Superbonus, allarme Ance su stop acquisto crediti dalle regioni: “Rischio tracollo per famiglie e imprese”

16 febbraio 2023 | 13:44
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Superbonus, allarme Ance su stop acquisto crediti dalle regioni: “Rischio tracollo per famiglie e imprese”

Superbonus, l’allarme dell’ANCE: “Fermando l’acquisto dei crediti da parte delle Regioni, senza una soluzione alternativa. ci sarà una grave crisi sociale ed economica per migliaia di famiglie e imprese”.

“Se non ci sarà una soluzione strutturale da parte del Governo, con il blocco all’acquisto di crediti da parte delle Regioni si andrà incontro al tracollo”. Dura presa di posizione di Ance sul fronte Superbonus e bonus edilizi.

Superbonus e blocco all’acquisto di crediti da parte delle Regioni. La nota dell’Ance Abruzzo. 
Fermando l’acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza una soluzione strutturale alternativa ci sarà una grave crisi sociale ed economica per migliaia di famiglie e imprese. Questo afferma l’Associazione dei Costruttori in una nota inviata alla stampa.
“Se il Governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto, con gravi conseguenze per le famiglie”, spiegano la Presidente Ance Nazionale Federica Brancaccio ed il Presidente Ance Abruzzo P. Antonio D’Intino, commentando le notizie di stampa secondo le quali l’Esecutivo starebbe per inserire nel decreto legge sul PNRR una norma che di fatto bloccherebbe la facoltà degli enti pubblici di acquistare i crediti incagliati derivanti dai bonus edilizi.
“Speriamo che si tratti di un errore. Non possiamo credere che il Governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regionisenza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo”, richiamano la Brancaccio e D’Intino.

È da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere”.
Una notizia che ha colto di sorpresa tutto il sistema ANCE, già in allarme per il protrarsi di una situazione di stallo che sta mettendo in ginocchio l’economia di interi territori visto il coinvolgimento di tutta la filiera dell’edilizia, motore insostituibile del mercato interno. “Senza un segnale immediato da parte del Governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione. Come Ance ci siamo già fatti carico insieme ad Abi di individuare un’efficace via d’uscita compatibile anche con la recente pronuncia di Eurostat.Dobbiamo intervenire: non c’è più tempo, concludono la Brancaccio e D’Intino.

Fina: “Su sblocco dei crediti scontro tra Regione e Governo. Stanno giocando sulla pelle di imprese e famiglie”

“Siamo di fronte, ormai, ad una farsa. La Regione Abruzzo di Marsilio annuncia in pompa magna la legge per lo sblocco dei crediti fiscali e neanche ventiquattro ore dopo riceviamo notizia che il Governo della Meloni sta pensando al divieto alle Regioni per l’acquisto dei crediti: Flaiano avrebbe detto la situazione è grave ma non seria”: così in una nota il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese. Fina prosegue: “Il comparto dell’edilizia sul tema dei crediti fiscali è ormai in ginocchio, fiaccato da mesi di promesse, rinvii e prese in giro della politica. Rischiamo di vedere fallire migliaia di imprenditori, licenziati migliaia di operai, indebitate famiglie e professionisti del settore, con conseguenze giudiziarie non banali. Una crisi sociale ed economica come poche nella storia a causa di uno Stato che prima promette e poi tradisce. Il Governo e la Regione recuperino un po’ di credibilità e dicano chiaramente cosa vogliono fare e soprattutto con quali tempi. La legge regionale di Sospiri in discussione se ha bisogno di 90 giorni per essere approvata e poi operativa con delibera della Giunta non servirà a molto, perché tra tre mesi il disastro sarà già compiuto. Il Governo piuttosto proponga con immediatezza un provvedimento normativo che ponga rimedio urgente ed eviti il collasso”.