Violenza contro le donne iraniane e afghane, la mobilitazione arriva in consiglio comunale

Violenza contro le donne iraniane e afghane, in consiglio comunale l’odg della consigliera Giannangeli: “Già in tempo di pace è difficile vivere come donna, figuriamoci in tempo di guerra”
È la consigliera Simona Giannangeli a farsi promotrice dell’ordine del giorno, nell’odierno consiglio comunale, che tratterà la condanna di ogni forma di violenza contro le donne iraniane e afghane e sostegno alle loro lotte per la libertà e l’autodeterminazione.
La seduta, che inizierà alle 10 all’Emiciclo, servirà inoltre a promuovere la petizione Stand Up for change with afgan women, sostenuta da CISDA (Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane): i temi affrontati all’Emiciclo ruoteranno attorno al tragico contesto delle donne in Iran e Afghanistan, che subiscono il peso della guerra e dell’essere donna.
“Sono partita dalla mia esperienza – spiega al Capoluogo la consigliera di opposizione, Simona Giannangeli – ho fatto sempre parte di movimenti internazionali contro la guerra, sono stata, anni passati, in tanti paesi sotto attacco, come nella striscia di Gaza. Da qui viene la mia opposizione e la mia condanna: l’ulteriore ripercussione sulle donne in contesti del genere.
Dico sempre: già in tempo di pace è difficile vivere come donna, figuriamoci in tempo di guerra. Ritengo doveroso che anche un ente comunale prenda la parola, si esprima, comprenda la violenza sulle donne iraniane e afghane. Il Consiglio comunale ha già preso una posizione forte a riguardo. In più, l’annuncio ha invitato alcuni enti locali a promuovere attività di sostegno e solidarietà: le donne afghane e iraniane potrebbero essere le donne di qualsiasi paese”.
A sollecitare la comunità alla partecipazione, le associazioni Donne TerreMutate e Donatella Tellini, garanti di questa battaglia.
Una storia che appartiene a tutte le donne, che ci riguarda, più volte espressa negli ampi manifesti del CISDA.

“Sono molto vicina al CISDA e a questa battaglia – prosegue Giannangeli – la comunità UE deve rispondere in qualche modo. Non si può continuare a credere che queste situazioni siano lontane da noi. Le forze politiche progressiste afghane stanno tentando di porre un freno agli atti criminali in Afghanistan. Avere voce sui diritti umani, in tutte le sue forme, è tra i ruoli che deve avere ogni ente che si rispetti”.
Un argomento che, nella sua complessità, smuove gli animi, rimettendo ancora una volta in discussione i parametri sociali legati alle differenze tra uomini e donne di tutto il mondo.
“La violenza maschile è un fenomeno culturale, non naturale – specifica Giannangeli – è fondamentale parlarne, cercare di destrutturare una cultura che vuole ancora i maschi ad assolvere un ruolo di virilità e le donne ruoli di cura e madri. È una questione di volontà, sarà ora che inizino gli uomini? A fornire modelli positivi, smettendo di usare determinati linguaggi o modi? È importante smontare questo mondo, per trasmettere modelli differenti”.
La consigliera ha inoltre affermato che, “l’8 marzo, nella Giornata internazionale dei diritti della donna, riusciremo forse a fare un altro Consiglio e vorremmo proseguire il discorso. Non c’è ancora nulla di definito, ma, se sarà, andrà di pari passo con questo lavoro”.