Crollo via Campo di Fossa, ancora una sentenza: condannati Ministeri, maxi risarcimento a famiglia greca

6 marzo 2023 | 12:30
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Crollo via Campo di Fossa, ancora una sentenza: condannati Ministeri, maxi risarcimento a famiglia greca

Il Tribunale dell’Aquila ha condannato i Ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture per la morte di un giovane studente greco, nel crollo di un Palazzo in via Campo di Fossa. Maxi risarcimento ai familiari

Ancora una sentenza in merito ai crolli di via Campo di Fossa nel 2009. Condannati i Ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture: maxi risarcimento alla famiglia di nazionalità greca che perse suo figlio, Vasileios. Sua sorella Dionysia si salvò, ma riportò lesioni dal sisma.

Un maxi risarcimento alla famiglia di nazionalità greca per i danni legati alla morte nelterremoto dell’Aquila del 2009 del giovane figlio universitario, per le lesioni dell’altra figlia salva per miracolo ma anche perla depressione e lo stato di prostrazione permanente di madre,padre e della stessa figlia: ilTribunale civile dell’Aquila ha condannato il Ministero dell’Interno e il Ministero per leInfrastrutture ed i Trasporti a risarcire oltre 1,9 milioni di euro ai familiari per la scomparsa di Vasileios Koyfolias in un palazzo di via Campo di Fossa crollato totalmente nel terremoto dell’Aquila del 2009, e per le lesioni di sua sorella Dionysia, uscita miracolosamente viva dopo essere rimasta sotto le macerie con suo fratello. Nella sentenza del giudice Ciro Riviezzo, risalente ai mesi scorsi, oltre alle responsabilità nella costruzione della struttura ad enti pubblici, riconducibili ai due Ministeri, è stato sancito l’elemento ripreso in pronunciamenti successivi, della depressione e dello stressattraverso il riconoscimento del danno biologico e dellainvalidità permanente.

Lo stabile di via Campo di Fossa è stato al centro di una sentenza choc del giudice Monica Croci che ha stabilito il concorso di colpa del 30% a tre vittime del sisma. Il risarcimento, al termine del processo civile di primo grado nel quale la famiglia è stata rappresentata dall’avvocato Isidoro Isidori, del foro dell’Aquila, è stato attribuito, in due filoni separati, ai coniugi Georgios Koufolia e Anna Koufolias e alla figlia Dionysia.

“Innanzitutto – si legge nella sentenza – va riconosciuto il danno da morte del figlio, che,come è noto, non abbisogna di particolari prove, dovendosi
ricorrere alle presunzioni e valutare le particolarità del casodi specie. Nella fattispecie concreta, vi è da considerare lagiovanissima età del defunto e quella ancor giovane deigenitori, il forte rapporto che legava i genitori al figlio cheera stato mandato a studiare in Italia per dargli un futuromigliore di quello che poteva attenderlo in patria, nonché leassolute peculiarità dell’evento mortale (nel quale è statacoinvolta anche l’altra figlia della coppia, fortunatamente conesiti non letali), avvenuto in occasione del noto sisma del 6aprile 2009″.
Sul danno biologico, nella sentenza si sottolinea cheuna CTU ha accertato che entrambi i genitori presentano un disturbopost -traumatico da stress cronico grave e depressione maggioregrave ad andamento cronico. Il Consulente ha descritto lecondizioni di comprensibile prostrazione in cui si trovano igenitori del povero ragazzo, che sono ormai focalizzati sulricordo del figlio così tragicamente perduto, tanto da farpresumere che tale loro stato psicologico ormai non avrà piùfine”.

Nel giorni scorsi il Tribunale civile dell’Aquila, giudice Baldovino De Sensi, ha condannato ad un risarcimento complessivo di 1,5 milioni di euro le famiglie di due vittime del sisma, un 30enne morto nella frazione di Onna e un 60enne nel crollo divia Campo di Fossa, riconoscendo la invalidità permanente dovuto alla depressione per aver perso i proprio i cari. Ad essere condannati la Presidenza del Consiglio dei Ministri l’allora vice capo della protezione civile nazionale, Bernardo De Bernardinis, al quale sono stati inflitti due anni nel processo agli esperti della commissione Grandi Rischi che a pochi giorni dal sisma del 6 aprile 2009 per aver rassicurato gli aquilani durante lo sciame sismico inducendo i cittadini a non adottare
le precauzioni tradizionali, come l’uscita di casa dopo una forte scossa.