Fondi per sanità abruzzese, Biondi: L’Aquila non resta a bocca asciutta

“Nessun caso L’Aquila, sono contento per la svolta data dal centro destra alla sanità in Abruzzo”. Biondi risponde dopo lo sblocco dei fondi per 3 ospedali abruzzesi e sulla costruzione della centrale del 118.
L’ok definitivo dalla Conferenza Stato-Regioni porterà all’edificazione di 3 nuovi ospedali abruzzesi, fra cui quello di Avezzano. Per il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, i fondi per l’ospedale del capoluogo marsicano non vanno a penalizzare la sanità aquilana, perchè “La sanità si programma prima su base regionale, poi provinciale. Non si parte dal proprio orticello”, ha detto in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero.
Quindi, in sostanza, nessun caso L’Aquila che, per il sindaco, in questi anni ha beneficiato di diverse risorse.“Il centrodestra – spiega Biondi – ha trovato le risorse per rifare il G8 del San Salvatore che in caso di emergenza e necessità può contare su 42 posti letto di area critica – di terapia intensiva e sub intensiva – nonché le somme per il completamento del Delta medico: 108 posti letto ordinari, 17 di Day Hospital e 16 ancora da attivare. Sul Delta medico il centrosinistra non ha posto mai la minima attenzione: perché non li ha stanziati Paolucci i fondi per ripristinarlo? È uno spazio vitale per tutto l’ospedale”. A questo si aggiunge anche la costruzione della nuova centrale del 118, una struttura di circa mille metri quadri, 500 per piano, che sorgerà accanto al Delta 8. Potrà contare, oltre a nuovi e funzionali locali dedicati agli operatori e al personale medico-sanitario, anche su un eliporto e un hangar per il rimessaggio dei velivoli.
“Da aquilano e da sindaco dell’Aquila sono contentissimo per la svolta che grazie al centrodestra consentirà la costruzione del nuovo ospedale ad Avezzano. Una politica accorta e intelligente oggi dovrebbe gioire”, spiega ancora nell’intervista. Il nuovo Ospedale di Avezzano, da 119 milioni di euro, è stato oggetto di numerosissimi incontri anche a Palazzo di città. Nel dicembre del 2021, proprio il vicesindaco di Avezzano ha ricevuto in Municipio per la prima volta il manager della Asl 1, Romano. Con l’ultimo accordo quadro per la sanità, presentato pochi giorni fa dalla Regione Abruzzo, sono stati sbloccati 388 milioni per l’edilizia sanitaria, di cui solo una decina al capoluogo di regione. Per il primo cittadino in ogni caso, “L’Aquila non è rimasta a bocca asciutta, già nella legge di conversione del decreto sisma, subito dopo la tragedia che nel 2009 ha colpito la città, grazie al governo di centrodestra era stata data priorità allo stanziamento di risorse per l’Abruzzo e in particolare per la riparazione dell’ospedale dell’Aquila”.
E ha ricordato di come l’allora presidente della Regione e commissario Gianni Chiodi avesse sottoscritto, “un accordo quadro con il ministero della Sanità, suddiviso in tre stralci: nei primi due erano contenuti, tra le altre cose, 52 milioni per l’ospedale di Sulmona o gli 84 per quello di Avezzano o i 35 per il ripristino del San Salvatore e i 6,3 per la centrale unica del 118 nel capoluogo d’Abruzzo. Con il terzo stralcio, che avrebbe dovuto essere attuato dal centrosinistra, si è bloccata l’edilizia sanitaria in Abruzzo. Nella proposta di intesa, formulata con una delibera di giunta presieduta dall’aquilano Giovanni Lolli a settembre 2018 – e con il consigliere Pietrucci che faceva parte della maggioranza – su un plafond di 283 milioni sono state confermate solamente le risorse per L’Aquila per la centrale 118, comprensive dei 2,1 milioni donati dall’Emilia Romagna. Una percentuale di circa il 2,5%”.
Per quanto riguarda la situazione odierna,“Bisogna dare atto al presidente Marsilio che ha sbloccato fondi importanti e cambiato radicalmente strategia rispetto a un centrosinistra che aveva paralizzato la costruzione dei nuovi ospedali solo perché voleva regalare l’edilizia sanitaria ai privati con project financing insostenibili. Era stato lo stesso ex assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, a scrivere al Ministero garantendo con soldi del bilancio regionale eventuali rate da riconoscere ai privati”.