Dopo la nomina al ruolo di Tesoriere nazionale del Pd, il senatore Michele Fina torna negli studi di Grandangolo. “Partito in crescita. Elly Schlein è una figura nuova, gode di credibilità. Ora sarà importante riunire le forze in una coalizione priva di egoismi”.
Con la vittoria di Elly Schlein, che sensazioni ci sono rispetto a questo ritrovato Pd? È un partito più “rosso”?
“Ho sostenuto convintamente Elly Schlein e non sono rimasto particolarmente sorpreso dalla sua vittoria. Ha una straordinaria capacità di superare gli schemi del passato e riconnettere il nostro progetto politico con una parte del Paese che: o non ci aveva più votato, o non andava più a votare… Il Pd alle primarie ha registrato uno straordinario risultato di partecipazione, superando 1 milione e 100mila partecipanti. Veniva ormai quotato sotto la soglia del 15%, quindi è reduce da un rinnovato interesse e da una rinata partecipazione. Se vogliamo parlare di colori, posso dire senz’altro che il partito oggi è più verde: è la leader politica più ecologista, tra le Parlamentari europee più impegnate sui temi di tutela ambientale, incrociando una generazione che, oggi, incarna il più grande movimento politico planetario intorno ai cambiamenti climatici. Senza dubbio poi c’è il rosso del lavoro, basti pensare alla nostra partecipazione al Congresso della CGIL. C’è una nuova spinta a far tornare il Pd nei luoghi di lavoro: stanno rinascendo circoli Pd nelle fabbriche, per fare solo un esempio. Torniamo ad avere una posizione chiara, limpida sui temi che sono priorità per il Paese e c’è, finalmente, la credibilità di una figura davvero nuova, che quando parla anche degli errori fatti in passato dal partito può farlo con onestà intellettuale”.
Nel centrosinistra potrebbe innescarsi un effetto simile a quanto ha attraversato, negli ultimi mesi il centrodestra? Cioè, Fratelli d’Italia è cresciuto a dismisura, ma a danno di chi? Quindi, la coalizione progressista potrebbe subire contraccolpi rispetto alla crescita del Partito democratico, senza variare effettivamente i numeri assoluti delle diverse forze politiche?
“Non credo possa accadere ciò. Ritengo che la crescita del Pd non possa far decresce le altre forze di centrosinistra, né quella dei 5 Stelle. Credo, anzi, che questa crescita riguardi soprattutto coloro che, in questi anni, hanno smesso di votare. Stiamo recuperando nuove energie. Il tema principale è mantenere un atteggiamento, da parte del partito, non autoreferenziale: non bisogna pensare di avere una vocazione maggioritaria. Abbiamo sempre sbagliato quando, in passato, abbiamo assunto questo comportamento e siamo stati puniti: andando alle elezioni a volte soli a volte male accompagnati, pagando – anche a livello locale – tutte le contraddizioni di alleanze forzate. Nel ricostruire il nostro progetto è necessario uno spirito coalizionale, senza rinunciare al dialogo con gli altri ma senza essere arroganti”.
“Faremmo, oggi, un grave errore a partire nel nostro nuovo percorso con degli schemi politici, come se la realtà potesse adattarsi a questi – aggiunge il senatore Fina – Non bisogna porsi il problema di essere d’accordo, ma capire come lavorare quando non si è d’accordo su determinati temi”. Per il PD, quindi, il vero cambiamento di fondo “non è lo spostamento più a sinistra o più a destra, ma una ridefinizione della nostra postura con il nostro bagaglio di idee, di valori e con la nostra idea di Paese”.
L’intervista integrale.
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