Farina di insetti, etichette e scaffali dedicati nei supermercati

24 marzo 2023 | 10:05
Share0
Farina di insetti, etichette e scaffali dedicati nei supermercati

Farina di insetti: 4 decreti per regolamentare la vendita. Non potrà essere venduta sotto forma di pizza e pasta.

Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha annunciato che verranno disposte etichette specifiche e scaffali differenziati per la farina di insetti nei supermercati, a tutela i consumatori. “Siamo un Paese all’avanguardia”.

“Quello che i decreti prevedono è un’etichetta con provenienza del prodotto, i rischi connessi al consumo e il quantitativo di farina di insetti presente, ma abbiamo anche previsto scaffali appositi dove possono essere esposti all’interno dei negozi”, ha chiarito il ministro, “in modo che chi vorrà scegliere grilli, larve e locuste possa indirizzarsi lì e chi non vorrà farlo, come immagino la maggior parte degli italiani, potrà tenersi lontano”. Con questo provvedimento, ha aggiunto, “in pieno accordo con le Regioni, garantiamo ai cittadini italiani la consapevolezza di quello che mangiano e facciamo dell’Italia una nazione all’avanguardia in questo senso”Il governo nei decreti dice che queste farine non potranno essere usate per pizza e pasta. Le aziende produttrici sostengono che non è comprensibile il motivo del divieto così specifico che comunque viola le regole del libero mercato. Lollobrigida ha anche annunciato che presto arriverà anche una regolamentazione per il cibo sintetico. Ad oggi i prodotti più comuni con farine di insetti, che potranno arrivare sugli scaffali riservati dei supermarket, sono cracker, grissini, pane, barrette.

farina di insetti

Va ricordato che la farina di grillo ha un costo piuttosto elevato rispetto alle altre farine di stampo più “tradizionale”. Si parla infatti di circa 75/80 euro al chilo.

Grillo, alphitobius diaperinus (larva), tenebrio molitor (tarma) e locusta migratoria: sono i quattro tipi di insetti le cui farine sono state regolamentate dal decreto del governo e che potranno finire nelle nostre cucine. Se decidiamo di usarle, saranno segnalate in modo molto evidente sulle etichette e vendute in scaffali riservati all’interno dei supermercati. Nei prodotti confezionati con questa farina di insetti andranno precisati quantitativi e provenienza; verranno indicate anche le possibili allergie – si ipotizza che chi è allergico ai crostacei lo possa essere anche a questo tipo di alimenti –

Alla conferenza stampa, oltre al ministro Francesco Lollobrigida, c’erano anche i ministri Orazio Schillaci (Salute) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), mentre il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con un tweet ha scritto: “Il Governo ha presentato quattro decreti interministeriali che introdurranno etichette informative sui prodotti che contengono o derivano da insetti. I cittadini devono poter scegliere consapevolmente ed esser informati sotto ogni punto di vista”.

Da tempo gli insetti hanno un ruolo nella nostra alimentazione (la cocciniglia ad esempio è un colorante ricavato dall’omonimo insetto), il ministro Schillaci ha assicurato che per vigilare su una corretta applicazione dei regolamenti saranno mobilitati anche i Nas. “Anche se non risultano di per sé nocivi per la salute, non sono in linea con la nostra cultura agro-alimentare e con il paradigma della nostra dieta mediterranea. Il consumatore italiano ed europeo, se opportunamente e correttamente informato, privilegerà i nostri prodotti di qualità garantiti dalla filiera di controllo sulla sicurezza alimentare quanto mai capillare su tutto il territorio nazionale”, ha spiegato il ministro. I sondaggi mostrano un certo interesse per questo tipo di alimenti, anche se con numeri discordanti. Il primo è chiamato “Insect Food e Consumatori” ed è stato realizzato dall’Università di Bergamo. Dice che “il 9 per cento degli intervistati sarebbe altamente propenso a consumare insect food. Il 21 mediamente propenso”.
Di fatto un italiano su 3 non esclude di mangiare insetti. Dati più bassi da Coldiretti: solo il 16 per cento è favorevole. Ma anche se sembra una percentuale modesta, il 16 per cento di 60 milioni di italiani in linea teorica apre le porte a un mercato enorme. Secondo Nomisma per Cia-Agricoltori in Europa nel 2030 ci saranno quasi 400 milioni di consumatori di questi prodotti.