Alimentazione e benessere

Fertilità e alimentazione: dieta e corrette abitudini di vita possono aiutare

Anche la dieta può aiutare e sostenere la fertilità: quali gli alimenti da prediligere o da eliminare? Ce ne parla, nel suo appuntamento fisso sul Capoluogo, la biologa nutrizionista Simona Di Pirro

Come sostenere la fertilità con la giusta alimentazione: i casi di infertilità sono sempre più in aumento sul territorio nazionale. Ma le giuste abitudini alimentari possono influire in modo importante ed aiutare a prevenire l’instaurarsi di problematiche più gravi.

Le cause dell’infertilità possono essere molteplici come aspetti socioculturali, economici o di salute. Oggigiorno una coppia su cinque ha difficoltà ad instaurare una gravidanza e, a differenza delle credenze popolari, non sempre la “colpa” è tutta della donna! Infatti, spesso la problematica riguarda l’uomo o entrambi i partner. I problemi spesso iniziano già in giovane età, quando durante l’adolescenza si possono instaurare problematiche alimentari come obesità o anoressia che, in aggiunta a cattive abitudini di vita come il consumo di alcol o fumo, getteranno le basi per futuri problemi di fertilità.
Le giuste abitudini alimentari possono influire in modo importante ed aiutare a prevenire l’instaurarsi di problematiche più gravi.
È ormai noto da numerosi studi scientifici che la dieta di tipo occidentale, ricca di grassi saturi e zuccheri, può avere un’influenza negativa sulla fertilità in quanto promuove uno stato di infiammazione ed un aumento dello stress ossidativo. Ricordiamo sempre che l’insulino-resistenza, figlia di cattive abitudini di vita, influisce sugli ovociti, sulla loro maturazione e la loro qualità. Uno stato di infiammazione che si prolunga nel tempo può alterare il ciclo mestruale, la produzione di ormoni sessuali, ridurre la percentuale di annidamento dell’embrione ed aumentare il numero di aborti spontanei.
Una buona alimentazione è fondamentale anche per mantenere una buona qualità degli spermatozoi che è indispensabile per poter fecondare l’ovocita. La fertilità maschile può essere alterata anche da tossine ambientali, infezioni, disfunzioni ormonali, esposizione ad inquinanti come metalli, pesticidi, solventi organici…o da carenze nutrizionali. Spesso la fertilità maschile è direttamente collegata ai livelli di vitamina D.
Una dieta ed uno stile di vita corretto possono regolare molte disfunzioni che rendono difficile il concepimento. Il mantenimento di un peso adeguato (indice di massa corporea compreso tra 20 e 24) favorisce una buona qualità spermatica che viene valutata in base a diversi fattori come motilità, morfologia e numero di spermatozoi.

Qual è allora la dieta migliore per la fertilità?
La letteratura scientifica indica come una dieta sana ed equilibrata che comprenda poca carne, una giusta quantità di frutta, molto pesce, abbondante verdura, una quota adeguata di legumi, pochi cereali (meglio se integrali), grassi e oli di buona qualità come l’olio EVO, sia la migliore per preservare la fertilità sia nelle donne che negli uomini. Insomma, ancora una volta la Dieta Mediterranea torna come strumento di salute e benessere.

Rispondiamo ora ai dubbi dei nostri lettori:

1) Cosa dobbiamo mettere sulla tavola per migliorare la fertilità di coppia?
Sicuramente non devono mai mancare cibi antiossidanti, quindi frutta e verdura possibilmente da agricoltura biologica per cercare di introdurre il minor quantitativo possibile di tossici; grassi di buona qualità che ci aiutano a veicolare le vitamine liposolubili (A, D, E, K, F), in particolare la vitamina E che troviamo negli oli vegetali, nei cereali integrali, nei legumi e nella frutta secca; minerali (calcio, fosforo, magnesio, sodio, potassio, cloro, zolfo, ferro, fluoro, iodio, rame, manganese, zinco, selenio…) che il nostro organismo non è in grado di produrre, ma sono fondamentali perché svolgono funzioni plastiche e bioregolatrici. Li troviamo nei legumi, nelle noci nei semi, nei funghi, nel pesce e nei cereali integrali. Gli omega 3 aiutano a ridurre gli stati infiammatori che spesso contribuiscono all’infertilità e che troviamo nel pesce e nelle alghe.

2) Quali sono gli alimenti da limitare?
Il latte, preferibilmente intero, ed i formaggi vanno consumati in quantità modeste, sempre da agricoltura biologica per evitare di introdurre quantità eccessive di ormoni ed antibiotici; i dolci soprattutto quelli industriali che contengono conservanti, coloranti, additivi e quantità generose di zuccheri sono da riservare alle occasioni per evitare pericolosi picchi di insulina che danneggiano gli ovociti; i carboidrati vanno limitati ad un paio di volte a settimana e comunque sono sempre da preferire quelli integrali; la carne rossa, pur apportando acidi grassi e proteine essenziali, se non proviene da allevamenti in cui gli animali vengono nutriti di sola erba, può apportare un quantitativo di tossici importante.

