I cinturelli

La Chiesa di Centurelli e la storica contesa tra Caporciano e San Pio delle Camere

Conoscete la storia della Chiesa di Centurelli e la contesa tra i centri di Caporciano e San Pio delle Camere? Il primo appuntamento con la rubrica "I Cinturelli".

Fu contesa tra Caporciano e San Pio delle Camere la storica Chiesa di Centurelli, edificio religioso lungo la SS17 dell’Appennino abruzzese.
La rivista che ne porta il nome, ricostruisce una pagina di storia del territorio: quando la tranquilla convivenza tra i due paesi fu rotta in seguito a un furto, per contendersi proprio la proprietà della Chiesa.

Sul Capoluogo.it la nuova rubrica ‘I Cinturelli’, con una selezione di articoli dello storico periodico quadrimestrale di cultura, storia e personaggi del territorio. Nato dall’amore, dalla passione, dalla curiosità di alcuni professionisti originari della zona di Caporciano e Bominaco ed ora diretto da David Filieri.
Parte la nuova rubrica I Cinturelli: il periodico aquilano, arriva sulle pagine del Capoluogo con i suoi contenuti storici e culturali.
Per questo primo appuntamento, spazio alla storia della stupenda chiesa di Cinturelli, che dà il nome alla rivista ed alla nostra nuova rubrica, con le contese tra Caporciano e San Pio delle Camere.

ZIRICHILTAGGIA di Dino Di Vincenzo
In una famosa canzone di Fabrizio De Andrè, ZIRICHILTAGGIA, viene portato a poesia un litigio di una famiglia sarda. La bega raccontata dal cantautore è uguale ai tanti litigi che spesso avvengono in famiglia, l’entità più piccola della nostra società. I nostri piccoli paesi, poco più che una famiglia, hanno anch’essi avuto le loro brave questioni, litigi più o meno aspri, più o meno lunghi, che rivisti oggi ci fanno sorridere e divertire! Alcuni di questi litigi, ormai lontani nel tempo, li racconteremo in questa rubrica. Ora ci appaiono futili questioni che nessuno prenderebbe sul serio, ma allora forse, come sempre, qualcuno pensava di poterci speculare sopra.

La contesa della chiesa di Cinturelli
E non potevamo iniziare con una contesa che riguardò quello che è il luogo che dà anche il nome al nostro giornale, Cinturelli.
Una radura ventosa su cui sovente sventolano bandiere, gonfaloni sacri e profani, gazebo che si stagliano sul prato verde. Numerose persone che si riuniscono con le loro pecore, si scambiano i prodotti nelle fiere, ascoltano musica o omelie religiose. Sempre festanti.
Così qualche anno fa descrivevo il luogo. Un luogo simbolo per un ampio territorio, riconoscibile a livello regionale per la sua collocazione lungo la SS 17 dell’Appennino abruzzese e che, dopo il lungo restauro, è ormai un luogo di aggregazione comune. In una pietra sulla facciata, un graffito racconta il “miracolo” di una giumenta che, di ritorno dalla Puglia, qui si fermò. Le gesta che ne seguirono furono ritenute miracolose ed iniziò cosi la raccolta di fondi per ingrandire quella che fino ad allora era una piccola chiesa. Ma quel luogo è sempre stato importante. A cominciare dal III Sec. a.C. (che secondo alcuni studiosi è la data di nascita dei primi tratturi).
Seguirono i romani che realizzarono la Via Claudia Nova e sancito dai vari insediamenti, i primi dei quali datati oltre mille anni prima di Cristo. E qui forse passò anche Annibale, tra il 217 e il 216 a.C., quando, nella seconda guerra punica, andò a combattere i romani a Canne, in Puglia.

Ecco, questo luogo pieno di storia e vita, pur in un momento di declino della chiesa, a metà dell’800 divenne la contesa più importante tra gli abitanti di Caporciano e San Pio delle Camere.
Tutto ebbe origine forse da uno scherzo o per interesse di qualcuno rimasto nell’ombra. Il fatto è che quel luogo così frequentato allora dalle comunità di Tussio, San Pio, Caporciano, Bominaco e Civitaretenga, stimolò l’attenzione e, notte tempo, nel mese di giugno del 1857, in pieno Risorgimento ed ancora sotto il dominio del Regno di Napoli, il “termine” lapideo – che segnava il confine tra i territori comunali di Caporciano e San Pio – fu rubato. Poiché in quegli anni ancora non esisteva il Catasto, il furto innescò problematiche importanti.
Gli abitanti di San Pio presero a pretesto la mancanza del termine per rivendicare la proprietà del luogo. Ci furono alcuni cittadini che ne interessarono il Comune e questi, spalleggiato dall’autorità religiosa, prese posizioni ufficiali in favore della rivendicazione.
I caporcianesi rimasero prima increduli e attoniti, poi montò pian piano la protesta. Che diventò sempre più vibrante, fino a  prevedere le più svariate minacce di ritorsione. Al mondo civile si associò ben presto quello religioso, trovando, le due parti, adepti e testimoni.

“Pianta del Tratturo Magno in tenimento di Santa Maria delli Sciantarelli nei Comuni di Caporciano (a sinistra) e San Pio (a destra). Secondo la reintegra del 1712

Il confine catastale odierno

La tranquilla convivenza dei due paesi che aveva caratterizzato fin lì i rapporti, rischiava di montare sempre di più. E proprio ora che era stata finalmente sancita l’Unità d’Italia, nel 1861, in questo piccolo angolo d’Abruzzo pali e forconi si brandivano sempre più minacciosi. Non poteva tollerarsi!
Il Prefetto dell’Aquila prese allora in mano la situazione. Ascoltò testimoni delle due parti: tecnici incaricati del riconfinamento, personaggi del mondo civile e religioso. Fra i tanti vennero ascoltati l’eremita Giuseppe Sidoni e la madre Angela Maria D’Amato, che abitavano nei locali dell’ex conventino annesso alla Chiesa, già dal 1845. Solo dopo otto lunghi anni, nel 1865, l’Autorità prefettizia dette ordine all’Arch. Domenico Zimei di rilevare e riportare su pianta la linea di confine. Fu quindi sancito ufficialmente che la chiesa apparteneva al Comune di Caporciano. 

I Cinturelli – La nuova rubrica settimanale del Capoluogo

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