Giornata mondiale del malato, vicini a chi soffre

Si celebra oggi la giornata mondiale del malato. Istituita nel 1992 da Papa Giovanni Paolo II, coincide con la festa liturgica della Madonna di Lourdes.
L’11 febbraio, ricorre la XXXI giornata mondiale del Malato, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1992 in memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. Vista l’attuale situazione pandemica che da ormai due anni interessa l’intera popolazione mondiale essa, anche se fortunatamente in questo ultimo periodo è in fase calante, assume un significato ancora più profondo e sentito.
L’attenzione oltre che al singolo malato, ricade dunque inevitabilmente anche sulla Comunità: persone care, volontari e familiari che assistono, con grande umanità e spirito di generosa solidarietà, chi in prima linea combatte la malattia. Sono persone fragili, talvolta indifese, alle prese con la sfortuna del baratro della malattia che combattono quotidianamente una dura lotta per la salvezza e la sopravvivenza. La condizione di malato non è più riferibile quindi al singolo individuo colpito dal male ma allarga la propria sfera ad un tessuto sociale comprendenti la famiglia ed una vasta cerchia di amici. Quelli più sensibili e generosi. Il concetto di malattia che si contrappone a quello di salute, definito come uno stato di completo benessere psico – fisico dell’uomo, decreta allora l’inevitabile bisogno di dare senso alla nuova condizione che rende diverso l’essere umano rispetto al normale e funzionante. La difficile e problematica esperienza della malattia fa sentire soli, quindi facilmente vulnerabili e al contempo bisognosi di aiuto e conforto. Quel conforto per cui anche una semplice parola d’incoraggiamento detta al momento opportuno fa tornare a splendere il sole in tante giornate tristi e buie. Quando si è malati, paura, incertezza e terrore diventano compagni di viaggio in una quotidianità fatta di tristezza per cui i giorni non passano mai e si è in continua attesa di notizie positive. Ci troviamo in una situazione di impotenza, perché la nostra salute non dipende dalle nostre capacità o dalla nostra voglia di reagire , con decisione e coraggio, ad una condizione contro cui nulla possiamo fare. Se non appellarci a quel frammento di speranza che è l’ultima a morire. Dopo quella c’è il dolore. Si perde la capacità di difendersi, di proiettare le proprie energie su se stessi, la fiducia, cede il posto all’angoscia e si fanno mille ragionamenti solitari, specialmente nelle tante notti insonni in cui ricorre sovente la domanda: “perchè proprio a me”. I familiari e le persone care a stretto contatto con il paziente non sempre hanno la capacità di gestire tale carico divenendo a loro volta meccanismo della condizione di sofferenza e angoscia. Ecco allora che la struttura sanitaria diviene prerogativa fondamentale nella gestione della malattia, spesso limitata esclusivamente alla ospedalizzazione del paziente e all’assistenza clinica dello stesso, senza possibilità alcuna di supportare a più ampio spettro ciò che la malattia genera nel malato e nel sistema al quale appartiene. Qui emergono tante inadeguatezze dei sistemi sanitari e di rimando tutte le carenze nell’assistenza alle persone malate. Deve essere ben chiaro a tutti che la salute , quale bene comune, deve essere l’obiettivo comune al quale far preciso riferimento nella costruzione di una nuova forma di assistenza sanitaria e di supporto al malato. Soprattutto alla fascia più povera quindi più indifesa della società. Lo contempla la Costituzione all’ articolo 32 che recita espressamente: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Detto ciò esprimiamo stima ed apprezzamento a tutte le organizzazioni di volontariato che cercano di alleviare dolore e sofferenza a tanti malati soli negli ospedali e nelle cliniche ove sono degenti.Per la XXXI giornata mondiale del malato e memoria liturgica della Madonna di Lourdes, oggi sabato 11 febbraio 2023, alle ore 11.00, nella chiesa di S. Maria del Suffragio in Piazza Duomo, avrà luogo la solenne liturgia eucaristica, durante la quale, le persone malate che lo desiderano, potranno ricevere il Sacramento dell’Unzione degli Infermi. Nella basilica di S. Bernardino verrà celebrata una funzione religiosa celebrata dal Cardinale Arcivescovo Sua Eminenza Giuseppe Petrocchi. Al termine della celebrazione Eucaristica gli Unitalsiani scorteranno la statua della Madonna di Lourdes avviando, nel percorso interno della Basilica, la fiaccolata con canti e orazioni per affidare alla protettrice dei sofferenti quanti stanno affrontando la prova della malattia e le difficoltà e i disagi ad essa collegati unitamente alle popolazioni siriane e turche annientati dai drammatici eventi sismici. Un grazie di cuore, in conclusione dell’articolo, va al personale sanitario che con umanità e spirito di servizio è vicino alla sofferenza della gente.