Variante Cermone, arrivato il nuovo parere: a breve i lavori

La variante Cermone si farà: arrivato il nuovo parere sollecitato dall’Anas.
La variante Cermone, lungo la statale 80 si farà. Dopo il sì del consiglio di Stato dell’anno scorso che ha ribaltato la sentenza del Tar – che aveva dato ragione al parere negativo della Soprintendenza – è arrivato, sollecitato dall’Anas, il nuovo parere con le prescrizioni cui Anas dovrà attenersi per i lavori che ora possono regolarmente partire.
Il progetto per la variante del Cermone nasce dopo il sisma del 6 aprile 2009 – su proposta dell’allora assessore Pietro Di Stefano – come conseguenza della necessità di rimodulare la viabilità nel territorio proprio a seguito del terremoto. Il progetto definitivo di questo ultimo tratto, di circa 1 km è arrivato a fine 2012 e prevedeva anche delle opere di riqualificazione archeologica tra cui il rifacimento del piano viabile della S.S. 80, l’installazione di segnaletica di indicazione dei siti di interesse archeologico e la sostituzione e rimozione di barriere incidentate con barriere in legno. Sull’iter per la realizzazione dell’opera indagarono i Carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale, in particolare sull’applicazione del procedimento per la verifica preventiva dell’interesse archeologico. Nel 2019, ad indagini concluse, l’Anas chiese alla Soprintendenza il rinnovo dell’autorizzazione che, disse no alla richiesta. A quel punto, Anas ha impugnato il parere: in primo grado, il Tar aveva rigettato le richieste dell’azienda che sono state accolte, invece, dal Consiglio di Stato. Secondo i giudici, “nel corso del nuovo procedimento di valutazione, la Soprintendenza doveva tenere conto delle modificazioni fattuali e giuridiche medio tempore intervenute e poteva pervenire ad una diversa valutazione. Ma nel caso oggetto di questa causa risulta che si tratti della medesima area e del progetto identico; inoltre non sono intervenuti nuovi strumenti di tutela paesaggistica che avevano dato luogo al parere favorevole precedente, come la stessa Soprintendenza conferma nel provvedimento gravato. Se la cornice giuridica sulla quale la Soprintendenza si era dovuta pronunciare con il rilascio dell’originaria autorizzazione non era cambiata, restando immutato anche il progetto dell’opera e la relativa situazione di fatto, non sussisteva una ragione per esprimere un parere di segno opposto al precedente. Non trovando nel parere nessuna ulteriore motivazione perché la Soprintendenza sia giunta a esiti contrari alla precedente valutazione (soprattutto in merito alla normativa mutata o deroghe specifiche), una successiva statuizione è da considerare come integrazione postuma dell’impianto motivazionale dei rispettivi provvedimenti, ipotesi non ammessa dall’ordinamento”.
Adesso, potranno cominciare i lavori.