
Le pizze di Pasqua, quelle della signora Concetta di Cagnano, nell’appuntamento con la rubrica di articoli del periodico I Cinturelli, quadrimestrale di cultura, storia e personaggi del territorio.
I Cinturelli – La nuova rubrica settimanale del Capoluogo.
Questa settimana parliamo di Pizze di Pasqua, tornando indietro nel tempo, con i ricordi di una Pasqua molto triste per gli aquilani, quella del 2009.
Proprio così mi disse sconsolata Concetta, seduta sul muretto davanti casa, mentre si stringeva un golfino sulle spalle. Erano da poco passate le otto del mattino di quel lunedì 6 aprile 2009 e si era resa conto, aveva realizzato, che non si trattava della solita scossa come ne aveva fatte tante nei giorni precedenti, ma di una tragedia. Già..! Per Concetta, originaria di Cagnano Amiterno, solida e affidabile come un fabbricato antisismico, il lunedì dopo la Domenica delle Palme è da sempre il giorno dedicato alla realizzazione delle Pizze di Pasqua. Si tratta di uno dei dolci tipici abruzzesi, nello specifico dell’aquilano, realizzate con la tradizionale ricetta che si tramanda di madre in figlia, quasi con un senso di religiosità, con la gestualità e tempi degni di un rito speciale.. per lei quasi sacro!
Anche quel 6 aprile 2009, lunedì dopo la Domenica delle Palme, era tutto pronto. C’erano circa cento uova e svariati pacchi di zucchero e farina in dispenza, così come il forno era stato pulito e le fascine preparate. La sveglia avrebbe suonato alle 5 e lei sarebbe scesa ad impastare e preparare le pizze ed altri dolci. Nella sua casa indipendente, alla periferia della città, ha fermamente voluto da sempre il suo spazio. Un enorme stanzone con un grande forno a legna, dove fino ad una ventina di anni fa realizzava personalmente anche il pane, due volte al mese, senza mai comprarlo in negozio o al forno. Non si tratta di un lindo “rustico”, come si usa dire oggi. Nel suo regno c’è ancora oggi “l’arca” in legno di ciliegio fatta dal mastro falegname di Tussio, paese di origine del marito, così come la credenza e tutto il resto. Quasi un museo in miniatura di una cucina contadina della prima metà del secolo scorso, compresi gli arnesi tutti rigorosamente originali e consumati dal tempo. Un luogo riccho di fascino e intriso di tradizione.
Le Pizze di Pasqua Concetta non le prepara solo per essere consumate in famiglia, ne realizza infatti una trentina. Sono invece il segno della fratellanza e della condivisione, della vicinanza ai suoi cari e alle persone a cui tiene. Lei va personalmente a farne dono ai figli, ai nipoti per i quali ne fa una versione più piccola, ai consuoceri, ai fratelli, alle famiglie vicine, e così via. Lei non porta in dono cioccolatini, uova di cioccolata o cesti con i fiocchi sgargianti, magari accompagnati da sorrisi di circostanza. Concetta ti porta la “Pizza di Pasqua” avvolta con la carta del pane che gli dà il suo amico fornaio, accompagnata da gesti semplici e carichi di affetto: (che tu la possa mangiare in salute), e ancora (prega per la mia salute, in modo che te la possa donare anche l’anno prossimo).
Di solito il giro delle consegne lo completa il Venerdì Santo. Al rientro a casa, soddisfatta, si sente appagata nel pensare che tutte le persone a lei care, il giorno di Pasqua possono mettere a tavola la sua pizza e rivolgere un pensiero anche a lei
La mattina del giorno della Pasqua, tagliare la Pizza di Concetta per accompagnare la tradizionale colazione, è un rito. Il pensiero in quel momento va veramente a lei e alla sua genuina generosità. Giunta la mattina della Pasqua, Concetta Taglia la pizza che lei si è riservata. La guarda attentamente e poi con calma l’assaggia. A quel punto tutti i commensali aspettano in silenzio che lei pronunci la consueta frase <Oh… quist’annu non me sembrano cotte ajju puntu giustu. Tenga cagnà fornaru> (quest’anno non mi sembrano ben cotte). Poi, rivolta al marito Guerrino, . A quel punto Guerrino, come di consueto, alza gli occhi al cielo in segno di rassegnazione. Così da oltre mezzo secolo. Ma il lunedì dopo la Domenica delle Palme del 2010 Concetta riprese con la stessa lena, la stessa fiducia e la stessa generosità a rifare le sue Pizze di Pasqua. Anche quest’anno, se Dio vuole, la mattina della Pasqua 2022, scopriremo se saranno “cotte ajju puntu giustu”.

