Terremoto 6 aprile 2009

Sisma 2009, ancora un’altra sentenza che non dà colpe alle vittime

Risarciti i familiari di Andrea Cupillari, morto il 6 aprile 2009: un'altra sentenza afferma che le vittime del sisma non hanno colpe!

Un’altra sentenza dalla parte dei familiari e delle vittime del sisma del 6 aprile 2009. Questa volta sono stati risarciti i familiari del giovane Andrea Cupillari, studente universitario e fotografo appassionato, morto insieme alla fidanzata Benedetta Pezzopane nel crollo dell’abitazione a Onna in via dei Martiri.

La sentenza è stata emessa dal Tribunale dell’Aquila in composizione monocratica, in persona del Giudice Baldovino de Sensi. De Sensi ieri aveva pronunciato un’analoga sentenza sempre dalla parte dei familiari delle vittime del sisma, con la quale ha disposto il risarcimento per i figli di una donna morta nel crollo del palazzo di via Campo di Fossa 6b in cui persero la vita 24 persone. Tutte sentenze, compresa l’ultima, che ribaltano il verdetto choc pronunciato dal giudice Monica Croci il 9 ottobre scorso con cui ha sancito che le vittime avevano una colpa – in concorso -, fissata a una percentuale del 30 per cento, per non essere uscite di casa dopo le due scosse (3.9 e 3.5) che hanno preceduto quella principale delle 3.32. 14 ottobre scorso un’altra sentenza del giudice del Tribunale dell’Aquila, Emanuele Petronio, aveva stabilito che le due studentesse Maria Urbano, 20 anni e Carmen Romano, 21, due delle 24 vittime del crollo, non avessero alcuna colpa nell’aver deciso di restare in casa nella drammatica notte del sisma dell’Aquila.

Via Campo di Fossa, stesso crollo sentenze diverse: non ci fu colpa

Un analogo comportamento venne tenuto da Andrea Cupillari – i cui familiari sono stati difesi dall’avvocato Claudio Verini – ai suoi eredi la Presidenza del Consiglio dei ministri dovrà restituire oltre 870mila euro circa. Anche in questo caso le testimonianze raccolte hanno evidenziato come il giovane “anziché dormire in macchina come aveva fatto in altre occasioni all’acuirsi dello sciame, la notte tra il 5 ed il 6 aprile 2009, restava a dormire all’interno della sua abitazione in via Dei Martiri a Onna, in compagnia della fidanzata (Benedetta Pezzopane di 27 anni, anche lei deceduta) con indosso unicamente gli slip e senza assumere nessuna cautela”. I testimoni sentiti durante il processo hanno riferito come “Andrea Cupillari avesse grande timore dello sciame sismico in corso, tanto è vero che, oltre ad adottare tutte le misure di cautela raccomandabili dal buon senso in caso di sisma, in più occasioni aveva passato la notte in macchina e, dopo le scosse del 31.03.2009, aveva manifestato l’intenzione di recarsi per qualche giorno presso la città di Perugia. Gli stessi testi hanno poi riferito che, dopo la riunione della commissione grandi rischi, l’atteggiamento del Cupillari era cambiato e risultava improntato ad una moderata tranquillità, sulla scorta delle dichiarazioni correlate a tale riunione, che apparivano promanare da un organo scientifico, da cui poteva dedursi, come nella specie è stato, che la faglia sismica si stesse ‘scaricando’ in ragione delle continue scosse di lieve e moderata intensità”.

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