Sisma in Siria, il grande abbraccio della solidarietà: Mimmo Srour e Rasha Youssef ospiti di Grandangolo

A Grandangolo si torna a parlare del terremoto che ha colpito la Siria: tanta solidarietà da istituzioni, associazioni, semplici cittadini. Ma c’è ancora tanto da fare. Ospiti Mimmo Srour e Rasha Youssef
Il 6 febbraio un terremoto devastante sconvolgeva Siria e Turchia: a L’Aquila una associazione di solidarietà con il popolo siriano porta aiuti e conforto a una popolazione fiaccata da guerra e, ora, dal terremoto. Ospiti di Grandangolo il già assessore regionale Mimmo Srour e Rasha Youssef, ricercatrice siriana che abita all’Aquila.
A Grandangolo si torna a parlare del terremoto che ha colpito, in particolar modo, la Siria: è nata pochi giorni dopo quel 6 febbraio, su iniziativa di Mimmo Srour, l’associazione di solidarietà con il popolo siriano, che si propone l’obiettivo di aiutare il popolo siriano, già martoriato da 12 anni di guerra civile e oggi, più che mai, impossibilitato a rialzarsi dopo il terribile sisma che ha causato oltre 41 mila vittime tra Turchia e Siria. “La solidarietà che abbiamo ricevuto è stata enorme” dice Mimmo Srour, sollecitato dal direttore David Filieri.
“Istituzioni, comuni abruzzesi, altre associazioni: tutti ci hanno aiutato a raccogliere viveri, vestiario, apparecchiature medicali, tutto quello che può servire a un popolo in ginocchio. Ringrazio poi tutti gli aquilani che, ricordando la propria sofferenza, non si sono tirati indietro e ci hanno sostenuto fin dall’inizio.”

La prima spedizione ha visto partire un container di aiuti da 40 metri cubi, pieno di vestiario, medicinali, scarpe, pannolini, prodotti di igiene personale, alimenti. Entro una decina di giorni partirà la prossima spedizione: sarà l’ultima per ora: l’organizzazione, gli spazi richiesti per una raccolta come questa sono enormi e, per ora, ci fermiamo qui”, dice Srour. Ma di aiuto i siriani ne hanno tanto bisogno.
“Ci sono famiglie che mangiano carne ogni 3, 4 mesi” racconta Rasha Youssef. “Non c’è luce, non c’è gas: al dramma della guerra si è unito quello del terremoto. Lo stipendio di una persona in Siria è di 20 euro: una famiglia composta da cinque persone avrebbe bisogno di 600 euro al mese per vivere. È molto difficile”.

Si dovrà ricostruire: “Con quello che sta succedendo, con un grande e velocissimo protagonismo cinese, credo che la ricostruzione siriana sarà fatta da chi ha distrutto la Siria prima del terremoto. I soldi del Golfo, i petroldollari: se pensate che fra qualche giorno arriverà in Siria il ministro degli Esteri saudita, a Damasco… prima sarebbe stato inimmagibile”.