Michele Santoro: La speranza è una idea di libertà

29 gennaio 2023 | 20:18
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Michele Santoro: La speranza è una idea di libertà

Michele Santoro a Giulianova. Tutto esaurito al Kursaal per la prima tappa nazionale del monologo “La speranza al potere. Il sogno di un partito che non c’è”.

Michele Santoro: dall’arresto di Messina Denaro, alla guerra in Ucraina, a Zelensky a Sanremo, al Governo Meloni: un racconto ordinato di una realtà spesso caotica.

MICHELE SANTORO A GIULIANOVA – Un palazzo Kursaal gremito, come non si vedeva da un po’: attesissimo il monologo di Michele Santoro che ha scelto proprio Giulianova per la sua tappa zero di un tour che parte proprio dalla città teramana.
“La speranza al potere. Il sogno di un partito che non c’è” – questo il titolo del monologodel giornalista accolto con un caloroso applauso: “Queste sono prove tecniche, ma anche spirituali, di trasmissione. Ho bisogno di guardare in faccia le persone, di sentire i battiti del cuore della gente. Oggi parlare male di politica è troppo semplice, parliamo invece di ciò che possiamo fare e sperare” – comincia così Santoro offrendo numerosi spunti di riflessione per tutto il monologo.                                                                                                                Troppo facile, dinanzi alla scissione tra disillusione e speranza, parlar male di quel che c’è. Più difficile, ma più accattivante, provare a decifrare il desiderio collettivo di ciò che si vorrebbe che fosse, provare a sognare ” il partito che non c’è”.
Non risparmia nemmeno la comunicazione, o meglio, il modo di fare comunicazione: “Per sette giorni siamo rimasti sequestrati in quel vicolo, dove è stato arrestato Matteo Messina Denaro. Non penso a complotti, credo sia una brillante azione di polizia, certamente. Ma la spettacolarizzazione è stata eccessiva. Nessuno ci ha spiegato però, cosa sia Cosa Nostra oggi”.
Zelensky va a Sanremo? E’ stata subito polemica su tutte le trasmissioni tv. “Io non manifesterò contro questa presenza. Per me c’è un nemico ancora più grande di Zelensky e di Putin: la guerra. Stiamo perdendo di vista la realtà: ogni volta ci troviamo di fronte un signore che decide di sparare un missile o di fornire armi. Subiamo tutto questo: vorrei qualcuno che rappresentasse gli italiani e dicesse che di armi lì non ne dobbiamo mandare”.
Sapete cos’è l’orologio dell’Apocalisse? “Mancano 90 secondi alla fine del mondo. E noi continuiamo a bombardare. Perché? Per costruire un muro tra noi e la Russia, che è Europa!”
Altri muri si stanno abbattendo: “Il Governo sta guardando l’Algeria, per via del gas. Prima della Meloni lo aveva capito già Draghi”.
Perché abbiamo una classe politica scadente?“Non ce l’ho con la Meloni che è la persona che ha più tenacia. Ma con i tecnici che ci governano da 10 anni. Dico ai giovani: uscite dai social, riconnettetevi alla realtà. La spinta deve venire da noi, connettiamoci a un progetto. La speranza è una idea di libertà. Io credo nella volontà popolare”.
Hanno preceduto l’ incontro con il giornalista, data zero di un ciclo di incontri italiani,  i brevi interventi di Alessandra Angelucci, organizzatrice della rassegna “Parole in circolo” che ospita l’ evento, e dell’ assessore alla Cultura Paolo Giorgini. Entrambi hanno ringraziato il direttore della sede Rai abruzzese Massimo Liofredi, e Valerio Di Mattia, che ha curato i contatti.

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