Eccellenze aquilane e meteo

Francesco De Angelis, meteo e satelliti: la passione che unisce il Gran Sasso alla Germania

L’Aquila vola sempre più in alto, con le eccellenze aquilane che conquistano lo spazio: la storia di Francesco De Angelis, fisico aquilano impegnato presso Eumetsat, in Germania

Qui Eumetsat: siamo a Darmstadt, in Germania. E’ qui che viene gestita la rete europea dei satelliti meteorologici, con un importante aspetto di monitoraggio del clima e dei cambiamenti climatici. Un lavoro altamente qualificato, che unisce meteorologia alle scienze astronomiche, e nel quale sono coinvolti – ed è un vanto per la nostra città – diversi aquilani. Fra di loro, Francesco De Angelis, 33 anni, dottore di ricerca in fisica: una grande passione per la neve del Gran Sasso e lo spazio.

Francesco, dove lavori?

Io lavoro a Darmstadt, in Germania, presso EUMETSAT, l’Organizzazione europea per lo sfruttamento dei satelliti a scopo meteorologico. È un’organizzazione intergovernativa, quindi non è sottoposta a un singolo Stato, ma ad un gruppo di cosiddetti Stati membri, che finanziano la nostra attività al fine di avere un ritorno dal punto di vista sociale ed economico. Per esempio, si potrebbe avere una previsione anticipata di un evento estremo, assimilando i dati satellitari nei modelli meteorologici, e questo potrebbe aiutare uno Stato a fronteggiare l’emergenza, migliorando la prevenzione del rischio, e quindi a mitigarne gli effetti.

Che tipo di lavoro viene svolto da questa organizzazione?

In collaborazione con altre agenzie, come per esempio l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), prepariamo al lancio alcuni satelliti e poi li operiamo, dopo averli lanciati, al fine di sfruttarne i dati per lo studio di grandezze atmosferiche o superficiali. Quindi parliamo di nubi di ghiaccio, nubi liquide, la concentrazione di aerosol, la concentrazione di inquinanti, l’estensione del ghiaccio sulle calotte polari e tante altre quantità rilevanti. Insomma, studiamo diversi aspetti del sistema atmosfera-terra sfruttando dei dati che ci forniscono i nostri satelliti.

E tu, nello specifico, di cosa ti occupi?

Nello specifico mi occupo di uno strumento che si chiama Microwave Imager (MWI) e verrà lanciato nel 2025 sulla piattaforma EPS-SG (Eumetsat Polar System – Second Generation). Questo strumento lavora alle frequenze delle microonde e serve principalmente per studiare la precipitazione, quindi l’intensità della pioggia, la concentrazione di vapor d’acqua e acqua liquida nell’atmosfera, l’intensità del vento e la temperatura sulla superficie del mare. La caratteristica dello strumento su cui lavoro è che, essendo alle microonde, può operare 24 ore su 24, indipendentemente dal giorno o dalla notte, in qualsiasi condizione atmosferica.

Che studi hai fatto?

La mia formazione è avvenuta tutta a L’Aquila. Ho frequentato il liceo scientifico, poi ho conseguito la laurea triennale in Fisica presso l’ateneo aquilano. In seguito ho conseguito la laurea magistrale, con specializzazione in Fisica dell’atmosfera, meteorologia e telerilevamento sempre all’Università dell’Aquila, ma insieme al Centro di Eccellenza CETEMPS. Infine ho svolto il dottorato di ricerca in Fisica, sempre con il CETEMPS, sugli stessi temi.

Quando sei andato in Germania?

Sono circa sei anni che sono in Germania. Sono partito un mese prima di discutere la tesi del dottorato di ricerca. Inizialmente ho lavorato con un’agenzia esterna che forniva supporto a questa organizzazione, poi invece da tre anni sono direttamente dipendente dell’organizzazione.

Da adolescente, ti immaginavi a fare questo lavoro? O invece avevi altri progetti?

La mia idea è sempre stata quella di lavorare in meteorologia perché è stato il mio primo amore fin da quando ero bambino. Io ho intrapreso il corso di studi in fisica perché mi piaceva la meteorologia, però all’inizio ovviamente non sapevo quale sbocco avrebbero avuto i miei studi. Alla fine, dato che la mia carriera universitaria è stata molto incentrata sul telerilevamento, cioè lo studio di alcuni parametri dell’atmosfera posti a distanza dal sensore che sta misurando, mi sono dedicato a questo anche a livello lavorativo. Però ho iniziato il mio studio con strumenti da terra, che guardavano l’atmosfera dal basso, e poi invece mi sono spostato a guardarla dall’alto, dalla prospettiva privilegiata di un satellite.

Che considerazione hai dell’Università aquilana?

