Salute e benessere

Fibromialgia, la sindrome di Atlante

Come gestire la fibromialgia, dal dolore fisico alla sofferenza psicologica. Ne parliamo nell'appuntamento con la rubrica a cura della dottoressa Simona Di Pirro.

Parliamo di fibromialgia, conosciuta anche come la sindrome di Atlante, nell’appuntamento con la rubrica dedicata al benessere a cura della dottoressa Simona Di Pirro.

Qualche giorno fa è stata avanzata una proposta di legge per inserire la fibromialgia nell’elenco delle malattie croniche, infatti, nonostante sia stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dal 1992, non è ancora stata inserita nell’elenco del Ministero della Salute lasciando così i pazienti privi di tutele. La fibromialgia è anche detta sindrome di Atlante, facendo riferimento al famosissimo mito greco di Atlante. Esiodo narra che Atlante, uno dei Titani, insieme ai suoi fratelli iniziò una lotta contro Zeus. Quest’ultimo, vincitore della battaglia, si vendicò condannando Atlante a sostenere sulle sue spalle il peso del mondo per sempre. Solo immaginare questa scena basta a farci invadere da una sensazione di oppressione e dolore, quel dolore che i malati di fibromialgia provano costantemente tutti i giorni e tutte le notti. Spesso al dolore fisico si aggiunge la sofferenza psicologica di chi sta male, ma non è compreso. Questa è infatti una patologia ancora oggi poco conosciuta, difficile da diagnosticare e di non facile risoluzione, perciò i pazienti spesso vengono trattati come “malati immaginari”.

Cerchiamo di capire meglio cosa succede…

La fibromialgia è una sindrome multifattoriale caratterizzata da dolore cronico diffuso unito ad altre manifestazioni che riguardano sia la sfera fisica che psicologica. La mancanza di un sonno ristoratore, unita ad ansia, depressione, problemi cognitivi, disturbi del tratto digerente e soprattutto al dolore articolare, diventa spesso fonte di forte disagio sociale che sempre più spesso viene trattato con psicofarmaci. Vari studi si sono incentrati sull’ipotesi che la fibromialgia sia provocata da un’alterazione a livello del Sistema Nervoso Centrale unita ad uno stato di infiammazione di basso grado e ad una incapacità dell’organismo di rispondere in modo efficace con le molecole antiossidanti a disposizione. Si è visto che fattori ambientali, traumi psichici e fisici così come le infezioni e la dieta squilibrata possono scatenarla e aggravare la sintomatologia.

Come poter affrontare una malattia così importante?

Tra i vari trattamenti non farmacologici, la nutrizione ha dimostrato di avere un grande impatto sulla manifestazione della sintomatologia. Infatti, l’integrazione di minerali, vitamine, probiotici ed una dieta antinfiammatoria hanno portato nella maggior parte dei casi alla regressione della sintomatologia.

Rispondiamo ora ad alcune domande dei nostri lettori.

1) Cos’è l’infiammazione di basso grado?

L’infiammazione di basso grado, anche detta inflammaging, è un processo infiammatorio che si protrae nel tempo e non dà sintomatologia evidente, ma è alla base di moltissime patologie importanti (malattie cardiovascolari, neoplasie, patologie neurologiche). Infatti, è lo stesso sistema immunitario, indebolito da altri fattori, che produce sistematicamente citochine pro-infiammatorie. Questo processo è sostenuto anche da un’alimentazione scorretta, alti livelli di insulina e cortisolo ed uno stile di vita sedentario. Anche il microbiota intestinale è di fondamentale importanza; nei pazienti fibromialgici spesso si ritrova un problema di disbiosi intestinale associato alla diffusissima permeabilità intestinale. Possiamo immaginare il nostro intestino come una bellissima villa piena di oggetti preziosi dove però abbiamo lasciato la porta d’ingresso aperta. Non dovremo aspettare molto prima che qualche estraneo entri a fare confusione. Se poi il sistema immunitario (l’impianto di allarme che abbiamo installato per proteggerci) non funziona bene, possiamo essere certi che i danni saranno importanti ed estesi a tutto l’organismo.

2) Quali sono le sostanze che è utile integrare?

