Operaio sbranato dai cani, condannato il padrone

Edmond Preka venne attaccato da 2 cani padronali e morì cadendo in un canale del Vera. Condannato il proprietario a 6 mesi per omicidio colposo e a un maxi risarcimento nei confronti dei parenti dell’uomo.
È stato condannato a 6 mesi per omicidio colposo il proprietario dei cani che attaccarono l’operaio edile Edmond Preka, 36enne di origini albanesi, morto a marzo 2018.
Edmond Preka venne attaccato dai cani mentre stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro. Trapiantato da anni a L’Aquila, viveva a Paganica con la giovane moglie e 2 figli. Tornando a casa venne seguito, attaccato e ferito alle braccia, ai glutei e alle gambe da due cani padronali. Spaventato cominciò a correre per seminarli e tentò di saltare un canale del fiume Vera, ma cadde e non riuscì a rialzarsi. Venne ritrovato morto alcune ore dopo. Le indagini in un primo momento non furono facili, si pensò a un malore improvviso o a un incidente, per risalire all’identità dei cani venne anche effettuato il prelievo del dna vicino le parti del corpo attaccate. Oltre alla condanna penale, anche un maxi risarcimento nei confronti dei parenti della vittima. Il giudice Pistone ha stabilito una provvisionale di oltre 300 mila euro. L’imputato era difeso dagli avvocati Antonio Valentini e Alessandro De Paulis. La parte civile dagli avvocati Sonia Giallonardo, Antonio Pascale, Camilla Martina.
L’operaio era molto conosciuto e stimato nella piccola comunità di Paganica. Onesto, un gran lavoratore, Edmond Preka era un uomo buono. Abitava con la famiglia in un alloggio post sisma: una casa piccola, ma pulitissima e decorosa dove c’era tanto amore. Per la giovane moglie Mariana e per i 2 figli, sono stati anni durissimi. “Nessuno mi ridarà indietro mio marito – aveva detto intervistata dal Capoluogo all’inizio del processo – nessuna cifra potrà quantificare mai il dolore e il senso di vuoto che mi porto dentro. Sono stata criticata, mi hanno accusata di aver mercificato la mia disgrazia. Nessuno può capire cosa vuol dire vivere sola e crescere due bambini sentendo gli occhi di tutti puntati addosso! Per cui qualunque tipo di risarcimento, verrà utilizzato per far crescere e studiare i nostri gioielli, come avrebbe voluto mio marito, in modo che potranno avere un futuro migliore del nostro, un futuro che a mio marito è stato tolto, senza una motivazione concreta!”.