Giornata internazionale della donna

Il coraggio di Pamela: il tumore mi ha insegnato ad amare le piccole cose

"Tutto quello che arriva può essere un'opportunità, anche un tumore al seno!". La storia di Pamela Soncini: "Questa guerra la vinco io!".

“Ho imparato ad accettare quello che arriva, bello e brutto che sia, con la consapevolezza che anche un tumore al seno possa costituire, inaspettatamente, un’opportunità. Io sono stata molto fortunata e ho avuto grande fiducia nella scienza e nella ricerca”. Pamela Soncini è una donna aquilana che combatte la propria guerra personale da 2 anni: il nemico è un mostro cattivissimo annidiato nel suo corpo, un cancro al seno che sta cercando di debellare con tutte le sue forze.

La sua è una di quelle storie che sanno di coraggio e di speranza. Il tumore l’ha piegata, ma non l’ha vinta, non ha avuto il sopravvento su testa e cuore. Racconta la sua storia sui social anche in maniera spiritosa, con un sorriso. Pamela è una donna combattiva, piena di energie, con una grande passione per la politica che l’ha portata a diventare assessore al Comune di Scoppito. Aveva tanti progetti: per il sociale, per le donne, per i bambini. Progetti che, per adesso, sono stati messi in un cassetto con la speranza di riprenderli a breve. Nella giornata in cui si celebrano le donne, vogliamo raccontare insieme a Pamela Soncini questi ultimi 2 anni caratterizzati da sofferenza e dolore, ma anche gioia, coraggio e speranza per il futuro. “Il mio tumore al seno ha cambiato la consapevolezza che avevo del tempo. Dovendo fermarmi per forza, ho cominciato ad assaporare meglio quei piccoli momenti di unione”, spiega, commossa, intervistata dal Capoluogo. “Ho vissuto ‘nel lusso’ pensando di averne ancora davanti a me; quando ho guardato negli occhi la morte, sapendo che avrei potuto andarmene all’improvviso, ho capito quanto fossero preziose le piccole cose, i gesti gratuiti di gentilezza, la costruzione di ricordi amorevoli per chi resta, quelle cose di cui non ci rendiamo conto nella frenesia del quotidiano. Ho 2 figli che sono stati il mio porto sicuro, una famiglia e degli amici preziosissimi, impagabili, che hanno rappresentato un’ancora che mi ha tenuta ferma in porto. Tanti anni fa la vita mi ha costretto ad abbandonare una mia grande passione: gli studi in Medicina. Adesso, non potendo lavorare, ho ripreso i libri e mi mancano pochi esami alla meta. È stato bellissimo fare tutto ciò insieme ai miei bambini che oggi studiano con me: facciamo i compiti insieme, allo stesso tavolo e alla fine mi interrogano… Sembra incredibile, ma mia figlia Lisa conosce tutta la Fisica medica quasi meglio di me, mentre Pietro, quando torna da scuola mi fa pure la ramanzina se non ho studiato abbastanza!”.

pamela soncini, tumore al seno
Pamela Soncini

Pamela è una donna gioiosa, parla del suo calvario sorridendo e scherzando, sembra quasi che stia raccontando di qualcosa accaduto ad un’altra persona. E quando è arrivato il verdetto “tumore al seno”, si è preoccupata prima degli altri che di se stessa. “La prima cosa che ho pensato è stata: ‘Come lo dico a mia madre?’ Non si smette mai di essere figli anche da adulti, sapevo che le avrei dato un dolore, ma lei, come sempre, è stata una donna straordinaria. Viveva a Termoli e si è trasferita qui a Scoppito, diventando la mia vicina di casa, sempre presente, attenta, premurosa. La stessa cosa hanno fatto mio padre e le mie sorelle dal momento che in un paese come il nostro dove non abbiamo servizi di nessun genere non avrei saputo gestire la mia vita familiare, anche perchè, diciamolo chiaramente, non sapevo davvero quanto tempo avrei avuto!“. 

