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Nuovi impianti sciistici a Ovindoli, accolto ricorso Regione: “Ora nuova stagione di sviluppo”

Il commento del senatore Guido Liris alla sentenza del Consiglio di Stato che accoglie il ricorso della Regione Abruzzo sui nuovi impianti sciistici a Ovindoli: "Sentenza storica, ora nuova stagione di sviluppo".

Il commento del senatore Guido Liris alla sentenza del Consiglio di Stato che accoglie il ricorso della Regione Abruzzo sui nuovi impianti sciistici a Ovindoli: “Sentenza storica, ora nuova stagione di sviluppo”.

“Per Ovindoli e l’intero Altopiano delle Rocche si apre una pagina nuova che sicuramente significherà maggior sviluppo per uno dei più importanti bacini sciistici d’Abruzzo, considerando che la gara era già stata effettuata utilizzando 6 milioni di euro e quindi i lavori potranno partire già nei prossimi mesi. Ora dobbiamo concentrare tutte le nostre attenzioni per il finanziamento degli ulteriori lotti”. Lo afferma il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris, eletto in Abruzzo, commentando la sentenza del Consiglio che ha accolto il ricorso presentato dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Ovindoli contro la sentenza del Tar che aveva annullato il provvedimento regionale di autorizzazione unica (Paur) del progetto di realizzazione di nuovi impianti da sci. “Un pronunciamento che infonde grande speranza nell’ambito dell’atavico dibattito, attorno al quale la nostra regione da troppo tempo si arrovella, tra sviluppo e conservazione, come se il primo compromettesse a tutti i costi la seconda”, osserva Liris. “Emblematico il passaggio della sentenza in cui si afferma che ‘laddove si parta dal presupposto che qualsiasi attività che presenti controindicazioni rispetto alla significativa permanenza della vipera oggetto di tutela debba essere vietata, sarebbe necessario vietare anche il pascolo di animali’, che una volta per tutte stabilisce il principio per il quale la presenza dell’uomo e la sua sopravvivenza, sarebbe il caso di dire considerando che quotidianamente siamo chiamati a ragionare su politiche che combattano lo spopolamento, non può essere annichilita da integralismi ambientalisti oramai desueti”, dice a chiare note il senatore. “La sentenza si commenta da sé, e mai parole furono più azzeccate, anche quando ribadisce come sia ‘necessario contemperare le esigenze di carattere ambientali con altri interessi parimenti meritevoli di tutela tenendo conto nel caso in esame che il Piano Paesistico Regionale, la cui concreta articolazione è il Pst Bacini Sciistici, ha previsto la realizzazione di nuove piste’. In buona sostanza”, rileva Liris, “è ora di mutare l’approccio verso lo sviluppo di aree che troppo a lungo hanno pagato lo scotto di conservatorismi che non hanno portato benefici alla comunità”. “Infine”, conclude il senatore, “voglio rivolgere un plauso all’Avvocatura regionale e agli uffici della Regione il cui lavoro è stato riconosciuto come pienamente regolare dai giudici amministrativi, dal momento che il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità dell’intera procedura amministrativa seguita per autorizzare l’intervento”.

Il riferimento è alla sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso presentato dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Ovindoli contro la sentenza del Tar che aveva annullato il provvedimento regionale di autorizzazione unica (PAUR) del progetto di realizzazione di nuovi impianti da sci a Ovindoli. Il Consiglio di Stato ha sottolineato che “laddove si parta dal presupposto che qualsiasi attività che presenti controindicazioni rispetto alla significativa permanenza della vipera oggetto di tutela debba essere vietata, sarebbe necessario vietare anche il pascolo di animali, indicato nello studio come fonte di pericolo, e la presenza di escursionisti”. È stato invece delineato come sia “necessario contemperare le esigenze di carattere ambientali con altri interessi parimenti meritevoli di tutela, tenendo conto nel caso in esame che il Piano Paesistico Regionale, la cui concreta articolazione è il PST Bacini Sciistici, ha previsto la realizzazione di nuove piste”. Un riferimento è stato fatto anche a una sentenza del 2013 che ha affermato che tutti i diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione si trovano in rapporto di integrazione reciproca e non è possibile individuare uno di essi che abbia la prevalenza assoluta sugli altri. I cinque motivi presentati nel ricorso della Regione sono stati quindi pienamente accolti da parte del Consiglio di Stato.

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