L'aquila

Nomina Domenico De Nardis, dopo il TAR il Comune ricorre al Consiglio di Stato

L'AQUILA - Dopo la sentenza del TAR che ha dichiarato illegittima la nomina di Domenico De Nardis quale dirigente ad interim del Settore Polizia municipale, il Comune ricorre al Consiglio di Stato. Intanto incarico temporaneo a Tiziano Amorosi.

L’AQUILA – Dopo la sentenza del TAR che ha dichiarato illegittimo il conferimento a Domenico De Nardis dell’incarico dirigenziale ad interim del Settore Polizia municipale, il Comune ricorre al Consiglio di Stato. Intanto incarico temporaneo a Tiziano Amorosi.

L’amministrazione comunale ricorrerà al Consiglio di Stato per impugnare la sentenza n.192/2023 con la quale il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo ha disposto l’annullamento del decreto sindacale n. 53 del 24.03.2021 di conferimento dell’incarico dirigenziale ad interim del Settore di Polizia Municipale all’avvocato Domenico De Nardis. È quanto dichiarato dall’assessore Laura Cucchiarella nel corso della Commissione comunale di Vigilanza e controllo convocata sul tema dal presidente Stefano Palumbo, anticipando il contenuto della delibera che nella stessa giornata sarà sottoposta all’attenzione della Giunta. Nel provvedimento, come previsto dal regolamento per l’ordinamento degli uffici e dei servizi, sarà inoltre disposto anche l’incarico temporaneo del dott. Tiziano Amorosi alla guida del Corpo, in qualità di direttore del dipartimento di riferimento.  “È stata fatta così chiarezza – sottolinea Palumbo – rispetto alla necessità di incaricare una nuova figura a capo del comando di polizia locale, ruolo rimasto vacante a seguito della sentenza del TAR, e alla volontà dell’amministrazione di ricorrere in appello e chiedere la sospensiva della sentenza di primo grado”.

La questione è nata nel momento in cui il Tar ha disposto l’annullamento del provvedimento con cui il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha conferito l’incarico di Dirigente ad interim del settore della Polizia municipale a Domenico De Nardis, Dirigente dell’Avvocatura, annullando anche la nomina di Luca Andreozzi – il ricorrente – quale Responsabile dell’ufficio supporto operativo. Il motivo alla base dell’accoglimento del ricorso da parte del Tribunale amministrativo regionale è che De Nardis non avrebbe i requisiti necessari per ricoprire la carica a lui conferita. Infatti, “il comando della Polizia municipale può essere assunto solo da personale appartenente ai ruoli del Corpo”, spiega il Tar nella sentenza, riferendosi ad una vigente norma regionale. De Nardis fu assunto in Comune a L’Aquila, all’origine, proprio come Ufficiale della Polizia municipale dopo aver vinto un Concorso pubblico, ma in quanto Avvocato è stato in un secondo momento nominato Dirigente dell’Avvocatura e, in seguito, Dirigente ad interim del Settore della Polizia Municipale.
Il problema, tuttavia, è complesso: poiché l’ente comunale si trova a dover rispettare, da un lato, la legge regionale che impone che il Dirigente del Settore della Polizia municipale sia una persona appartenente al Corpo, ma al contempo c’è un’ulteriore norma – in questo caso nazionale – che prevede la rotazione del dirigente ogni tre anni: ciò al fine di evitare incrostazioni ed eventuali rischi di corruzione. Nel caso del Comune dell’Aquila, tuttavia, risulta complicato individuare più figure dirigenziali appartenenti al Corpo, così da garantire, per effetto della legge della rotazione, il ricambio di ruolo dopo 3 anni.
Non solo L’Aquila. La norma regionale, in realtà, mette in difficoltà numerosi Comuni: in particolare quelli meno grandi. Per questo molti enti comunali adottano la soluzione dell’incarico ad interim, affidando al Dirigente l’attività amministrativa del Settore, su proposta dei funzionari responsabili amministrativi. Rischierebbe di risultare altresì contro la normativa anche affidarsi ad un dirigente esterno, poiché sarebbe nominato attraverso un atto di fiducia del sindaco.
Possibile soluzione potrebbe essere, allora, bandire un concorso per un incarico di Comandante della Polizia municipale a tempo indeterminato: provvedimento che risulterebbe, di fatti, in contrasto con le norme nazionali sulla rotazione e sull’anticorruzione.
Un intricato labirinto normativo, insomma, che pone dinanzi ad un Comune “medio” – in termini di personale dirigenziale – come quello dell’Aquila un problema complesso in fatto di assolvimento degli obblighi normativi, tra rigide leggi regionali e nazionali.

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