Cronaca

Violenza sessuale all’Adunata Alpini, dopo le assoluzioni il Procuratore generale ricorre in Cassazione

L'AQUILA - Finirà in Corte di Cassazione il processo per la presunta violenza sessuale avvenuta durante l'Adunata Alpini del 2015.

Finirà in Corte di Cassazione il processo per la presunta violenza sessuale avvenuta durante l’Adunata Alpini del 2015.

Un’accusa pesante, quella di violenza sessuale di gruppo ai danni di una minorenne. Una prima condanna a 4 anni di reclusione in primo grado per ciascuno degli imputati, poi l’assoluzione in Corte di Appello, per la quale “il fatto non sussiste”. Adesso sarà invece la Cassazione a mettere un punto fermo sulla vicenda processuale, per un fatto che nel 2015 ha scosso L’Aquila in uno dei suoi momenti vitali, come quello dell’Adunata Alpini. Il Procuratore generale Carlo Paolella, infatti, ha presentato ricorso alla Suprema Corte, contro le assoluzioni dei due imputati, Danilo Ceci, residente in provincia di Reggio Emilia e assistito dall’avvocato Marilena Facente, e Semir Belhaj, palermitano, assistito dagli avvocati Luca Tirabassi e Daniele D’Amico. La vittima, allora 15enne, è invece assistita dall’avvocato Simona Giannangeli.
“La sentenza d’Appello – scrive il Pg nel ricorso, come riportato da Il Messaggero – dedica pochissimo spazio all’esito delle analisi scientifiche sul maglione della minore: tre tracce alle quali hanno contribuito i due imputati (e la ragazza stessa). Nel caso in esame è stato particolarmente grave ed evidente il tipo di travisamento della prova, perché l’errore sulla prova scientifica ha poi gravemente inficiato il ragionamento probatorio che risulta disancorato dalla realtà processuale”. Per lo stesso procuratore, inoltre, “la ragazza presenta gravi ed indiscutibili segni rivelatori di abuso sessuale”.
Il ricorso contiene anche riferimenti al fatto che la Corte non avrebbe tenuto conto della testimonianza della mamma della giovane. “La Corte – si legge nel ricorso – ha eliminato dalla piattaforma probatoria, in un processo per stupro di gruppo, la drammatica storia clinica della stessa che prima dei fatti era un’adolescente studiosa e solare, sia pure con qualche disagio e insicurezza e dopo la violenza sessuale subita si è ‘spenta’ dovendo convivere con le immagini del crimine subito, tanto che solo dopo un anno di indicibili sofferenze psichiche la ragazza inizierà a svelare lo sconvolgimento della propria vita”.

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