Matteo Messina Denaro scovato dai ROS, la firma abruzzese sull’arresto

23 gennaio 2023 | 15:14
Share0
Matteo Messina Denaro scovato dai ROS, la firma abruzzese sull’arresto

Com’è stato scovato Matteo Messina Denaro: parla il colonnello del ROS, Rubino Tomassetti, originario dell’aquilano.

Il superboss Matteo Messina Denaro arrestato dai ROS. Al comando del Reparto Indagini Tecniche, il colonnello Rubino Tomassetti, aquilano di nascita.

C’è anche una “firma abruzzese” sull’arresto del superbossMatteo Messina Denaro, attualmente detenuto al 41 bis del carcere dell’Aquila. È quella del colonnello Rubino Tomassetti, comandante del Reparto Indagini Tecniche del ROS, aquilano di nascita e vissuto per un periodo a Collepietro, sulla Piana di Navelli. Nell’interessante intervista del collega Valerio Di Fonso, per ilgerme.it, il colonnello Tomassetti ripercorre le lunghe e complesse attività che hanno portato all’arresto del boss di Cosa Nostra, dietro cui “ci sono almeno dieci anni di lavoro condotti sul campo. Sono state fatte operazioni importanti che hanno indebolito il circuito che favoriva la sua latitanza. Gli abbiamo tolto le persone che lo potevano aiutare. Sono stati importanti anche i sequestri dei beni riconducibili a lui. Insomma, gli abbiamo levato la possibilità di muoversi in maniera più coperta, mettendolo in condizione di venire allo scoperto”. Quindi “il punto di svolta”, “grazie all’attività di intercettazione dei familiari. Ci siamo accorti dei riferimenti alla malattia in ambito familiare. Non hanno mai fatto riferimenti diretti al latitante. Investigando e ascoltando intercettazioni ambientali siamo riusciti a capire che tipologia di malattia lui avesse. A quel punto è stato avviato un lavoro di analisi, impegnativo e meccanico, poiché i malati oncologici sono censiti. Avevamo a disposizione una vera banca dati in cui sono elencate decine di migliaia di persone. […]Abbiamo dato un target per trovare il latitante: fascia d’età, fascia territoriale e medici che prescrivevano medicine per malati oncologici. Il tutto è stato incrociato grazie a dei software e nell’arco di 6 mesi abbiamo avuto tra le mani 22 persone che coincidevano ai parametri. Erano codici, in realtà. Per questioni di privacy non potevamo avere nome e cognome di essi, ma ad ogni codice era legata un’identità, e tra queste c’era anche Andrea Bonafede (alias Matteo Messina Denaro)”.
Per quanto riguarda invece i covi scoperti, “noi arriviamo all’abitazione di Messina Denaro con un accertamento catastale solo quando arriviamo al nome di Andrea Bonafede. Fare monitoraggio in quegli ambienti è rischioso. Significa esporti a lungo tempo. Noi del Ros seguiamo i movimenti in maniera tecnologica. Sappiamo quali sono i canali di comunicazione che usa. Quali sono le sue abitudini. Quando si sveglia e quando dorme. È un lavoro che richiede tempo e prudenza”.
“Oggi, con l’arresto di Matteo Messina Denaro, – conclude il colonnello – si chiude un’epoca. I latitanti di quel contesto mafioso, stragista, dei corleonesi, che hanno dichiarato attacco allo Stato, sono finiti. Fortunatamente. Cosa Nostra non ha più vertici di quel genere. Certo, la mafia non è finita. Ci sono delle famiglie mafiose, ma sono nuclei distaccati con l’unico interesse di fare denaro illegale e contrastare lo Stato, ma rimanendo invisibili. Oltre al lavoro in campo antiterroristico, l’obiettivo a carattere generale è il contrasto alla ‘ndrangheta. È una delle organizzazioni più potenti al mondo. Ha proiezioni su tutti e cinque i continenti”.

matteo messina denaro
Leggi Anche