Un anno di guerra

Ucraina, un anno di guerra: il racconto dei ciclisti della nazionale all’Aquila. “Torneremmo a casa anche ora”

Ucraina, puntata speciale di Grandangolo in occasione del primo anniversario della guerra. Negli studi del Capoluogo l’allenatore dei ciclisti della nazionale, ospiti a L’Aquila dal marzo scorso, e l’associazione 24 febbraio nata per aiutare chi è rimasto in Ucraina.

UCRAINA – ITALIA. L’allarme antimissile suona anche a centinaia di migliaia di chilometri da casa. Sotto forma di messaggio su un canale Telegram: sfondo rosso, hai quindici minuti di tempo al massimo per metterti al riparo. Sfondo verde: allarme cessato.

ucraina speciale grandangolo: ciclisti ucraini e associazione 24 febbraio

È così che passano le giornate di Sergiy Grechyn e Natali Ilnitska, da un anno a questa parte: vivendo a distanza la guerra che stanno subendo, fra le case e le strade di una vita, i loro connazionali ucraini.
Sergiy e Natali non erano in Ucraina il 24 febbraio 2022. Sergiy era con la nazionale ucraina di ciclismo, di cui è allenatore, in Turchia: stavano preparando la stagione, complice il clima più mite. La sua famiglia è a Dnipro, compresi i suoi tre figli, uno solo maggiorenne. Dal 10 marzo è all’Aquila insieme ad altri 24 fra atleti e staff della nazionale ucraina di ciclismo under 23 e Juniores, e vivono nel progetto case di Roio.

ciclisti ucraini l'aquila

Natali invece da anni è all’Aquila: ha messo su famiglia, ha una splendida figlia di nome Maria Kristina. Ma il suo cuore è sempre in Ucraina, e il pensiero è alla sua Lviv – Leopoli. Con altri volontari, aquilani e non, ha fondato l’associazione 24 febbraio, nata poche settimane dopo l’attacco della Russia sul territorio ucraino per aiutare chi stava iniziando ad arrivare in Italia, ma anche i tanti che, in questi dodici mesi, sono rimasti in Ucraina.
Alla prima raccolta materiali, organizzata in Piazza Duomo lo scorso 6 marzo, L’Aquila ha risposto presente: due tir da 24 tonnellate pieni zeppi di cibo, vestiario, coperte destinati a chi era rimasto in Ucraina. Tanti bambini, famiglie: ma anche uomini al fronte, per dar loro qualche pantalone o qualche giacca più pesante per le fredde nottate di guerra, visto che l’equipaggiamento iniziale era piuttosto scarno.

raccolta 24 febbraio

Ne sono seguite tante altre di raccolte che hanno raggiunto diverse località i cui nomi sono ormai familiari anche per noi europei: come Zaporizhzhya, luogo in cui c’è la più grande centrale atomica europea e dove in tanti sono rimasti per difendere la propria terra, o Bucha, teatro di uno dei massacri più violenti testimoniati finora. I blackout in Ucraina sono tanti e frequenti e allora, per consentire lo svolgimento delle attività giornaliere, si ha bisogno di generatori: tutti i progetti, le raccolte fondi sono destinate ora ad acquistare e inviare sul territorio questi generatori. Finora ne sono stati spediti 9 a Leopoli per i poliambulatori, 4 a Bucha e Zaporizhzhya, altri 14 sempre a Zaporizhzhya e Dnipro, insieme a scatole di farmaci, ospedalieri e non, cibo e coperte.

E’ anche  questa la guerra al tempo dei social, che fa vivere a distanza e in tempo reale attacchi e dolore: ma anche la solidarietà che si diffonde rapida, facendo sentire meno solo chi è rimasto nelle città ucraine. Fra carri armati russi abbandonati e bruciati, resti di missili e carcasse di auto.

