Via Campo di Fossa, stesso crollo sentenze diverse: non ci fu colpa

Risarciti i figli di una delle vittime del crollo del condominio in via Campo di Fossa 6b. “Avevano cambiato le proprie abitudini per effetto delle dichiarazioni correlate alla riunione della Grandi rischi”.
Con sentenza emessa dal Tribunale civile dell’Aquila, il giudice Baldovino De Sensi ha accolto la richiesta di risarcimento a favore dei figli di una delle vittime del crollo – a seguito del sisma del 6 aprile 2009 – della palazzina in via Campo di Fossa al numero 6b in cui persero la vita 24 persone.
Un’altra sentenza – sullo stesso crollo – ‘ribalta’ la posizione del giudice Monica Croci, che, il 9 ottobre scorso in una causa civile del tutto simile riguardante il condominio di via Campo di Fossa, ha sancito che le vittime avessero una colpa – in concorso -, fissata a una percentuale del 30 per cento, per non essere uscite di casa dopo le due scosse (3.9 e 3.5) che hanno preceduto quella principale delle 3.32. Il 14 ottobre scorso un’altra sentenza del giudice del Tribunale dell’Aquila, Emanuele Petronio, aveva stabilito che le due studentesse Maria Urbano, 20 anni e Carmen Romano, 21, due delle 24 vittime del crollo, non avessero alcuna colpa nell’aver deciso di restare in casa nella drammatica notte del sisma dell’Aquila. Con la sentenza di oggi il giudice De Sensi ha liquidato ai figli della vittima rispettivamente circa 385 mila e 267 mila euro di risarcimenti (a uno dei due è stato riconosciuto anche un danno permanente). In relazione a tale patologia, è stata accertata sia un’inabilità temporanea, sia un’invalidità di natura permanente.

I due figli, assistiti dagli avvocati Claudio Verini e Giuseppe Fisauli, entrambi del foro dell’Aquila, citarono in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri,De Bernardinis Bernardo, Barbieri Franco, Boschi Enzo, Selvaggi Giulio, Calvi Gian Michele, Eva Claudio, Dolce Mauro al fine di chiedere il risarcimento del danno connesso al decesso della propria congiunta nonché, uno dei due attori, per le lesioni riportate seguito del crollo della palazzina. Come si legge nella sentenza, “la vittima e il figlio avevano mutato le proprie abitudini – prima fra tutte quella di abbandonare la casa – proprio per effetto delle dichiarazioni correlate alla riunione della ‘grandi rischi’ ed, in particolare di quelle rilasciate da De Bernardinis, da cui poteva dedursi, come nella specie è stato, che si fosse in presenza di una situazione favorevole in quanto vi era uno scarico di energia continuo che avrebbe impedito il verificarsi di scosse più intense e che, in definitiva, si fosse in presenza di una fenomenologia ‘normale’. Inoltre, dopo le scosse verificatesi nelle ore immediatamente precedenti a quella delle 3.32 del 06.04.2009, entrambi i testi hanno riferito di aver avuto un colloquio telefonico con la vittima e quest’ultima aveva riferito che avrebbe trascorso la notte in casa in quanto rassicurata anche dalle dichiarazioni di De Bernardinis divulgate dagli organi di stampa”.