Sanremo, “Il tuo futuro? Una premessa: ho sempre cercato di renderti fiera. Ma c’è una cosa che mi fa stare male in qualunque fase della mia vita. È un pensiero fisso nella mia testa: non sentirmi abbastanza”. Tra gli stralci del monologo di Chiara Ferragni c’è la sensazione di non sentirsi mai abbastanza, uno dei temi sviscerati nel suo discorso, nel corso della serata d’apertura del Festival. Piaccia o non piaccia, l’influencer e imprenditrice digitale ha affrontato tematiche importanti a suo modo: tra abiti manifesto e una lunga lettera alla Chiara bambina, che parla di sentimenti in cui molti potranno riconoscersi “Questo è il messaggio più importante: quello che accompagnerà tutti quegli adolescenti che si sentono inadeguati”.
Facciamo ordine. La prima serata della 73esima edizione di Sanremo sarà ricordata per molte cose, innanzitutto – purtroppo – per il momento di momentanea follia di Blanco, che a causa di problemi di ritorno audio in cuffia ha deciso di distruggere la scenografia di rose rosse allestita sul palco, in occasione della sua esibizione. È stata anche la serata di Chiara Ferragni, co-conduttrice accanto ad Amadeus e Gianni Morandi: prima star di Instagram a salire sul palco di Sanremo per presentare i concorrenti in gara.
Chiara Ferragni – protagonista di 4 cambi d’abito, ognuno portatore di un messaggio ben preciso – ha letto il suo monologo al pubblico dell’Ariston e all’Italia intera, sintonizzata per guardare la prima serata del Festival. Una lettera a sé stessa bambina, in cui è emersa una problematica che accomuna tanti adolescenti: quella pressante sensazione di “non sentirsi mai abbastanza”.
“Sicuramente le persone adulte e ‘benpensanti’ avranno criticato lo stile della lettera. Una lettera a sé stessa bambina, ma qui non si vuol fare un esame vuoto sul livello di scrittura del monologo. Ciò che, a mio parere, è stato efficace è che una donna che ha un seguito importantissimo – parliamo di milioni e milioni di followers – abbia espresso, a parole sue, verità importanti. Verità che sono state e saranno lette, sì, dagli stessi benpensanti, pronti alla critica anche per partito preso, ma che saranno ascoltate e lette da milioni e milioni di adolescenti“. A parlare alla nostra redazione è la psicologa e psicoterapeuta Marinella Sclocco, che fornisce una chiave di lettura del messaggio lanciato ieri da Chiara Ferragni attraverso il Palco di Sanremo.
“Mi occupo, oltre che di terapia familiare e di coppia, anche della tecnica EMDR, acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing. Una tecnica che viene praticata per desensibilizzare un trauma, grande o piccolo che sia. Parliamo – spiega Marinella Sclocco – di traumi che un paziente ha avuto nel corso della propria vita e che, oggi, causano problemi quali ansia, malattie fisiche e così via. A tal proposito, è importante precisare che la maggior parte degli adolescenti che arriva in terapia arriva proprio con questa convinzione: quella di non essere abbastanza. ‘Io non sono abbastanza’ ci sentiamo dire frequentemente. So che anche la stessa Chiara Ferragni ha seguito una terapia EMDR, quindi leggendo ciò che ha scritto ha raccontato una sua personale verità. Per questo dire ‘da che pulpito’ e fare i benpensanti non è nel mio interesse, né il mio compito. Ciò che conta, a mio modo di vedere, è che messaggi forti siano arrivati a milioni di adolescenti: adolescenti che stanno male proprio non sentendosi abbastanza”.
“Crediamo talmente tanto a queste cognizioni negative al punto da orientare la nostra vita di conseguenza, facendoci condizionare da questo convincimento – continua la dottoressa Sclocco – Non sentirsi capaci, sentirsi inadeguati, quasi stupidi e sentire di aver deluso chi ci sta intorno. Cognizioni che fanno male, anche fisicamente. Chiara Ferragni ha saputo trasformare queste cognizioni negative in positività, in empowerment. Ha trattato, tra l’altro, tanti temi veri: temi che le donne si ritrovano ogni giorno di fronte. Pensiamo alla maternità. Al fatto che la paternità venga vista e considerata sotto una luce e una interpretazione diverse.
Se il papà fa tardi al lavoro va bene, perché è lui a portare il pane a casa. Ma se a far tardi è la mamma, allora non va più bene. Perché sei una mamma e devi fare la mamma. E pensiamo – conclude – a quante domande indiscrete ci siamo sentite rivolgere.
‘Quando farai un bambino?’, ad esempio. Perché bisogna per forza seguire un sistema e farsi schiacciare dai luoghi comuni? Dalle convinzioni di una società che attribuisce, ancora oggi, alla donna un’immagine e un ruolo da cui la donna lotta per emanciparsi, pur tra mille difficoltà? Portare questi temi sul palco dell’Ariston, davanti a milioni di telespettatori e tra gli adolescenti che seguono Chiara Ferragni, è importantissimo. Al di là dell’eventuale gradimento del personaggio”.