Ucraina – un anno dopo: la nazionale ciclisti a L’Aquila

Il 10 marzo Sergiy Grechyn arriva a Fiumicino, dalla Turchia, insieme ad altri 23 fra atleti e staff della nazionale di ciclismo. Quasi ogni giorno li si vede allenare per le strade della provincia dell’Aquila, lungo la valle dell’Aterno e Subequana, con le loro divise gialloblu. “Quasi ogni anno, ad inizio anno, ci alleniamo in Turchia per via del clima mite. Quando è scoppiata la guerra, della quale c’era già qualche sentore, ci hanno avvertito i parenti: “Qui ci sono tanti elicotteri, ci stanno bombardando”, ricorda Sergiy dagli studi di Grandangolo, aiutandosi con la traduzione di Natali.
Dal 10 marzo, un nuovo capitolo di vita inizia per questi ciclisti. “C’è stata grande collaborazione fra le Federazioni e quella italiana ci ha invitati qui. Ci hanno comprato i biglietti, ci hanno accolti: vogliamo ringraziare anche la federazione ciclistica a livello mondiale, ma anche e soprattutto il comune dell’Aquila con il sindaco Biondi, il vicesindaco Daniele, la regione Abruzzo con Guido Liris. Dal primo momento siamo stati aiutati fin nei minimi particolari: ci hanno dato anche delle sim card, per chiamare e comunicare, oltre al vitto e all’alloggio. Ci siamo sentiti sempre coccolati e amati e per questo vi ringraziamo”.

ciclisti ucraini l'aquila
ciclisti ucraini l'aquila

Gli allenamenti proseguono in autonomia ma ci sono difficoltà per disputare le gare: questioni politiche, spiega Sergiy, legate al vecchio presidente della Federazione Ciclistica ucraina che non ha agevolato la partecipazione delle squadre sparse ormai per il mondo, approfittando anche della situazione legata alla guerra. E di fatto, continua l’allenatore, “non arrivano nemmeno tutti i fondi che, invece, sappiamo esserci perché provenienti da raccolte internazionali”. Difficoltà oggettive per questi atleti che si ritrovano a non avere i soldi per la manutenzione delle biciclette, per esempio, e ad arrangiarsi con quello che si trova in giro, magari riciclando pezzi da altre biciclette buttate via. Una situazione che, si spera, possa cambiare velocemente: “Il 4 dicembre è stato votato un nuovo presidente: una nomina arrivata da tutte le regioni e da tutti i ciclisti ucraini sul territorio nazionale. Il vecchio presidente però non vuole mollare la presa, sostiene che quelle votazioni non fossero legali: se si va avanti così, il ciclismo in Ucraina morirà”.

ucraina speciale grandangolo: ciclisti ucraini e associazione 24 febbraio

Ucraina, un anno dopo: l’associazione 24 febbraio e le tante forme della solidarietà

Ad oggi, l’associazione 24 febbraio ha già inviato circa 85 tonnellate di aiuti umanitari e a diverse organizzazioni che, successivamente, hanno ridistribuito gli aiuti in base alle esigenze della comunità. Attualmente l’Associazione è impegnata nel progetto “Generatori per l’Ucraina”, il cui obiettivo è raccogliere fondi e acquistare generatori da inviare in Ucraina per la fornitura stabile di energia elettrica nei luoghi in cui è assolutamente necessaria, come ospedali, scuole, rifugi e safepoint. Tante le iniziative che continuano a moltiplicarsi sul territorio aquilano e abruzzese, come il “ritratto solidale”: il fotografo aquilano Giulio Alesse ha messo a disposizione la propria macchina fotografica per dei ritratti personalizzati, con il ricavato destinato alle attività dell’associazione. Di solidarietà in solidarietà: tanto materiale, già in possesso dell’associazione perché proveniente da altre raccolte, è stato donato per l’emergenza terremoto in Siria.

ucraina speciale grandangolo: ciclisti ucraini e associazione 24 febbraio

Quando pensate di tornare?
“Anche oggi” risponde Sergij, senza pensarci su un secondo. “Tutti quanti, non solo io. Noi vogliamo tornare tutti quanti, a casa, il più presto possibile.”

ciclisti ucraini l'aquila

Speciale Grandangolo: un anno di guerra in Ucraina. Conduce Eleonora Falci

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