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L’Aquila 1927, Stefano Sarritzu negli studi di #nonsolocalcio: “Sei finali da giocare, il pubblico è la nostra benzina”

A #nonsolocalcio si torna a parlare dell'Aquila 1927: in studio Stefano Sarritzu, marcatore nelle ultime due giornate di campionato. "E' molto più bella una vittoria di squadra che un gol personale". E invita gli aquilani allo stadio: "La squadra è vostra, non c'è cosa più bella!"

Sette vittorie consecutive per L’Aquila 1927, sei partite alla fine di un campionato nel quale, al momento, i rossoblu’ hanno dieci punti di vantaggio sulla seconda in classifica. Puntata speciale di #nonsolocalcio dedicata all’Aquila 1927: in studio l’esterno offensivo rossoblù Stefano Sarritzu, marcatore contro l’Alba Adriatica, e la giornalista del Capoluogo che da sempre segue la compagine aquilana Claudia Giannone. Conduce Eleonora Falci

A segno per due partite di seguito, Sarritzu sottolinea da subito l’importanza del gruppo e del risultato da raggiungere collettivamente: “Una bella soddisfazione. In questo momento i numeri sono importanti, ma lo sono soprattutto i risultati. Dal punto di vista individuale, se riesci a contribuire alla vittoria fa ancora più piacere. Penso che sia però più importante in questo momento il risultato collettivo. Quando inizi un cammino come quello dell’Aquila 1927, con l’obiettivo campionato, devi mettere da parte i risultati personali e mettere a disposizione del gruppo tutto quello che hai: è molto più bella una vittoria di squadra che un gol personale”.

Una partita non bellissima, osserva Claudia Giannone. “Ma nemmeno la più semplice della stagione. L’Alba Adriatica ha dimostrato di valere molto di più della posizione che ha in classifica. Il secondo gol è stato importante per chiudere il match: sottolineiamo l’importanza del primo gol di Sarritzu ma soprattutto il secondo per mettere la partita in cassaforte. È stato fondamentale essere concreti e portare a casa i punti”.

D’accordo con questa lettura Sarritzu: “Lavoriamo tanto durante la settimana per dare il meglio, ma a volte non siamo sempre stati brillanti: questo non implica però che non ci stiamo mettendo la stessa voglia e la stessa energia. Ci sono tante situazioni che ti portano molte volte a non essere sempre te stesso: ad esempio, nell’ultima partita abbiamo patito il campo molto pesante della settimana scorsa, quando abbiamo giocato contro la Renato Curi Angolana. Però è lì che si vedono i giocatori: soffri, non gira tutto bene, ma quando il gruppo è compatto alla fine porti via il risultato.”
Serio e determinato sul campo, ma al tempo stesso “showman”, come si autodefinisce: l’esterno sardo è anche famoso nell’ambiente aquilano per le sue imitazioni, che ha deciso di mostrare al pubblico solo a patto che arrivino determinati risultati – scaramanzia vuole che non si pronunci una determinata parola. 

nonsolocalcio stefano sarritzu l'aquila 1927

Mettendo da parte la scaramanzia, restano sei partite da giocare, a partire dalla prossima col Pontevomano. Miglior attacco e migliore difesa del campionato per L’Aquila: “E non può essere un caso”, sottolinea Giannone. “Questi numeri vengono da un lavoro svolto bene, da punti di forza messi a punto col mercato estivo e con il gruppo”. Tre trasferte e tre partite  fra le mura amiche, con la prossima di Pontevomano piuttosto ostica: “È sempre un avversario importante da osservare. Quarto in classifica, 11 vittorie, 12 pareggi: la squadra con più pareggi del campionato e la terza miglior difesa del campionato. Guai a sottovalutare impegni del genere”.

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Nella partita contro Alba Adriatica c’erano circa 1000 spettatori: fra questi tanti bambini e ragazzi che avevano ricevuto, nel corso della settimana, dei tagliandi per andare allo stadio. E lo sprint finale può arrivare anche grazie all’abbraccio della città. “Già avevo notato che la società, il mister avevano creato uno spogliatoio di uomini, ancor prima che calciatori. Condividiamo gli  stessi valori, gli stessi obiettivi. Qui la gente è esigente ed è giusto lo sia: non puoi pensare di venire qui a farti una stagione o una vacanza. Devi lasciare un segno ed è così che si è professionisti. Noi non possiamo permetterci di fare calcoli: il mister ce lo ricorda ogni giorno, i conti si fanno alla fine. Noi giochiamo a calcio ma le emozioni ce le danno chi ci viene a vedere: la gente è la benzina che ti consente di dare, la domenica, il meglio di te”.

E ancora, sulla società: “Poche volte negli anni in cui ho giocato ho visto una società sana come questa. Al giorno d’oggi non è facile: anche la collaborazione con le scuole ne è testimonianza. Mi piacerebbe che gli aquilani si avvicinassero di più alla loro squadra: la squadra è della gente, è giusto che la gente abbracci questi colori. Venite allo stadio per capire quanto sia grande lo strumento che avete per le mani: attraverso lo sport si può aiutare tanta gente, tanti bambini. Sentite questa squadra vostra, perchè è vostra”.

Infine, su domanda diretta, uno sguardo al prossimo anno: “Sapevo che c’era un progetto dietro quando sono arrivato qui, e sapevo che il progetto era importante. Io qua sto bene, mi trovo bene e mi auguro ci sia un futuro nel cammino con L’Aquila. Sono molto felice ma adesso dobbiamo concentrarci solo sul nostro obiettivo. Quello che arriverà, arriverà: prenderò tutto quello che ci sarà da prendere”.

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