Pamela Soncini

La diagnosi è arrivata in un giorno di fine estate. “Ero stata al mare e avevo un fastidio al bikini, pensavo si fosse scucito il ferretto e mi avesse provocato qualche ferita. Facendo poi da sola l’autopalpazione ho sentito un nodulo che poco tempo prima ero sicurissima non ci fosse. La parola tumore al seno fa paura e, anche se abituata al linguaggio medico, mi ha spaventata. Sono corsa in ospedale con nelle orecchie le parole del grande professore Luciano Onori, di cui ho avuto l’onore di essere allieva, ‘linfonodo ligneo, adeso ai piani sottostanti’. Dal controllo fatto poco prima dell’estate sembrava non essere emerso nulla anche se avevo avuto una sensazione strana, oggi non saprei descriverla, ma a marzo già sapevo di non stare bene. In ospedale ho trovato dei professionisti che hanno saputo prendersi cura di me: la dottoressa Marrelli, la professoressa Nanni Costa, il prof. Antonio Giuliani, la dottoressa Pistoia. É stato tutto velocissimo, nel giro di poco tempo ero sotto i ferri, tanto che, riflettendoci ora, non avevo realizzato la gravità della mia situazione. Se oggi sono qui, se sento ancora il profumo dei miei bambini, se posso ancora abbracciare mio marito e i miei cari, lo devo a quella tempestività che mi ha salvato la vita!”. 
Vicino a lei, in ospedale, in quei giorni di degenza, c’erano altre donne che stavano combattendo una battaglia importante: “In quel momento ho cominciato a realizzare, c’era una signora accanto a me che doveva essere operata, la rimandarono a casa dicendole che non c’era nulla da fare. Non lo so se sia ancora in vita, purtroppo non credo. In quella circostanza mi sono resa conto che per quanto potesse essere grande la mia fiducia nei riguardi della medicina e della scienza, effettivamente qualche volta il male prende il sopravvento. E io non volevo che accadesse. Dall’operazione in poi il mio impegno è stato finalizzato a debellare il tumore e a non averlo più tra i piedi per sempre: ho deciso che ce l’avrei messa tutta, lo avrei fatto per me, per i miei affetti, per mio marito ed i miei figli”. 

pamela Soncini

Tornata a casa ha atteso l’esito dell’intervento nella sua bolla affettiva, perchè non dimentichiamoci che Pamela ha affrontato questo calvario in piena emergenza Covid. “Come si dice? Di qualcosa dobbiamo pur morire… Oggi ci scherzo, ma la tempestività delle azioni messe in campo dai medici effettivamente non erano esagerate. Aver asportato quel nodulo mi ha consentito di non morire subito. Era la metastasi di un tumore primitivo che, però, non si vedeva alla prima ecografia. La mia vita è cambiata? Si per forza… Abbiamo incominciato 6 cicli di chemioterapia, dico abbiamo perchè in famiglia ho deciso di essere chiara e onesta e non nascondere nulla, anche ai miei figli che sono stati straordinari: mi dispiace averli preoccupati, ma volevo che capissero cosa stava accadendo alla loro mamma perché sapessero che nelle più terribili sofferenze i miei sorrisi erano tutti per loro. Ho trovato le parole giuste e loro sono stati bravissimi. Non c’è stato modo di dissuadere Lisa dal voler tagliare i capelli come me, voleva accompagnarmi senza esclusione di colpi nella mia avventura. È diventato il nostro specchiarci ed è stato bellissimo ritrovarci spesso a ridere. Pietro mi è stato accanto con una delicatezza d’animo unica, quella che lo caratterizza nello splendido ragazzo che sta diventando. Sono stati giorni durissimi  e indimenticabili, vissuti con sincera gratitudine per l’amore che ho ricevuto e per il fatto di poterlo ancora testimoniare. Per fortuna ho potuto giovare della recentissima scoperta di una terapia nuova, a base di un ‘un cocktail’ di chemioterapici e farmaci biologici. Anche questa, insieme al primo intervento e alla mastectomia totale, è stata la mia salvezza, un aperitivo davvero irrinunciabile! “.

Come è stato realizzare di non avere più una parte della propria femminilità, rendersi conto di essere senza il seno ? “Non ho mai dato peso all’estetica, sono dell’idea che una donna per essere bellissima deve saper comunicare qualcosa a prescindere dalle misure e dal proprio aspetto. Il dottor Bafile è stato grande, mi ha compresa, ha capito i miei timori, le paure, il desiderio di curare la malattia e di non volerla più rivedere in tutta la mia vita anche a discapito della mia femminilità. Le linee guida si orientano verso un approccio conservativo, ma nel mio caso abbiamo asportato tutto. Per ora va molto meglio, sto ancora facendo tutte le indagini per verificare l’efficacia della terapia e stiamo aspettando per vedere se è tutto a posto e se i linfonodi residui sono funzionalmente attivi o se sono patologici”. 