3) Cosa invece si deve assolutamente evitare?
Il fumo di sigaretta crea gravi danni alla fertilità portando ad un abbassamento dell’età in cui si presenta la menopausa. Gli studi scientifici portano a ritenere che l’esaurimento precoce degli ovociti sia direttamente collegato alla quantità di sigarette utilizzate dalla donna. Inoltre, il numero di aborti spontanei nelle fumatrici è superiore rispetto alle non fumatrici sia se le gravidanze sono di origine naturale sia se si sono instaurate a seguito di fecondazione assistita. Negli uomini il danno è principalmente a carico della qualità del liquido seminale che viene danneggiato anche in caso di sovrappeso in quanto il grasso sottocutaneo riduce la quota di testosterone circolante. Anche le radiazioni elettromagnetiche (telefoni cellulari, wifi…) che aumentando il calore a livello locale, possono danneggiare sia il DNA degli spermatozoi sia la loro capacità di muoversi.

4) Si sente parlare spesso di integratori per la fertilità, sono efficaci?
Esistono varie strategie per aumentare le possibilità di instaurare una gravidanza. La prima è sicuramente una dieta equilibrata e personalizzata che tenga conto anche delle varie patologie che possono essere presenti. La seconda è l’utilizzo di integratori e farmaci che aiutino la fertilità femminile. Tra i principali integratori, vi sono il complesso delle vitamine B, l’acido folico, l’inositolo ed il manganese. Anche l’omeopatia può essere d’aiuto quando le cause dell’infertilità sono di origine funzionale. L’agopuntura può essere utilizzata per aumentare le probabilità di successo della fecondazione in vitro abbassando i livelli di stress e regolarizzando gli ormoni della donna che accoglierà l’embrione e inizierà una gravidanza.

5) La dieta mediterranea è l’unica proposta possibile?
No. In realtà il nutrizionista valuta sempre tutti i protocolli dietetici a disposizione modificandoli e adattandoli al singolo caso in quanto ogni persona è unica e molte volte presenta già patologie che riducono le possibilità di diventare genitore. La dieta mediterranea predilige alimenti a basso indice glicemico, grassi mono e polinsaturi e proteine prevalentemente vegetali. Questa dieta è molto efficace in casi di obesità o sovrappeso; infatti, migliora l’assetto ormonale che influisce sul sistema riproduttivo. Quando l’eccesso di peso è importante, si è rivelata vincente per migliorare la fertilità la dieta chetogenica. Data la complessità di questa dieta, è necessario però essere seguiti da un professionista della nutrizione; infatti, viene proposto un percorso nutrizionale che prevede una importante restrizione giornaliera a carico dei carboidrati mantenendo inalterato l’apporto proteico e in cui la nuova fonte di energia è data dai grassi e non dallo zucchero! Quindi, in una dieta di questo tipo non possono mancare olio d’oliva, frutta secca, semi e pesce azzurro. La dieta chetogenica risulta efficace perché interviene sia sui livelli di insulina che sulla riduzione della massa grassa. Essendo una dieta antinfiammatoria, protegge dallo stress ossidativo, sostiene i mitocondri (centrali energetiche delle cellule), favorisce la qualità degli ovociti e degli spermatozoi oltre a preparare un terreno migliore per l’impianto uterino dell’embrione.

Molto si può fare per aiutare le coppie che desiderano avere un bambino. Il lavoro congiunto del ginecologo, dell’endocrinologo e del biologo nutrizionista possono fare la differenza nell’affrontare un percorso difficile quale è la ricerca di una gravidanza. L’alimentazione fa parte delle strategie a disposizione ed è importante utilizzarla al meglio.

La Dott.ssa Simona Di Pirro, Biologa Nutrizionista, è ospite de “Il Capoluogo” con una sua rubrica quindicinale. Potete suggerire temi o fare delle domande scrivendo alla redazione del Capoluogo. La dottoressa Di Pirro è laureata presso l’Università degli Studi dell’Aquila in Biologia della Salute e Nutrizione con lode, ha frequentato la scuola di alta formazione in Micoterapia (utilizzo dei funghi medicinali) presso l’Università di Padova e la scuola di alta formazione in Microbiota umano in collaborazione con l’Università di Pavia. È inoltre consulente per l’igiene degli alimenti e gestione del sistema HACCP.
La dottoressa propone ai suoi pazienti un approccio nutrizionale basato sulla medicina funzionale presso i suoi studi dell’Aquila e di Avezzano.
Questi invece i suoi riferimenti social:
-pagina facebook: Dott.ssa Simona Di Pirro Biologa Nutrizionista
-instagram: simonadipirronutrizionista

Simona Di Pirro
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