Abruzzesi nel mondo

Ben Pastor e l’Abruzzo: la scrittrice internazionale originaria di Bisenti

Le radici abruzzesi della scrittrice internazionale Ben Pastor.

Le radici abruzzesi della scrittrice internazionale Ben Pastor.

Tra le scrittrici più note in America, Ben Pastor è certamente in prima fila e le traduzioni dei suoi libri si sono diffuse in tutto il mondo, compresa l’Italia, grazie ad un editore di pregio, come Sellerio. Nata nel 1950, nella “Città Eterna”, da un padre medico, originario di Bisenti, grazioso borgo della Valle del Vomano (sul versante teramano del Gran Sasso), d’impronta romana, (che si ipotizza abbia dato i natali al governatore della Terra Santa, Ponzio Pilato). Poi la madre, giornalista e scrittrice, che le ha passato la passione per la scrittura colta e documentatissima nelle fonti, affinata anche dalle docenze universitarie negli Usa, in Scienze Sociali, compreso sull’emigrazione italiana nel Vermont. Il suo legame con l’Abruzzo delle origini la scrittrice italo-americana (avendo sposato un ufficiale Usa, di origine basca, da cui ha ripreso il nome) non l’ha mai reciso, ricordando i luoghi della sua infanzia felice. In particolare il suo brillante romanzo del 2004,”Il Morto in Piazza”, tradotto e ristampato di recente, era proprio ambientato in un paese ai piedi della sua grande montagna, con il nome di fantasia di Faracruci. Qui, il “personaggio-chiave” della serie, l’ufficiale-detective Martin Bora, rappresenta sempre il motore dei suoi gialli, tanto patriottico quanto critico verso il regime nazista, che qui “deve recuperare un carteggio segreto tra Churchill e Mussolini”, come scrisse in un articolo il quotidiano Il Centro. Così Maria Verbena Volpi, questo il vero nome della scrittrice, dà voce anche ai suoi ricordi, tra realtà e fantasia, sulla nostra terra “forte e gentile” : “Ci sono luoghi e popolazioni… che sanno farsi pubblicità, altre specie nel mondo contadino, abituate a tenere per sé gioie e dolori”. Uno stile, ben definito, descritto” post-modernismo” e “mystery storico”, che l’ha resa famosa da anni, con il quale evidenzia anche i tratti tipici delle terre abruzzesi: “da cui tutti vengono e dove alla fine vogliono tornare… il luogo dove non conta chi sei o come appari, ma da dove provieni, quali sono le tue radici”. Ora tutto questo è al centro dello stesso anno del “Turismo di Ritorno”, nel 2024, che negli auspici della Regione Abruzzo e del suo Cram dovrebbe riportare nella nostra terra tanti nostri emigranti, sparsi nel mondo, eccellenti e non, che da qui partirono nel ‘900, con la loro valigia di cartone, come il poeta Pascal D’Angelo, dalla sua Introdacqua, per la “Merica” sognata. Ora, nel nuovo millennio, i giovani laureati vanno abbandonando ancora questa “terra amara” per loro, in cerca di fortuna altrove. Maria Verbena Volpi è forse per loro un antesignana, ma anche di una nuova cultura cosmopolita e mitteleuropea, con la Laurea in Lettere ed indirizzo in Archeologia, presa all’Università “La Sapienza” di Roma, che l’ha proiettata nel futuro, ma sempre con il retaggio del passato glorioso della terra italica, riportato nell’altra serie di successo dedicata al soldato diocleziano, Elio Spaziano. Questo sempre, nel suo stile e “con amore, nella mia battaglia, non certo a livello industriale, come alcuni miei colleghi americani, che alla fine delegano ad altri  persino lo scrivere”. Un’impronta  quella della Pastor, mai piatta ed ortodossa: “scrivo più o meno quello che mi piacerebbe leggere… in modo intelligente, ma non estremamente concettoso”. Un fraseggio di racconti molto studiato e ricostruito storicamente, tipico della migliore tradizione della letteratura poliziesca Usa, avendoli pubblicati anche su la “A.Hitchcock’s”, dal primo Lumen (con le storie di Martin Bora), fino a “Luna Bugiarda”, con serie, ma con opere indipendenti tra loro. Quasi una scrittura “di confine, americana sì, ma dal forte richiamo mitteleuropeo, sempre inquieta ed alla ricerca, che però ha impostato un nuovo paradigma di stile e di creatività, che piace molto ai suoi lettori, sparsi in tutto nel mondo e sempre con critiche positive. Dopo la “Sinagoga degli Zingari” siamo in attesa di un nuovo racconto e di nuove avventure con i suoi personaggi, ma mai in cerca di un nuovo autore.

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