche l’unica sezione femminile d’Italia.

Realizzata nel 1986 grazie all’impulso del sottosegretario abruzzese Domenico Susi, il carcere dell’Aquila, in località “Le Costarelle”, nella frazione di Preturo, rappresenta una roccaforte del 41 bis, il regime carcerario duro riservato a mafiosi e terroristi. In Italia sono 12 le carceri predisposte per questo tipo di regime, ma quello dell’Aquila rappresenta quello con più ristretti e l’unico con una sezione femminile.
Inizialmente, la struttura era stata progettata per 150 detenuti, ma poi la capienza tollerabile è stata definita fino ai 300, prevedendo la divisione tra detenuti comuni e sottoposti al 41 bis.
Il carcere ha 226 stanze di detenzione, altrettanti servizi igienici, 12 docce e 43 bidet, 3 sale colloqui e un’area verde. Completano la struttura un campo sportivo, un teatro, una palestra, una biblioteca, 3 aule e un locale di culto.
Ad oggi, sono ristrette circa 170 detenuti in regime di carcere duro, tra cui anche 12 donne. L’ultimo in ordine di arrivo, il superboss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, arrestato dai Carabinieri del ROS dopo 30 anni di latitanza. Tra le donne, si registra la presenza di Nadia Desdemona Lioce, delle Nuove Brigate Rosse.
Nel corso degli anni, il carcere dell’Aquila ha ospitato molti altri detenuti noti alle cronache nazionali e sottoposti a 41 bis per fatti di mafia (Cosa Nostra e ‘Ndragheta): da Totò Riina a Francesco Schiavone, detto Sandokan, a Leoluca Bagarella e Raffaele Cutolo, fino a Filippo Graviano e Felice Maniero, capo della Mala del Brenta.

Viaggio nel silenzio del carcere minorile dell'Aquila