La ricorrenza

10 anni di Papa Francesco: la visita a L’Aquila, la Perdonanza, il lungo legame con l’Abruzzo

Papa Francesco: 10 anni da Pontefice per rivoluzionare la Chiesa. La visita storica a L'Aquila durante la Perdonanza. Un Papa contemporaneo, dopo Twitter arriva anche il Popecast.

Dalle aperture sugli omosessuali e sui divorziati alla richiesta, continua, di cessare il fuoco: i passaggi di 10 anni di un pontificato rivoluzionario – quello di Jorge Mario Bergoglio – fin dalla scelta del nome. Povertà è stata la parola chiave di Papa Francesco, la ragione del nome scelto appena eletto e l’ha onorata davvero, andando vicino ai poveri con l’autenticità e la credibilità che pochi altri hanno avuto.

Lunedì 13 marzo Papa Francesco festeggia i suoi primi 10 anni al soglio pontificio: il suo è un cammino con l’obiettivo di portare più avanti possibile quella “revolucciòn” annunciata dall’inizio, rimettendo al centro una “Chiesa povera per i poveri”, vicina agli ultimi, alle periferie, agli emarginati, meno “burocratica” e più aperta ai giovani, anche attraverso la tecnologia: non a caso, per questa ricorrenza arriva anche il lancio di un Podcast, il primo podcast di un Pontefice, dal nome inconfondibile di “Popecast”. Del resto che il suo fosse un Pontificato “giovane” già si sapeva: talmente tanto che negli anni scorsi aveva decido di aprire anche un account su Twitter.

Un rapporto importante lega il Papa con l’Abruzzo, sancito dalla visita storica a L’Aquila durante la Perdonanza 2022 con l’apertura della Porta Santa, nella Basilica di Collemaggio dove riposano le spoglie di Celestino V, “Facciamo tesoro del messaggio che Papa Celestino ha lasciato a tutta la Chiesa, l’umiltà, l’amore, la vicinanza, il perdono, la misericordia sono il modo più bello di annunciare il Vangelo”, aveva detto durante l’omelia sul sagrato della Basilica. La prima visita in Abruzzo risale al 2016, a Carsoli, ma l’ultima a L’Aquila ha rappresentato davvero molto per la città e per il mondo intero. “Benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l’intera cittadinanza. Jemo ‘nnanzi!”, è stato il saluto agli aquilani da Piazza Duomo prima della messa solenne a Collemaggio, in un silenzio carico di magia. A Carsoli era andato invece in forma privata, il 9 agosto 2016, senza preavviso, a Poggio Cinolfo, per visitare il convento francescano gestito dalle Suore Riparatrici del Volto Sacro di Gesù Cristo. Il suo cammino pastorale, lungo 2 lustri, spesso si è intrecciato con le storie e le vicende abruzzesi, anche attraverso simboli della cultura, dell’arte, delle vicende che hanno caratterizzato del territorio. Nel 2018, a Roma, nella chiesa di Santa Marta, dopo una funzione molto commovente, il Santo Padre aveva incontrato i familiari delle vittime di Rigopiano che avevano donato al Papa un ricordo dei loro cari scomparsi. Nel 2020, a San Pietro, da Castelli era giunto un presepe monumentale realizzato dagli studenti scultori e dai docenti dell’Istituto d’arte per la Ceramica “Francescantonio Grue”. Sempre a Natale, nel 2022 l’atmosfera magica di San Pietro, è stata arricchita dalla presenza di un sontuoso albero monumentale, alto 32 metri, proveniente dal vivaio forestale regionale di Palena.

Papa Francesco a L’Aquila, la giornata storica minuto per minuto

10 anni di Pontificato: le riforme del Santo Padre

La tabella di marcia di Papa Francesco segue una precisa road map individuata dai cardinali che lo hanno eletto nel 2013. “Mettere fine alla corruzione che stava depredando il patrimonio della Santa Sede”, mettere fine al centralismo vaticano e ai cortigiani del papato e stroncare la pedofilia. Lui stesso ha tirato queste somme nel suo ultimo libro – “El Pastor” – scritto con due giornalisti argentini amici di lunghissima data – Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti.

Ma a che punto sono arrivate le riforme abbozzate? Le novità introdotte in curia finora hanno portato a razionalizzare tutte le procedure amministrative, introducendo controlli sui conti, centralizzando il patrimonio. Il peso economico è però restato praticamente lo stesso per via degli oltre 4 mila dipendenti, come dimostra anche l’ultimo deficit di bilancio. L’ex Segretario per l’Economia, padre Guerrero, il gesuita che di recente ha lasciato l’incarico, ha sottolineato che di questo passo il sistema potrebbe non essere più sostenibile. Nel frattempo il Papa, come riporta Il Messaggero, ha approvato una nuova Costituzione, cambiato lo Ior così come l’Apsa, il forziere vaticano, ed ha ridimensionato la Segreteria di Stato. Ora la stanza dei bottoni si è trasferita interamente a Santa Marta. Dall’albergo in cui vive Papa Francesco parte ogni provvedimento con modalità che spesso spiazzano, scavalcando i suoi funzionari.
Molti cardinali, tra cui il teologo Muller, hanno lamentato l’esistenza di una specie di cerchio magico che suggerisce al Papa tante mosse. A volte questo modo di procedere ha causato veri e propri terremoti interni, tanto da costringere il Papa a modificare la traiettoria iniziale pur di non causare ulteriori spaccature. Misericordia, sinodalità, fratellanza, ecologia integrale sono i concetti sui quali ha costruito le sue tappe, illustrate in documenti importanti. Tra tutti la “Laudato Sì”, l’enciclica sociale green, per certi versi paragonabile alla “Rerum Novarum”. Governare la Chiesa non è impresa facile, se ne era accorto Benedetto XVI che ad un certo punto aveva capito di non avere più energie per farlo e così ha lasciato. Papa Francesco, al contrario, non ha alcuna intenzione di dimettersi, con buona pace di quelle frange tradizionaliste che sperano in un passo laterale. Per placarle il Papa è ricorso anche a “punizioni” improvvise, spostamenti immotivati, decisioni dure, a volte rompendo codici considerati immutabili, senza timore di affrontare gli avversari. “Alcuni mi volevano morto, già preparavano il Conclave”. L’ironia non gli manca e ai giornalisti ha confidato quanto sia difficoltoso tenere tutto assieme, il nord con il sud, la destra con la sinistra, i conservatori con i tradizionalisti. La sfida per gli anni a venire non sembra essere tanto la salute “si governa con la testa e non con le ginocchia”, ma la geografia mutevole che hanno avviato i venti della attesa “revolucion”. “Io apro processi nella Chiesa”. Il problema però a volte è riuscire a chiuderli.

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