Cronaca

Incidente in galleria sulla A14, tre vittime

Incidente stradale nel tratto ascolano dell'A14: tre vittime. Si tratta dell'atleta paralimpico Andrea Silvestrone e dei suoi figli

Incidente in galleria con tre vittime in A14 a Grottammare. 

Un incidente stradale mortale nel tratto ascolano dell’A14, direzione Bologna, ha coinvolto più mezzi nella Galleria Castello a Grottammare (Ascoli Piceno), tra cui un’auto su cui viaggiava una famiglia di origine tedesca. Lo scontro è avvenuto all’altezza del km 300, in corrispondenza, fa sapere Anas, di un “cantiere di lavoro correttamente installato e segnalato”, poco prima delle 11 e attualmente è chiuso il tratto compreso tra San Benedetto del Tronto e Pedaso. Sul luogo dell’evento Vigili del Fuoco, i soccorsi sanitari e meccanici, Polizia Stradale e personale della Direzione 7/o Tronco di Pescara di Autostrade per l’Italia.
Sul posto il traffico è rimasto bloccato e si sono creati 2 km di coda in entrambe le direzioni; 1 km di coda all’uscita obbligatoria di San Benedetto direzione Bologna. Le vittime sono Andrea Silvestrone, 49enne atleta affetto da sclerosi multipla, giocatore di tennis in carrozzina, e due dei suoi tre figli. Sconvolta la comunità di Montesilvano (Pescara) dove viveva ed era molto stimato.
“Sono devastato” dichiara all’ANSA il sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis.

Testimonial di iniziative per l’inclusione nello sport, Andrea Silvestrone dichiarò, a Vasto (Chieti) in occasione dell’evento Anffas ‘Sportabilità’, in un’intervista al sito di informazione Vastoweb: “Metto in campo in tutti i sensi la mia esperienza sia di atleta paralimpico sia di persona che combatte nella vita, come nei campi da tennis, una patologia ad oggi progressiva, neurodegenerativa e senza cura, ma che in realtà per me è un grande stimolo a trovare le forze ed energie da trasmettere agli altri per far capire che
qualunque cosa accada si può trasformare in opportunità. La vita è bellissima e vale sempre la pena di essere vissuta, sempre in maniera piena, larga prima che lunga”.

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