Grandangolo

Silvio Paolucci e il congresso PD: “Il partito oggi ha una carta d’identità”

Paolucci e i lavori del Congresso: dalla rinascita del partito, all'appoggio a Bonaccini, ma anche uno sguardo al futuro con le regionali all'orizzonte.

Quattro candidati alle primarie, quattro idee di Partito? Il Capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, ospite del nuovo appuntamento di “Grandangolo”. Il Congresso del Partito Democratico e gli scenari futuri: l’intervista.

“Qualche giorno fa è stato sottoscritto il manifesto del nuovo Pd su cui si sono ritrovati tutti e 4 i candidati, quindi c’è già stata una prima sintesi. Evidentemente a conclusione di questo percorso congressuale, il partito si rilancerà con la nuova Assemblea e la rinnovata Segreteria nazionale. Abbiamo appena cominciato, ma le mozioni sono già vicine e riunite. Ritengo che sia un Congresso complicato – aggiunge – in primo luogo per i recenti risultati elettorali. Poi c’è il senso di solitudine, per non essere riusciti a costruire alleanze. A ciò si aggiunge un percorso a mio parere troppo lungo: contesto che il congresso sia arrivato a tanti mesi di distanza dalle elezioni. Tuttavia, quando si avvicina il momento del confronto, si rivitalizza la vita politica del partito.
Partito che, tengo a sottolinearlo, resta comunque quello che, nel nostro scenario politico, risulta il più strutturato. Abbiamo cambiato innumerevoli segretari, gli altri hanno gli stessi leader da 30 anni”. Queste le parole di Silvio Paolucci, ospite della trasmissione Grandangolo.

Quattro mozioni in campo: lei è responsabile di quella di Bonaccini in Abruzzo? E quali differenze riscontra tra Bonaccini e gli altri?
Si può dire che ne sono stato coordinatore più nei fatti che in quanto a ruoli preassegnati. Bonaccini ha pensato di mettere in campo una rete che partisse dal basso, posizione che ho condiviso. La proposta di Bonaccini arriva dai territori, precisamente nasce dall’amministrazione di una regione in cui si è fatto conoscere e apprezzare come Presidente. Ha avuto, inoltre, un lungo corso nel partito dal punto di vista della formazione politica. È stato Segretario regionale in Emilia Romagna, ha le competenze adatte e, in aggiunta, mette in campo principi e contenuti chiari, identitari, uniti alla voglia di non essere subalterno a nessuno, neanche a eventuali future alleanze. Il Congresso deve rendere il Pd forte e centrale, per avviare un lavoro che dovrà portare a farci riacquistare voti“.

Se vincerà Bonaccini, il 26 febbraio, quale sarà la direzione assunta dal Pd?
“Dovrà mettere in campo una proposta politica chiara per rappresentare maggiormente la società e intorno a quei contenuti si dovranno costruire alleanze con i soggetti politici che ci sono più affini. Questo è il punto. Il suo è un progetto chiaro, vale la pena portare avanti una posizione politica radicale, c’è una carta di identità adesso che ci contraddistingue”.

Quali sorprese potrebbero venir fuori all’interno dei circoli?
“Io credo che non sia facile fare sondaggi in queste primarie, ma posso confermare che c’è un orientamento che anch’io ravviso tra gli iscritti. Il 26 Bonaccini e Schlein si contenderanno la segreteria, questo posso dirlo ad oggi“.

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