Cronaca

Rissa in centro, perde l’occhio: confermata la condanna

Condannato a 10 mesi un giovane: durante una rissa in centro storico a L'Aquila, aveva lesionato l'occhio di un ragazzo con un taglierino.

La Corte d’Appello dell’Aquila presso i Minori dell’Aquila ha condannato un ragazzo accusato di aver provocato una lesione irreparabile all’occhio sinistro di un altro giovane aquilano dopo una rissa in centro storico, sfociata per questioni di gelosia.

“Non vi è dubbio che la parte offesa la sera dei fatti, al di là di quello che era stato percepito dai presenti, che in effetti non avevano avuto modo di vedere l’arma, era stato colpito con una lama affilata sul volto. E poiché il soggetto che lo aveva colpito sul viso era l’odierno imputato non vi è dubbio che quest’ultimo avesse in mano una lama, strumento atto ad offendere che aveva portato fuori la propria abitazione senza un giustificato motivo”, si legge nella sentenza della Corte d’Appello. La parte offesa è stata rappresentata dall’avvocato Massimiliano Venta, del foro dell’Aquila.

Il ragazzo condannato – come riporta Il Messaggero –  è il nipote di un collaboratore di giustizia siciliano residente nell’Aquilano. Il giovane, dopo una lite sfociata in centro storico su via Garibaldi, al culmine del litigio, ha tirato fuori il taglierino con il quale ha causato la lesione irreparabile. Per il collegio della Corte d’Appello – che ha confermato la condanna a 10 mesi di reclusione con la sospensione della pena, condizionata allo svolgimento di lavoro di pubblica utilità per la durata 4 mesi – “nessun accertamento è stato necessario al fine di verificare la compatibilità tra l’anello indossato dall’imputato (la difesa del giovane imputato ha infatti negato l’uso del coltello sostenendo che la lesione è stata provocata dal monile, ndr) e il taglio, sia perché sul punto le dichiarazioni del medico non lasciano margini a dubbi, sia perché il monile, tutt’ora in sequestro, appare, ad un semplice esame obiettivo, del tutto inidoneo per la mancanza di profili taglienti, a provocare una ferita da taglio con margini netti quale quella riportata dalla persona offesa”. In relazione alla legittima difesa, il collegio ha evidenziato “come i due ragazzi si sono picchiati reciprocamente fino a quando l’imputato ha colpito l’antagonista con un fendente sul viso. È davvero palese – proseguono i giudici – la sproporzione tra l’offesa e la reazione difensiva. Tale constatazione è sufficiente a determinare l’esclusione della legittima difesa la quale richiede appunto che la difesa sia proporzionata all’offesa. Non si è creata per l’imputato alcuna condizione di pericolo non fronteggiabile altrimenti se non con l’utilizzo di una lama dalle potenzialità lesive micidiali”.

(La foto allegata è di repertorio) 

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