La Pasta del Cammino dell’azienda agricola Tenute Valerio: un simbolo di resilienza

2 aprile 2023 | 14:39
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La Pasta del Cammino dell’azienda agricola Tenute Valerio: un simbolo di resilienza

La Pasta del Cammino dell’azienda agricola Tenute Valerio rappresenta non solo un prodotto, ma una vera e propria esperienza.

La Pasta del Cammino dell’azienda agricola Tenute Valerio rappresenta non solo un prodotto ma una vera e propria esperienza che parte dai vasti campi coltivati a grani antichi di Campana di Fagnano Alto (L’Aquila), una delle tappe del Cammino del Perdono, da cui deriva il nome della pasta.

La Pasta del Cammino infatti, prende questo nome proprio per essere simbolo di un’esigenza, quella di valorizzare e promuovere il territorio non solo a livello agricolo e culinario ma unirlo al turismo spirituale e culturale.

Tenute Valerioè un’azienda agricola nata nel 2018 che onora il capostipite Sabatino Valerio agricoltore da una vita e per una vita. Si trova nella piccola frazione di Campana, sotto il costone di un monte della catena del Velino – Sirente, proprio nel cuore dell’Appennino Abruzzese, nell’omonimo Parco Regionale Velino Sirente.

L’attaccamento a quelle radici e alla terra negli anni si è mantenuto e grazie alla collaborazione delle generazioni successive tra cui i nipoti Donato e la sua famiglia, il fratello Sabatino e ancora prima il padre Antonio. Oggi, l’azienda resiste alle avversità e non molla neanche di fronte allo spopolamento (non si arrivano a contare 20 abitanti) di quelle frazioni montane, ormai quasi deserte.

Il Cammino del Perdono, non rappresenta solo un cammino spirituale, ma è un itinerario anche turistico-esperienziale che passa per quelle frazioni, intrise di storia e di cultura, che diversamente verrebbero dimenticate. Il Cammino del Perdono sui passi di Celestino V, si sviluppa per circa 220 km, dall’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone (Sulmona) e arriva all’Aquila, precisamente alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Le varie tappe del percorso sono luoghi dove Celestino si rifugiò da eremita che ancora oggi mantengono un senso di forte spiritualità e misticismo. Inoltre, da Collemaggio parte un altro cammino, il Cammino dei Monti e dei Santi, che mira a far conoscere attrattive sì spirituali ma anche naturalistiche oltre che enogastronomiche, affondando nelle radici delle tradizioni ma mantenendo una certa quota tra i vari massicci dell’Appennino Centrale che attraversa, come: il Gran Sasso, i Monti della Laga, la Valle del Vasto e Monte Calvo. L’itinerario a forma di anello intercetta nove tappe, piccole frazioni aquilane: Collebrincioni, Assergi, Campotosto, Mascioni, Capitignano, Pizzoli, Arischia, per chiudersi dopo circa 180 km.
L’azienda agricola Tenute Valerio quindi, trovandosi lungo il Cammino del Perdono ha valuto onorare il proprio legame alla terra saldandolo allo storico Cammino appunto. Viene fuori la Pasta del Cammino che racchiude un po’ tutti i valori di una comunità che continua a lottare perché non venga dimenticata, ma anzi conosciuta e quindi apprezzata per quanto ha da dare.

La pasta del Cammino è una pasta genuina fatta con grani coltivati naturalmente senza pesticidi in una zona, quella di Campana, dove l’aria è ancora pulita da smog e inquinamenti di vario tipo. Possiamo anche vantare di avere il ‘Marchio di Qualità del Parco’ Regionale Sirente Velino che per noi piccoli produttori rappresenta sicuramente una garanzia in più. Per la produzione ci affianchiamo a un pastificio abruzzese che ci permette, seppur fornendogli poche quantità di materie prime, di fare più formati di pasta come: penne, mezze maniche, chitarra, fettuccine e paccheri“. 
“Noi dell’azienda agricola Tenute Valerio siamo legati al territorio e tra aziende locali collaboriamo. C’è l’azienda Dietro il Monte a Bazzano di Luca Tarquini con il suo rinomato mais nero e prodotti derivati e l’azienda Parkkeller – azienda agricola Sara Lalli a Collebrincioni con il birrificio del lupo e la birra agricola di montagna. Praticamente cerchiamo di mantenere vivo il nostro territorio unendo le forze, nella speranza di incentivare maggior attaccamento ai nostri luoghi e farli conoscere il più possibile”. 

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