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Le nuove stanze della poesia, un augurio di pace per Pasqua

6 aprile 2023 | 09:23
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Le nuove stanze della poesia, un augurio di pace per Pasqua

“I cieli sono in festa, la Pasqua si ridesta!” Componimenti leggeri, poesie che inneggiano alla pace, per gli auguri di Buona Pasqua nell’appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

Componimenti dedicati alla Pasqua per l’appuntamento con la rubrica di poesia a cura di Valter Marcone e gli auguri a tutti i lettori de IlCapoluogo.it

Dall’uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: “Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio”.
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
“Viva la pace,
abbasso la guerra”. 

Un augurio di pace, quella vera, quella del cuore che chiede anche la pace delle armi specialmente in questo momento in cui da molti mesi si combatte sul territorio ucraino, alle porte dell’Europa, una guerra sanguinosa che rischia di durare ancora per molto tempo.
Un augurio con le parole di Gianni Rodari che ha scritto racconti, filastrocche e poesie per bambini e ragazzi divenute fin dagli anni Trenta dello scorso secolo famose ma soprattutto amate e utilizzate frequentemente nella scuola primaria e dell’infanzia. Nel 1959 esce il suo primo libro “Filastrocca in cielo ed in terra”, tra le altre opere davvero celebri, spesso pubblicate per Einaudi, ricordiamo ” Favole al telefono”, “Le avventure di Cipollino”, “I viaggi di Giovannino Perdigiorno”.
Versi quelli di Rodari che a volte rompono la monotonia del già visto , e forse anche del normale per proiettare la fantasia verso territori a volte irraggiungibili per noi adulti , anche se un mezzo c’è, quello di farsi bambini ,cittadini prediletti di queste terre di mezzo . Versi per esempio come quelli che seguono del “pulcino marziano”, seppure sempre di …cioccolata.
Ho visto, a Pasqua, sbarcare
dall’uovo di cioccolato
un pulcino marziano.
Di certo il comandante
di quell’uovo volante
di zucchero e cacao
con la zampa ha fatto ciao.
E il gatto. Per la sorpresa
non ha detto neanche: “Miao”
Versi di una leggerezza soave che intrica e armoniosamente ci fa pensare ad un altro componimento leggero, per esempio di Guido Gozzano che in uno scenario di tempesta,metafora del nostro mondo spesso problematico e non solo per la realtà delle guerre, richiama l’innocenza di una favola, quella dell’uovo pasquale

Pasqua, Guido Gozzano

A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s’affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.
Quand’ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l’antica pia favola dell’ovo.

La Pasqua, dunque una festa che appunto si richiama alla pace con il simbolo che Giovanni Pascoli inserisce nella poesia che segue ,l’olivo. L’unica festa che che viene osservata da due religioni quella ebraica e quella cristiana. Per il mondo ebraico i festeggiamenti sono iniziati già il 27 marzo mentre i riti della settimana santa per i cristiani iniziano proprio questo giovedì 6 aprile.
La sera del 14 nisan (il mese del calendario ebraico che va da metà marzo a metà aprile circa), le famiglie si sono radunate attorno a grandi tavole per il Seder pasquale, una cena di 14 fasi, per ricordare l’esodo dall’Egitto . Mentre come dicevo nel tardo pomeriggio di giovedì in tutte le chiese cristiane c’è la celebrazione della Messa in “Cena Domini”, cioè la “Cena del Signore”. Si tratta dell’Ultima Cena – soggetto prediletto di numerosi artisti che hanno prodotto capolavori della storia dell’arte figurativa di tutti i tempi – che Gesù tenne insieme ai suoi apostoli prima dell’arresto e della condanna a morte. Inizia così una rievocazione piena di simboli che celebra la passione morte e resurrezione di Gesù Cristo . Una memoria che attraverso la conoscenza degli elementi della Pesach ebraica ci consente di capire la festa cristiana.
La Domenica dell’Olivo Giovanni Pascoli
Hanno compiuto in questo, dì gli uccelli
il nido (oggi e la festa dell olivo)
di foglie secche, radiche, fuscelli;
quel sul cipresso, questo su l’alloro,
al bosco, lungo il chioccolo d’un rivo,
nell’ombra mossa d’un tremolio d’oro.
E covano sul musco e sul lichene
fissando muti il cielo cristallino,
con improvvisi palpiti, se viene
un ronzio d’ape, un vol di maggiolino.
La Pesach, nella tradizione ebraica, indica la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. Questa festività con il Cristianesimo ha acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce.
“La risurrezione è il passaggio dalla morte alla vita. Con la sua morte Gesù Cristo ci libera dal peccato e con la sua risurrezione ci apre a una nuova vita, così come il popolo di Israele ha iniziato una nuova vita fuggendo dall’Egitto”. I racconti evangelici collocano la morte e la risurrezione di Gesù proprio nel contesto pasquale della religione ebraica . in un contesto pasquale. Il Vangelo ci mette dinanzi a due cronologie dei fatti pasquali . Quella storicamente più attendibile sembra essere la narrazione di Giovanni che colloca la condanna di Gesù alla vigilia del Seder di Pesach. In quel rito il sangue dell’agnello veniva posto sulle porte delle case in ricordo di quanto accadde durante l’ultima delle dieci piaghe abbattutesi sull’Egitto: grazie a quel segno di riconoscimento furono preservati i primogeniti degli ebrei .“Così i Vangeli dicono che Gesù visse il Seder pasquale. Fu poi arrestato giudicato, condannato sub’ la morte in croce e il terzo giorno ritornò dai morti.

