Vandali in centro storico, imbrattati i palazzi ricostruiti

Muri, portoni, palazzi del centro preda di vandali e writers: il fascino del cuore storico della città costretto a mescolarsi con scritte e disegni che hanno rovinato molte pareti degli edifici.
Violata, offesa, imbrattata: L’Aquila appare anche così a residenti e turisti che si recano nel cuore storico per ammirare le bellezze della città. Imbrattati con scritte e disegni a opera di writers e vandali sconosciuti diversi palazzi del centro. Si susseguono le segnalazioni.
Non c’è solo l’episodio di Palazzo Pica Alfieri, il cui muro principale è stato imbrattato con una scritta, sabato 12 marzo, da un minore, di nazionalità italiana, sorpreso e denunciato dagli agenti della Questura.

Il fascino delle bellezze del centro storico dell’Aquila – riportate al loro splendore dopo la furia del sisma – è costretto a mescolarsi con scritte e disegni che hanno rovinato molte pareti degli edifici. I vandali non hanno risparmiato nulla: muri, porte, ma anche panchine e pavimentazione. L’uso sconsiderato degli spray insomma non conosce limiti. Fenomeno, questo, che vede da tempo il capoluogo al centro di polemiche. C’è chi chiede pene più dure, severe ed esemplari, come è successo a Malta, dove un 18enne italiano, uno studente di Varese, è stato condannato a due anni, con pena sospesa, e 15 mila euro di multa, per aver deturpato con due lettere in stampatello maiuscolo, B+L, uno dei portali del complesso monumentale di Gigantia sull’isola di Gozo. L’autore della firma, forse un’improvvida dedica d’amore, è stato avvistato da un agente della sicurezza proprio mentre stava incidendo la scritta. È stato subito fermato dalla polizia, processato per direttissima e condannato dal giudice. In Italia gli atti di vandalismo sono puniti con maggiore severità dall’anno scorso per effetto dell’approvazione – all’unanimità – di una legge che inasprisce le pene a tutela dei beni culturali.