Una grandissima considerazione. Dall’università aquilana ho avuto ottime basi di matematica e di fisica, che poi mi sono servite successivamente per l’ambiente lavorativo. Sono estremamente soddisfatto del mio percorso formativo all’Università degli Studi dell’Aquila. Ho sempre dato ottimi feedback. Io sento alcune persone che si lamentano, però io ho avuto un’ottima esperienza e devo ringraziare l’università dell’Aquila ed in particolare il centro di eccellenza CETEMPS. All’inizio, soprattutto durante il primo anno di laurea magistrale, ero l’unico studente dell’indirizzo di atmosfera a L’Aquila e quindi io sono sempre stato molto seguito dai docenti. Ho sempre avuto la possibilità di discutere con loro, di approfondire. Quindi devo dire che la mia esperienza è stata molto positiva e devo ringraziare l’università e le persone che mi sono state vicino. Inoltre, presso l’organizzazione in cui lavoro, ci sono anche altri 6 o 7 aquilani e altri della provincia, che hanno studiato presso l’ateneo del capoluogo. Questo ti fa capire come la formazione fornita dell’Università dell’Aquila è eccellente in diversi ambiti, non soltanto nella fisica. Questi ragazzi aquilani, infatti, sono quasi tutti ingegneri, ma ce ne sono anche altri che lavorano nell’ambito amministrativo-economico.

Sei sposato?

Sì, sono sposato e anche mia moglie è aquilana. Lei è infermiera e si è trasferita con me. Io inizialmente sono salito da solo, poi lei mi ha seguito.

Riesci a conciliare il lavoro con la famiglia?

Sì, certo. Qui in Germania l’aspetto sociale è molto importante per il datore di lavoro. Di norma noi lavoriamo 8 ore al giorno e, quindi, abbiamo gran parte del pomeriggio e la serata da trascorrere in famiglia, oppure per svolgere sport. Io ad esempio gioco regolarmente a calcio con una squadra tedesca. Ci sono, ovviamente, come in tutti i lavori, dei momenti in cui devi lavorare di più rispetto alle normali ore del tuo contratto, ma altri in cui si lavora normalmente e quindi si riesce a conciliare bene la vita lavorativa con quella privata.

Ci sono nuovi progetti in vista?

Al momento stiamo preparando con il mio gruppo il lancio del satellite, quindi siamo totalmente focalizzati su questo lavoro che ci accompagnerà per i prossimi 2-3 anni. Poi ci sarà la calibrazione e la validazione dei dati per poterli rilasciare agli utenti. Inoltre, questa missione non è composta da un solo satellite, ma questo è il primo di una serie di tre satelliti, che verranno lanciati a 7 anni di distanza. Quindi il primo verrà lanciato nel 2025, poi dopo 7 anni ne verrà lanciato un altro e dopo 7 anni ne verrà lanciato un altro ancora, che avrà un tempo di vita di 7 anni. Quindi questa missione durerà nominalmente 21 anni, ha una prospettiva ad ampia veduta, non è a breve termine. Già sono stati presi accordi con gli Stati membri che finanziano l’organizzazione ed è stato stanziato il budget per poter portare a termine l’intera missione.

Che lingua parli al lavoro?

La lingua ufficiale è l’inglese. Anche i colloqui di lavoro iniziali si sono svolti tutti in inglese. La conoscenza di questa lingua è fondamentale per poter lavorare all’estero e cooperare con persone di altre nazionalità. Siccome c’è una grande percentuale di italiani che lavorano in questa organizzazione, a volte può succedere che si faccia una riunione a ranghi ristretti, solo di italiani, e ovviamente si usa l’italiano.
Invece, quando gioco a calcio con i miei amici, uso il tedesco. Il tedesco è una lingua difficile, perché la grammatica è molto particolare, piuttosto complessa, ma anche molto intrigante. Dopo una base di grammatica, è tutta una questione di conversazione e di ampliamento del lessico

Qual è il tuo rapporto con L’Aquila?

E’ un rapporto molto forte perché, ogni volta che posso, torno a casa dalla mia famiglia e dai miei amici, i miei affetti sono qui. Le mie valige, al ritorno in Germania, sono sempre piene di specialità culinarie aquilane. Ho giocato tanti anni a calcio e quindi ho molti amici, ho giocato nelle giovanili dell’Aquila calcio, poi ho giocato con la Feder Libertas, ed infine con il Pitinum per molti anni, squadra purtroppo non più esistente. Inoltre, io sono uno sciatore quindi, dato che qui non ci sono montagne, appena posso, torno per sciare. Il Gran Sasso, ed in particolare Campo Imperatore, sono la mia seconda casa. Inoltre, sono il vice presidente di Meteo Aquilano, l’associazione meteorologica che collabora con il Capoluogo, e faccio le previsioni meteorologiche giornalmente per l’associazione.  Del resto, per preparare un bollettino meteorologico non serve stare in loco, devi avere dei modelli meteorologici a disposizione, delle proiezioni fisico-matematiche e quindi basta un computer. Insomma, cerco di rimanere vicino all’Aquila il più possibile, anche quando non mi è possibile farlo materialmente.

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