È fissato per il prossimo 9 marzo l’incidente probatorio a seguito del crollo del ponte di Molina Aterno, avvenuto il 18 gennaio scorso.
Una perizia dovrà rispondere ai numerosi quesiti volti a capire di chi siano le responsabilità non solo del crollo del ponte, ma anche se vi sia stata una mancata manutenzione sia dell’opera viaria sia del fiume Aterno che, in piena in quei giorni, ha trascinato con sè detriti e rami.
L’incarico verrà affidato all’ingegnere Domenico Buttarazzi.
Per il crollo del ponte di Molina Aterno ci sono quattro indagati: Carlo Giovani, responsabile del servizio di Genio civile della Regione Abruzzo, Gilberto Di Giorgio, responsabile dell’Ufficio tecnico del Genio civile, Nicolino D’Amico, responsabile del settore Viabilità della Provincia dell’Aquila, e Angela Ghizzoni, responsabile del Servizio area 3 Gran Sasso-Piana Navelli-Valle Subequana del settore Viabilità della Provincia. Sono assistiti dagli avvocati Luca Tirabassi, Franco Colucci e Sergio Della Rocca.
L’accertamento, improrogabile e assolutamente indispensabile per capire se vi siano state responsabilità in quanto accaduto, rimanda però a data da destinarsi la ricostruzione del ponte. “Da quel giorno di gennaio è chiusa la strada provinciale 11 e, nonostante vi sia una viabilità alternativa, i disagi sono molti, soprattutto per chi deve raggiungere i terreni situati al di là del fiume” spiega al Capoluogo il sindaco di Molina Aterno Luigi Fasciani. “Oltretutto, come si evince dalle immagini, il ponte continua a reggersi sostenuto soltanto da un tronco, trascinato dalla corrente, che con il passare dei giorni si sta sfaldando. Rischiamo che cada tutta la struttura rimanente direttamente dentro all’alveo del fiume, con un conseguente danno ambientale importante. Per questo, speriamo che i tempi siano rapidi e che si possa partire con i lavori appena tutti gli accertamenti siano terminati”.
Le ipotesi di reato, contestate dal sostituto procuratore Edoardo Mariotti, sono quelle di crollo di costruzioni e altri disastri e di delitto colposo di danno, con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di poteri e con violazione dei doveri connessi alla qualifica di pubblico ufficiale. Il perito dovrà accertare il nesso di casualità tra il cedimento del ponte e l’eventuale mancata manutenzione dello stesso, dell’alveo e degli argini del fiume, verificando in particolare quali siano stati gli interventi negli ultimi 12 anni, dal 2010 ad oggi. Il perito dovrà inoltre stimare quanta pioggia sia caduta in quei giorni e stabilire “quali sono gli interventi da effettuare per la messa in sicurezza del ponte e degli argini e, in particolare, se sono possibili interventi di manutenzione o se è necessario l’abbattimento e il rifacimento dello stesso”, indicando le specifiche competenze della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila con riferimento alla manutenzione della strada e dell’alveo” del fiume.
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