L’emancipazione della donna attraverso l’istruzione: la “rivoluzione” di Sant’Angela Merici nella rubrica “Tutti i Santi giorni” del 27 gennaio.
Il 27 gennaio ricorre la memoria facoltativa di Sant’Angela Merici. Sant’Angela Merici nacque a Desenzano del Garda il 21 marzo 1474, da Giovanni e Caterina dei Bianchi di Salò. La sua vita fu costellata da lutti patiti in giovane età: rimasta orfana, insieme alla sorella, ancora fanciulla, si trasferì a casa dello zio, ma ben presto Angela perse anche loro, restando da sola.
La giovane era convinta dell’importanza di istruire le ragazze ai rudimenti della religione cattolica tanto che trasformò la sua casa in una scuola dove insegnava il catechismo a delle fanciulle di Desenzano. La figura di Sant’Angela Merici ebbe una portata quasi rivoluzionaria nell’ottica dell’emancipazione della donna che lei affermava implicitamente: attraverso l’educazione era possibile rompere il sistema preordinato dell’epoca, in cui alle donne non era consentito di accedere all’istruzione, se non all’interno dei conventi.
Il racconto agiografico narra che mentre Sant’Angela Merici era in estasi, ebbe una visione della Scala celeste: vide il cielo aprirsi e lungo una scala, che univa cielo e terra, una processione di angeli e vergini a coppie alternate, che le preannunciavano che sarebbe stata la fondatrice di una Compagnia di vergini che avrebbero speso la loro vita nell’educazione religiosa delle giovani; prendendo spunto dall’esperienza mistica, fondò una scuola a Desenzano e una a Brescia nel 1516.
Il 25 novembre 1535, Angela scelse 28 giovani illibate e pose le fondamenta dell’ordine delle Orsoline in una piccola casa nei pressi della Chiesa di Santa Afra a Brescia. La Regola della Compagnia delle Dimesse di Sant’Orsola – dimesse perché non vestivano l’antico e nobile abito delle monache – fu approvata l’8 agosto dell’anno seguente da Lorenzo Muzio, Vicario Generale del Vescovo di Brescia, l’allora cardinal Francesco Cornaro. Il 18 marzo 1537 Angela venne eletta Superiora e Madre Generale a vita.
La scelta di Sant’Angela Merici di creare una Compagnia di vergini operanti nel mondo e non al chiuso nei conventi fu dirompente, tanto che subito dopo la sua morte le Dimesse non sempre venivano accettate di buon grado. Fino ad allora il ruolo principale della donna era stato garantire la discendenza ai mariti, o al limite consacrarsi alla vita spirituale nei conventi, sia per reale vocazione sia per necessità dinastiche. L’unica alternativa possibile era quella più miserabile: diventare prostitute nei postriboli o al seguito degli eserciti. Angela offrì per la prima volta una via d’uscita a quelle donne che non volevano legarsi in matrimonio, o che, pur di fede ardente, non potevano entrare nei conventi perché troppo povere o restie all’essere escluse dal contatto col mondo. In questo modo si iniziò a scardinare il ruolo della donna che ora poteva trovare un proprio spazio alternativo, e che la rendeva parzialmente indipendente da padri, mariti e dagli ordini ecclesiastici fino all’ora riconosciuti.
Sant’Angela Merici muore il 27 gennaio 1540; la Compagnia contava già circa 150 figlie. Il suo corpo venne sepolto nella chiesa di Santa Afra a Brescia. Fu beatificata nel 1768 da Clemente XIII e proclamata santa il 24 maggio del 1807 da Pio VII; nel 1861 papa Pio IX ne estese il culto a tutta la Chiesa cattolica.
Le immagini che ritraggono Sant’Angela Merici sono prevalentemente legate alla visione della Scala celeste, o mentre insegna a giovani fanciulle che si raccolgono attorno a lei nell’abito dell’Ordine delle Orsoline.
