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Gabriele Gravina eletto vicepresidente dell’Uefa

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, protagonista del "Castel di Sangro dei miracoli" è stato nominato vicepresidente dell’UEFA, al pari della gallese Laura McAllister.

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, protagonista del “Castel di Sangro dei miracoli” è stato nominato vicepresidente dell’UEFA, al pari della gallese Laura McAllister.

La decisione è stata ufficializzata nella giornata di oggi dal presidente della Federcalcio europea Aleksander Ceferin, rieletto per il terzo mandato nel corso del congresso di Lisbona (resterà in carica fino al 2027).

Anche l’incarico di Gravina avrà durata quadriennale, fino al 2027: per il numero uno del calcio italiano, presidente del Castel di Sangro che negli anni 90 fu protagonista di una favola senza precedenti, con due promozioni fino alla serie B, un altro prestigiosissimo ruolo da ricoprire. Gravina era già stato eletto nel comitato esecutivo dell’UEFA per quattro anni nel 2021. Il dirigente prese il posto di Michele Uva nel board ed era l’unico italiano dopo le dimissioni di Andrea Agnelli.

“Un segnale di fiducia importante, sia a livello personale sia per la Federcalcio” ha detto Gabriele Gravina dopo la nomina. “Ringrazio Ceferin e i colleghi della Uefa per questo prestigioso incarico – dichiara Gravina – che rappresenta un segnale di fiducia importante, sia a livello personale sia per la Federazione. In questi ultimi anni, sia in comitato esecutivo sia nelle commissioni, abbiamo lavorato incessantemente, con grande serietà e spirito di collaborazione per lo sviluppo del calcio europeo, facendo squadra e affrontando temi di estrema complessità. Continueremo a farlo con la stessa passione e la stessa abnegazione per affrontare le grandi sfide che attendono il calcio continentale”.

Ceferin, massimo dirigente Uefa, prendendo la parola dal palco del congresso annuale della Federcalcio Europea ha fatto il bilancio e ha tracciato le linee per il futuro ed ha criticato ancora una volta il progetto Superlega, tenuto a galla ancora da Juventus, Barcellona e Real Madrid: “Il calcio europeo ha una storia unica di successo, è già globale a livello mondiale. Ci sono tentativi di creare nuovi modelli ma che andavano in conflitto con il modello europeo. Il nostro modello è basato su merito sportivo e non può essere acquistato ma solo guadagnato dentro e fuori dal campo. Il calcio  appartiene a chi ama questo magnifico gioco. Non dobbiamo dimenticarci che il nostro compito è di far prevalere il bene pubblico agli interessi di pochi privilegiati”.

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