Screening al seno, Renato di Marco: Fondamentale fare prevenzione

Pamela ha scoperto con la malattia di essere forte e resiliente, ha scovato risorse inaspettate dentro di sé e pian piano ha visto il suo corpo cambiare e riprendersi. “C’è un disegno che rappresenta un lupo che cerca di prendere un’aquila in volo e nel tentativo di prenderla, rischia di precipitare: quel disegno, a me molto caro, rappresenta la ricerca di un punto di equilibrio tra il ‘veleno’ che mi iniettavano per distruggere la malattia e la tenacia con cui cercavo di non distruggermi psicologicamente. La sofferenza fisica è stata inevitabilmente grande, quella psicologica magnificamente curata dalla dottoressa Cristina Crosti, cui devo il permanere, saldissimo, della mia gioia di vivere. Ho visto il mio corpo che cambiava e rispondeva: non avevo mai riflettuto più di tanto sulla mia bellezza, sul significato del quotidiano nel disporre della propria ‘criniera’ di sansoniana memoria! La chemio in ospedale da noi funziona benissimo, ho potuto utilizzare il caschetto, oggetto di raccolta fondi di associazioni come Viva! e Morena una farfalla per sempre che, raffreddando il cuoio capelluto, lo preservano dall’aggressività dei farmaci. Si, sono caduti laddove il casco non ha aderito perfettamente, ma li ho tagliati e adesso stanno ricrescendo… Non sono più biondi, lunghi, ma pazienza, me ne sono fatta una ragione… Quando posso metto un foulard colorato in testa e ‘vado a comandare’! Il vero ‘problema’ è stato perdere tutte le sopracciglia e le ciglia, non riuscivo più a riconoscermi ed anche negli altri ho iniziato a leggere il segno della disperazione. Anche in questo caso grazie all’associazione Viva! ho potuto fare la dermopigmentazione e rivedere finalmente il mio volto, me stessa…Piccoli trattamenti che insieme al tatuaggio mi hanno ridato il sorriso! La mia storia è uguale a quella di tante altre: tutte le malattie ti mettono di fronte al fatto che il tempo è molto prezioso: in realtà per come la vedo io il segreto è avere fiducia e affidarsi totalmente, senza aver paura di mostrare i propri sentimenti. Per me è stato facile perchè sono circondata da amore, affetto e amicizia vera di cui ho avuto prova minuto per minuto e di cui sono immensamente grata”

Pamela Soncini

Adesso che Pamela ha completamente cambiato il modo di vedere la vita, cosa ha capito? “Capisci quali sono le cose veramente importanti solo quando ci sei dentro, quando sei nel reparto e ascolti e vedi gente che sta male come te, o che purtroppo non ce la fa. Il messaggio che vorrei dare è di crederci sempre e avere fiducia nei medici e nella Scienza, per questo penso che aiutare la ricerca per il tumore sia fondamentale, ma anche di non chiudersi nel proprio dolore, quello che talvolta diviene autentico terrore…Rivolgetevi al meraviglioso mondo delle associazioni, tutte utili e operative: Viva!, L’Aquila per la vita, Salute Donna, le Gemme Dormienti, costituiscono un valido aiuto per quei problemi che non avremo mai pensato di dover affrontare. Credere fino in fondo nell’impossibile, lottare con me stessa per non lasciarmi sopraffare dalla sofferenza, ma godere di ogni singolo momento con gratitudine sincera: questo mi ha portato ad accettare il mio tumore come occasione per migliorarmi!“. 

Questa è la storia di una donna che nella giornata dedicata alle donne ha voluto raccontare il suo percorso di coraggio femminile: un esempio di forza, resilienza, amore per la vita, nonostante la battaglia per sconfiggere il tumore!

leggi anche
Frecciarosa
Prevenzione
Le prevenzione del tumore al seno viaggia sui treni tra Avezzano e Roma
tumore al seno calcio femminile
Attualita'
Tumore al seno, associazioni in campo per la prevenzione
prevenzione, tumore seno, lilt avezzano, Dalila tangredi
Prevenzione e salute
Ottobre rosa, prevenzione gratuita contro il tumore al seno
8 marzo casa famiglia tagliacozzo
Attualita'
Giornata internazionale della donna, gli auguri dalla Casa Famiglia “Dopo di noi” di Tagliacozzo
giornata internazionale della donna Montereale
8 marzo
Giornata internazionale della Donna in Alto Aterno, una panchina rossa a Montereale
screening al seno
Salute
Tumore al seno e al collo dell’utero, screening gratuito: come partecipare
secinaro 8 marzo
8 marzo
L’8 marzo di Secinaro: una luce gialla in nome delle donne afghane e iraniane
8 marzo san demetrio scuole
8 marzo
San Demetrio, un segnalibro e proiezioni speciali alle Grotte di Stiffe per l’8 marzo: le donne “Una forza della Natura”
tua prima macchinista donna
Personale in rosa
TUA presenta la prima macchinista donna
8 marzo, donazione ail, comune l'aquila, biondi
Giornata internazionale delle donne
8 marzo al Comune dell’Aquila, oltre le mimose: una donazione all’Ail per sostenere le donne chemioterapizzate
Pamela soncini laurea
Capoauguri
Congratulazioni alla dottoressa Pamela Soncini