Il Biologo nutrizionista ha il compito di valutare sia lo stato nutrizionale del paziente, sia l’eventuale necessità di integrazioni mirate. Molti studi evidenziano l’importanza di mantenere alti i livelli di vitamina D in quanto è stata dimostrata un’associazione tra bassi livelli sierici di vitamina D e dolore cronico, depressione ed ansia (Arnold et al., 2008). Le vitamine C ed E sono note essere ottimi antiossidanti ed importanti tasselli nel mantenimento della memoria e del benessere muscolare. Le vitamine del gruppo B, in particolare la vitamina B12, hanno dimostrato di essere rilevanti nel migliorare l’attenzione nei pazienti affetti da fibromialgia.
Molti studi evidenziano che la carenza di magnesio intracellulare, tipica dei pazienti fibromialgici, è correlata al peggioramento della soglia del dolore, ai disturbi del sonno, all’emicrania, al peggioramento degli episodi di contratture e crampi muscolari oltre ad aumentare la sensibilità allo stress. Molte altre molecole possono venire in aiuto come l’acido lipoico, la curcuma, il Coenzima Q10, gli Omega 3, i minerali, la melatonina, la capsaicina, la boswellia, artiglio del diavolo, l’estratto di arnica, gli olii essenziali ecc. Il nutrizionista saprà consigliare il rimedio giusto nel singolo caso e il modo migliore di utilizzarlo.

3) Anche i probiotici possono aiutare?
I probiotici possono aiutare a ripristinare l’equililbrio delle specie nel microbiota intestinale. L’intestino è collegato ai vari distretti corporei grazie a diversi assi tra cui l’asse intestino – cervello. È stato dimostrato che l’integrazione di probiotici multispecie nei pazienti fibromialgici ha migliorato le capacità cognitive.

4) I funghi medicinali sono indicati?

Sì, salvo alcuni casi specifici che un esperto micoterapeuta conosce, sono un grande aiuto nella gestione sul lungo periodo delle patologie croniche. I funghi medicinali sono degli adattogeni cioè migliorano in maniera aspecifica la resistenza dell’organismo a stress di vario tipo ed agiscono su più livelli: riducono in misura importante i sintomi di molte patologie (malattie cardiovascolari, neoplasie, malattie autoimmuni, diabete ecc.), riducono gli effetti collaterali dei farmaci chimici, detossificano l’organismo, sono compatibili con i farmaci e non hanno effetti collaterali TRANNE ALCUNI FUNGHI CHE INTERFERISCONO CON I FARMACI ANTIAGGREGANTI.
Consiglio sempre di intraprendere un percorso con un terapeuta certificato a livello universitario onde evitare di correre rischi per la propria salute.

5) Come può la nutrizione aiutare a gestire la fibromialgia?

Nel caso della fibromialgia, le evidenze scientifiche indicano che una dieta antinfiammatoria è da prediligere per gestire la sintomatologia che si associa alla patologia. Attraverso la scelta dei cibi che il nutrizionista effettua, si cerca di sostenere le funzioni neuronali e muscolari, il funzionamento dei mitocondri, di ridurre l’infiammazione sistemica evitando quegli alimenti che contengono eccitotossine, le quali reagiscono con i recettori neurali distruggendo alcuni tipi di cellule cerebrali. Le diete che possono essere proposte vanno dalla dieta mediterranea a quella fodmap, ipocalorica, vegetariana o chetogenica. Il nutrizionista valuterà la migliore in base allo stato di salute del paziente e alle sue necessità.

La Dott.ssa Simona Di Pirro, Biologa Nutrizionista, è ospite de “Il Capoluogo” con una sua rubrica quindicinale. Potete suggerire temi o fare delle domande scrivendo alla redazione del Capoluogo. La dottoressa Di Pirro è laureata presso l’Università degli Studi dell’Aquila in Biologia della Salute e Nutrizione con lode, ha frequentato la scuola di alta formazione in Micoterapia (utilizzo dei funghi medicinali) presso l’Università di Padova e la scuola di alta formazione in Microbiota umano in collaborazione con l’Università di Pavia. È inoltre consulente per l’igiene degli alimenti e gestione del sistema HACCP.
La dottoressa propone ai suoi pazienti un approccio nutrizionale basato sulla medicina funzionale presso i suoi studi dell’Aquila e di Avezzano.

Questi invece i suoi riferimenti social:
-pagina facebook: Dott.ssa Simona Di Pirro Biologa Nutrizionista
-instagram: simonadipirronutrizionista

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