Omicidio Alessandro Neri, caso archiviato

Nessun colpevole per l’omicidio di Alessandro Neri: dopo 5 anni il giudice archivia il fascicolo. Gli indagati erano 4.
“Niente prove contro i 4 indagati”: con queste motivazioni, il gip di Pescara Nicola Colantonio, ha archiviato il caso dell’omicidio di Alessandro Neri, il 28enne di Villa Raspa di Spoltore trovato morto 5 anni vicino il torrente di Fosso Vallelunga tra Pescara e San Giovanni Teatino.
Alessandro Neri che gli amici chiamavano “Nerino”, aveva fatto perdere le sue tracce il 5 marzo 2018; i genitori denunciarono la scomparsa 2 giorni dopo. Era uscito di casa portandosi dietro circa 10 mila euro in contanti, la sua automobile, una 500 rossa cabrio, fu trovata in centro a Pescara. su via Mazzini. Furono i Carabinieri del Ris ad accertare come fu ripulita da qualcuno che voleva nascondere le proprie tracce, segnale che l’assassino poteva conoscere la vittima e, che probabilmente, era salito a bordo dell’auto senza timori. A causare la morte del giovane due colpi di pistola 7,65. Il prima lo aveva ferito all’addome e, poi, il secondo letale alla tempia. Per il sequestro di Neri e per il suo omicidio vennero indagati i fratelli Junior e Yordan Insolia, Vincenzo Innaro e Christian Di Tella. “Nessun addebito di responsabilità può muoversi nei confronti degli indagati: le risultanze dell’attività d’indagine, pur facendo emergere sospetti, non permettono di identificare i malfattori che realizzavano l’omicidio di Alessandro Neri”, ha scritto il gip nella richiesta di archiviazione.
Le prime indagini si concentrarono sulla pista familiare perché la mamma del giovane, tornata dal Sudamerica qualche anno prima per andare a lavorare con il figlio nella nota azienda vitivinicola del padre, dopo qualche tempo era stata allontanata dai familiari per alcuni dissidi e lasciata fuori dagli affari. Alessandro, ragazzo molto stimato nella sua cerchia di amicizie e conoscenze e ritenuto da tutti gli amici discreto e riservato, aveva cominciato ad occuparsi di aste online: comprava e rivendeva partite di merci e frequentava alcune persone coinvolte in giri di droga. Le indagini, nel 2018, presero due direzioni: una che riguardava queste problematiche familiari, l’altra relativa alle sue relazioni amicali e professionali. le indagini della Procura, portate avanti dai Ros e dai Carabinieri di pescara avevano portato ad acquisire anche alcuni elementi legati ad alcuni personaggi della malavita pescarese. Le ipotesi investigative vennero indirizzate anche su una pista legata al mondo della droga e del traffico di stupefacenti.Gli investigatori avrebbero sentito anche un ex collaboratore di giustizia che riferì di aver appreso notizie sulla morte di Neri da una terza persona (non indagata): anche qui le intercettazioni non portarono a nulla, anche se questa persona legava l’uccisione di Neri al mancato pagamento di debiti per la fornitura di una grossa partita di droga. Ma anche qui, nessun riscontro. Ma, “Gli accertamenti economici e relazionali effettuati in ambito familiare – scrive il giudice – davano esito negativo, mentre le indagini inerenti alle amicizie e alle frequentazioni della vittima palesavano che il Neri, da tempo, aveva stretto rapporti privilegiati con soggetti che erano soliti effettuare traffici illeciti di sostanze stupefacenti”.“In sede di interrogatorio – scrive ancora il gip – Insolia Junior rendeva dichiarazioni che inducevano a sospettare del coinvolgimento nell’omicidio da parte di altre persone”.Insolia – stando a quanto riporta Il Centro – sosteneva che i soggetti da lui indicati “comunque erano a conoscenza delle vicende e dei rapporti interpersonali che avevano determinato l’omicidio: tuttavia, le attività di intercettazione dei colloqui dei soggetti sospettati non davano riscontro alcuno alle dette propalazioni rese dall’Insolia”. “Deve ritenersi – scrive ancora il pm al gip nel chiedere l’archiviazione – che gli accertamenti compiuti in oltre quattro anni di indagini e l’enorme mole di elementi acquisiti non consentono di ascrivere la responsabilità dell’omicidio volontario di Alessandro Neri ad alcuno dei soggetti indagati”.
L’archiviazione comunque non esclude una riapertura delle indagini qualora dovessero emergere nuovi elementi che possano finalmente dare quella giustizia a un omicidio così efferato così come chiedono da 5 anni i genitori di Alessandro Neri, Paolo, disegnatore di gioielli, e della madre, Laura Lamaletto, che fa parte di una famiglia di imprenditori attivi in Venezuela, entrambi molto conosciuti nel capoluogo adriatico.