Resurrezione di Giovanni Pascoli
Che hanno le campane
che squillano vicine,
che ronzano lontane?
È un inno senza fine
or d’oro, ora d’argento
nell’ombre mattutine…

Al giorno d’oggi la più suggestiva cerimonia che incarna il passaggio dalle tenebre alla luce , significato profondo della Pasqua è quella del Fuoco santo alla basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme .
Il rito si svolge nella stessa identica maniera da almeno sei secoli. Entrano in processione nella basilica i giovani cristiani del quartiere mentre armeni, copti e siriaci chiamano il patriarca greco-ortodosso, senza il quale – dicono – non può avvenire il miracolo. Nella mattinata ,in precedenza , la stanza dell’Edicola che contiene la tomba vuota di Cristo era stata ispezionata e sigillata con una mistura di miele e cera.A mezzogiorno in processione il Patriarca entra nella basilica, gira tre volte attorno alla Tomba dove il sacrestano porta la lampada che rimasta accesa tutto l’anno viene spenta per poter essere riaccesa dal Fuoco Santo .Al termine del terzo giro, il patriarca greco-ortodosso entra da solo nell’Edicola, portando due fasci di 33 candele, seguito dal patriarca armeno che resterà nell’anticamera (la cappella dell’Angelo) e sarà il solo testimone. Lì, inginocchiato, l’ecclesiastico greco recita una speciale preghiera per la venuta del Fuoco. In quel momento una luce scende nella Tomba e accende la lampada.Il patriarca esce per distribuire il Fuoco Santo, che passa di mano in mano Il Fuoco Santo, secondo la tradizione, non scotta durante i primi minuti e, tra lacrime, canti e gioia, i fedeli passano le mani e il volto tra le fiamme.
In sostanza è lo stesso rito che in ogni chiesa cristiana cattolica la notte di Pasqua viene svolto con l’accensione del cero pasquale con un poco del fuoco che viene acceso fuori ogni chiesa. Poco dopo il rito ricorda la resurrezione, un fatto compiuto .

Pasqua di L. Schwartz
I cieli sono in festa
la Pasqua si ridesta,
canta felice il cuore:
è risorto il Signore!

La puntata di questo giovedì de Le nuove stanze della poesia cade nel giorno centrale della settimana santa di questo 2023 che dà inizio di fatto ai riti e alle celebrazioni pasquali nel mondo giudaico cristiano. In attesa della domenica della resurrezione mentre auspico una pronta guarigione a Papa Francesco, dimesso dal Gemelli di Roma, colgo l’occasione per fare gli auguri di Pasqua al Direttore, alla redazione e a tutti i lettori de Il Capoluogo che in questi anni, mesi e settimane mi hanno permesso di condividere nell’appuntamento settimanale, idee, eventi, avvenimenti, biografie riferiti al mondo della poesia. E’ un augurio che naturalmente non posso non fare che con la poesia. La Pasqua è un evento che ha ispirato tanti autori e poeti e sono quindi tantissime le rime, le filastrocche e le Poesie di Pasqua! Ne ho scelto alcune con le quali torno a conclusione a rinnovare gli auguri di Buona Pasqua a tutti.