Tecnologia

Simona Cheli, progetto Space for Climate: tecnologia dei satelliti al servizio del clima

Simona Cheli e Space for Climate: come i satelliti possono aiutarci a comprendere il cambiamento climatico. L'intervista

1800 lanci di satelliti solo nel 2021: per Simona Cheli, direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale europea (ESA), il pianeta vive una “situazione critica”.

Il progresso tecnologico dei nuovi impianti spaziali – un investimento destinato a rispettare le accortezze relative gli Accordi ambientali di Parigi – è stato al centro dell’incontro “Osservazione della terra e cambiamento climatico” che ha visto la partecipazione, presso la libreria Colacchi, della direttrice Cheli.
È su questa base che nascono progetti come Space for Climate, che puntano agli investimenti e alla raccolta dati finalizzati alla salvaguardia ambientale (space4climate.com).
“L’Europa possiede il maggior numero di dati satellitari sul piano ambientale – spiega Cheli – questo non è solo per proteggere i cittadini (tant’è che dal satellite è possibile monitorare la qualità dell’aria), ma è soprattutto per garantire la protezione del pianeta, che oggi è in una situazione critica. Custodiamo dati essenziali per ogni zona, come per esempio le regioni tropicali, spesso con tempo incerto e nuvolose; abbiamo anche dati relativi lo spessore dei ghiacciai, collegati ovviamente alla previsione del loro scioglimento”.

Anche la direttrice sottoscrive il difficile periodo storico che stiamo vivendo e di come la tecnologia e l’osservazione spaziale possano considerarsi tra le soluzioni più efficaci
La stessa ESA, ormai sotto la guida di Cheli dal 1° gennaio 2022, “vigila da oltre 20 anni a supporto delle convenzioni ambientali sul clima. Stiamo costruendo satelliti dedicati al monitoraggio delle emissioni di CO₂ di origine antropogenica per vedere l’implementazione proprio degli accordi di Parigi”. Con “antropogenica” la direttrice si riferisce alle attività umane giudicate pericolose per l’ambiente; un incipit essenziale, schietto, che porta a misurarci con la realtà che abbiamo sotto il naso.
“Con il dato satellitare – segue Cheli – non abbiamo solo dati obiettivi, ma sensibilizziamo l’opinione pubblica”.

Si tratta di contenuti disponibili sui numerosi siti di monitoraggio spaziale: dati pubblici, alla mercé di scienziati e cittadini interessati alle sorti del pianeta. Dunque parliamo di una strategia tecnologica ed industriale, che richiede tuttavia la collaborazione e la costanza di paesi ed enti internazionali. “Il numero di lanci dei satelliti nel 2021 è stato di 1800 – afferma Simona Cheli – è importantissimo, ad esempio, avere una regolamentazione internazionale che metta d’accordo le agenzie per evitare collisioni, per esempio con la Stazione Spaziale Internazionale; ma anche regolamentazioni sulla quantità di carburante per ogni satellite. C’è infatti una nuova gestione dello spazio che mette d’accordo paesi e strutture. Le risorse vanno sempre condivise con normative adeguate”.

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