Giovanni Rogato e una vita da arbitro: impegno e soddisfazioni

L’intervista del Capoluogo.it al giovane arbitro Giovanni Rogato: un esempio positivo per tutti i ragazzi che vogliono seguire le loro passioni e trasformarle, in futuro, in un lavoro pieno di soddisfazioni.
Esordio in seconda categoria per il giovane arbitro aquilano Giovanni Rogato: classe 2004, domenica 29 il promettente fischietto aquilano è sceso in campo nello stadio comunale di Scoppito per la prima volta come arbitro in questa categoria. Un match diretto con consapevolezza e una giusta dose di severità, doti che che gli sono valse i complimenti dell’osservatore.
Il Capoluogo ha intervistato il giovane arbitro aquilano perché riteniamo che possa essere un esempio positivo per tutti i ragazzi che vogliono seguire le loro passioni e trasformarle, in futuro, in un lavoro pieno di soddisfazioni. La vita di un arbitro non è facile: bisogna allenarsi duramente tutti i giorni per sostenere i ritmi delle partite e occorre fare delle rinunce, limitando o abolendo il fumo e l’alcool. Ma proprio per questo abbiamo voluto approfondire la scelta di questo ragazzo, lontano dagli stereotipi dei giovani interessati solo a divertirsi senza regole. “Ho cominciato ad arbitrare quasi per caso, grazie ad un mio amico”, dice Giovanni Rogato ai microfoni del Capoluogo. “Inizialmente ero scettico, temevo le critiche. Pian piano però ha prevalso la passione e con il tempo ho acquisito sempre maggior sicurezza che mi ha permesso di svolgere questa attività al meglio”. Un consiglio a tutti gli aspiranti arbitri: “Siate forti mentalmente, così da riuscire ad affrontare le pressioni e le critiche da parte dei giocatori e del pubblico. Inoltre è fondamentale sviluppare la capacità di prendere decisioni immediate, che siano giuste o sbagliate, perchè in questo lavoro è impossibile esitare”.
Non ci resta che fargli un in bocca al lupo e augurargli un rapido accesso alla prima categoria.
