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Aielli, murale contro la mafia: don Luigi Ciotti e il fratello del piccolo Giuseppe Di Matteo all’inaugurazione

AIELLI - Don Luigi Ciotti chiama il sindaco Enzo Di Natale per complimentarsi per il murale contro la mafia e annunciare una visita per l'inaugurazione della targa.

AIELLI – Don Luigi Ciotti chiama il sindaco Enzo Di Natale per complimentarsi per il murale contro la mafia e annunciare una visita per l’inaugurazione della targa.

Ci saranno anche don Luigi Ciotti e Nicola Di Matteo, fratello del piccolo Giuseppe barbaramente ucciso dalla mafia, venerdì 21 aprile ad Aielli, quando verrà scoperta la targa apposta sotto il murale antimafia della street artist Laika. “Ieri pomeriggio -annuncia infatti il sindaco Enzo Di Natale – ho ricevuto una chiamata particolare. Dall’altro lato del telefono c’era Don Luigi Ciotti. Mi ha chiamato per complimentarsi del murale sul piccolo Giuseppe Di Matteo e per annunciarmi una sua visita: venerdì 21 aprile verrà ad Aielli. Per l’occasione scopriremo una targa che sarà apposta sotto il murale. Oltre a Don Ciotti ci sarà Nicola Di Matteo (il fratello di Giuseppe Di Matteo), la sindaca di Altofonte Angela De Luca, Laika e altri importanti ospiti. Sarà una giornata in cui varrà la pena esserci”.

La giovane street artist Laika ha realizzato ad Aielli un murale contro la mafia, sulla scia di quello fatto – e poi cancellato – nei pressi del carcere dell’Aquila dopo la cattura di Matteo Messina Denaro.
Laika è una street artist romana attiva dal 2019. Il suo nome è un omaggio al primo essere vivente nello spazio. Usa una maschera con cui copre il volto per esprimere la propria arte senza filtri, preservando la sua vita privata. Non è importante sapere chi c’è dietro la maschera: davanti c’è una donna che con ironia interpreta la realtà. Ad Aielli ha realizzato un murale in memoria del piccolo Giuseppe Di Matteo, ritratto sorridente, a cavallo, la sua grande passione. Il bambino aveva l’unica “colpa” di essere figlio di un collaboratore di giustizia siciliano. Venne rapito all’età di 12 anni nel 1993, torturato, ucciso e sciolto nell’acido nel 1996, dopo 25 mesi di prigionia, da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato. In un primo momento i familiari del piccolo cercò notizie ovunque, pensando anche a un incidente, ma, quando, l’1 dicembre 1993, giunse alla famiglia un biglietto con il messaggio “Tappaci la bocca” e con due foto del ragazzo con in mano un quotidiano del 29 novembre 1993, fu chiaro che il rapimento era finalizzato a spingere Santino Di Matteo – il padre – a ritrattare le sue rivelazioni sulla strage di Capaci e sull’uccisione dell’esattore Ignazio Salvo.

Adesso il sorriso di Giuseppe Di Matteo sarà impresso per sempre tra le vie di Aielli, famosa in tutto il mondo per i suoi murales colorati.

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