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Angelo, 50 anni da donatore di sangue: “Così si salvano vite con una semplice donazione”

La donazione di sangue di una sola persona può salvare la vita ad altre tre: entriamo nella sede Avis di Morino - Civita d'Antino con Angelo Zeverini, donatore da 50 anni, e il presidente Gianni D'Amico

Angelo Zeverini dona il sangue dal 1971. Faceva il militare, aveva 20 anni: “Abbiamo iniziato così, insieme ad altri compagni. Poi abbiamo cominciato a donare occasionalmente, quando serviva il sangue in occasione di interventi o urgenze particolari”.

A Rh positivo, per 50 anni Angelo ha donato il sangue e ora è nel direttivo dell’Avis di Morino – Civita d’Antino, in provincia dell’Aquila. “Mi potevo fermare quando ho compiuto i 65 anni di età. Ma il medico mi ha dato il via libera fino ai 70 anni e così ho continuato”.
Una donazione può arrivare a salvare fino a tre persone: ma per Angelo donare sangue è “come prendere un caffè”. È un discorso più profondo: di solidarietà, di fratellanza e di bene che si fa senza avere nulla in cambio  – se non gli esiti delle analisi – e soprattutto senza sapere a chi andrà. Solo per il senso etico di aiutare. Ed è forse la cosa più bella che caratterizza la donazione di sangue e che non conosce frontiere.

L’Avis di Morino – Civita d’Antino quest’anno ha segnato un +8 nelle donazioni di sangue. “È un bel risultato” commenta ai microfoni del Capoluogo il presidente Gianni D’Amico, donatore da 20 anni, “perchè segna l’uscita dal periodo nefasto del Covid e, al tempo stesso, va nella direzione di un ricambio generazionale ormai improrogabile. Sono tanti i giovani che donano, anche spostandosi da un comune all’altro. Ma per una sede periferica come la nostra, resta comunque importante l’utilizzo dell’autoemoteca che consente di far donare sangue a chi non può spostarsi”.
Tante targhe e tanti riconoscimenti anche nazionali, medaglie d’oro. per chi è un donatore di lungo corso. Ma prima di tutto, per Angelo Zeverini donare “è una cosa che ti devi sentire personalmente. Donare significa levare a te qualcosa che altri non hanno e di cui hanno bisogno. Significa salvare una persona: ma è una cosa che viene dal cuore, senza un ritorno”.

donare sangue

Come si fa a donare sangue?
Può donare chi ha dai 18 ai 65 anni, è in buone condizioni di salute, non ha abitudini di vita a rischio e pesa almeno 50 kg. Una donazione di sangue (detto intero) dura circa 15 minuti. Oggi il sangue intero viene utilizzato quasi esclusivamente per la produzione degli emocomponenti (plasma, piastrine, globuli rossi). Si può donare sangue intero ogni tre mesi per i maschi e le donne non in età fertile, mentre per le donne in età fertile sono previste al massimo due donazioni l’anno con un intervallo minimo di 3 mesi.
Prima della donazione, il medico esegue l’anamnesi (cioè fa una serie di domande sullo stato generale di salute e sugli stili di vita) ed una visita, di solito fa compilare anche un questionario. Il donatore inoltre viene sottoposto a regolari controlli gratuiti dei livelli di emocromo, colesterolo, trigliceridi, creatinina e ferritina, elettroforesi proteica e transaminasi oltre al test per diverse malattie tra cui HIV, epatite B, C e sifilide. Ha, inoltre, diritto a ricevere il vaccino antinfluenzale gratuito e al giorno di riposo retribuito dal lavoro per la giornata in cui si certifica l’avvenuta donazione.

“Infatti io lo dico sempre a questi mammocci”, scherza Angelo: “Spendete soldi per fare le analisi? Donate il sangue e le analisi ve le fanno senza pagare!”

In Italia la donazione è gratuita dal 1990: non si riceve denaro se si dona sangue. Ma in effetti già prima– ha spiegato in passato il direttore dell’Avis, Associazione volontari italiani del sangue, Giampietro Briola – vigeva la gratuità salvo certe associazioni minori che avevano un tariffario per sangue e per plasma. Ora non più”. Non si ha nulla in cambio, se non esami del sangue, al contrario di alcuni Stati dove si viene pagati, come Stati Uniti, Germania, Ungheria, Cechia. “In questi Stati a volte si dà il plasma due volte alla settimana, ma così non si ha un plasma ottimale e non va bene neppure per la salute del donatore” prosegue Briola. “Si sfruttano le condizioni di bisogno della parte più misera della società. Questo non è etico. Tra l’altro, chi vive in una condizione più difficile è potenzialmente più soggetto a malattie, in particolare quelle sessualmente trasmissibili”.
Ed ecco perchè bisogna comunicare, bene e costantemente, che donare è sicuro e salva persone. Prosegue Angelo: “Ricordo che una volta fummo chiamati perchè una mamma, dopo il parto, aveva avuto una forte emorragia. Siamo andati in massa a donare. E quello che non è arrivato a lei, è arrivato ad altri che ne avevano bisogno”.

Una lunga storia di solidarietà, che si arricchisce man mano che si dona e che si intreccia anche con altre storie e associazioni di volontariato e beneficienza: nascono amicizie, si stringono legami,  si va in giro per le scuole a parlare di donazioni di sangue. Si danno le giuste informazioni per fare in modo che passi il messaggio giusto: non c’è niente di cui temere nel donare.
Perchè chi dona aiuta gli altri e aiuta sè stessi.

 

 

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