Lutto

Addio a Raffaele Colapietra, l’ultimo saluto: camera ardente in Consiglio regionale

L'AQUILA - Venerdì 28 aprile i funerali di Raffaele Colapietra, l'illustre storico scomparso all'età di 92 anni. Camera Ardente in Consiglio regionale.

L’AQUILA – Venerdì 28 aprile i funerali di Raffaele Colapietra, l’illustre storico scomparso all’età di 92 anni.

Si terranno presso la chiesa di San Silvestro domani, venerdì 28 aprile, alle 15,30 i funerali di Raffaele Colapietra, studioso e storico aquilano, professore universitario in quiescenza fin dagli anni ’90. A partire dalle ore 10 e fino alle 14 dello stesso giorno, sarà allestita la Camera Ardente presso la Sala Spagnoli del Consiglio regionale.
Molto legato alla sua città, il professor Colapietra non perdeva mai l’occasione di esprimere il suo pensiero, senza risparmiare critiche verso chi aveva scelto di abbandonarla e sottolineando la stasi culturale iniziata, a suo dire, ben prima del sisma del 2009.  Nel 2020 aveva ripercorso la storia della città dell’Aquila nel libro “Intervista sull’Aquila”, curato da Marta Vittorini. La sua figura e il suo nome sono principalmente legati alla biografia politica di Benedetto Croce, pubblicata in due volumi tra il 1969 e il 1971.

Come riporta la sua biografia sul portale Deputazione abruzzese di Storia Patria, Raffaele Colapietra è nato all’Aquila nel 1931, si è laureato a Roma nel 1952 con una tesi in Letteratura italiana, relatore Natalino Sapegno, sulla prosa di Galilei, che gli è valsa l’ottenimento di una una borsa di studio presso l’Istituto italiano per gli studi storici fondato a Napoli da Benedetto Croce, per il successivo anno accademico.
Ha insegnato come titolare di materie letterarie nella scuola media inferiore dal 1956 al 1966 a Torre Annnunziata, Portici e Roma.
Libero docente in Storia del Risorgimento nel 1965, ha insegnato Storia dei partiti e movimenti politici nella facoltà di Magistero di Messina e dal 1969 al 1990 prima la medesima materia e subito dopo, ed a lungo, Storia moderna nella facoltà di Magistero di Salerno, tornando nel frattempo a insegnare Storia dei partiti e movimenti politici per supplenze biennali nelle facoltà di Scienze politiche di Catania e Teramo.
Nel 1990 si è volontariamente dimesso dall’università e, in quiescenza, si è ritirato a vita privata, senza aver fatto parte né prima né in seguito di alcuna società o accademia se non della Deputazione abruzzese di Storia patria in qualità di socio e poi di deputato, rispettivamente dal 1966 e dal 1973. Nell’anno 2004, nella ricorrenza della nascita della sua defunta madre, Enzo Fimiani ed Errico Centofanti hanno curato Raffaele Colapietra l’uomo lo studioso il cittadino (L’Aquila, 2004) da cui si ricava l’essenziale per intendere ciò che precede, arricchito da una bibliografia di 1336 voci complessive.

In ambito nazionale vanno segnalate le seguenti opere maggiormente significative:

  • Leonida Bissolati (Milano, 1958),
  • Il Novantotto. La crisi politica di fine secolo 1896-1900 (Milano-Roma, 1959),
  • Vita pubblica e classi sociali nel Viceregno napoletano 1656-1734 (Roma, 1961),
  • Napoli tra dopoguerra e fascismo (Milano 1962),
  • La Chiesa tra Lamennais e Metternich. Il pontificato di Leone XII (Brescia, 1963),
  • La formazione diplomatica di Leone XII (Roma, 1965),
  • Felice Cavallotti e la democrazia radicale in Italia (Brescia, 1966),
  • Benedetto Croce e la politica italiana, voll. 2 (Bari Santo Spirito, 1969 e 1970),
  • La lotta politica in Italia dalla liberazione di Roma alla Costituente (Bologna, 1969),
  • La dogana di Foggia: storia di un problema economico (Bari Santo Spirito, 1972),
  • Problemi monetari negli scrittori napoletani del Seicento (Roma, 1973),
  • Storia del Parlamento italiano, voll. VIII e IX (Palermo, 1975 e 1976),
  • 1915-1945. Trent’anni di vita politica nel Molise (Campobasso, 1975),
  • La Capitanata nel periodo fascista 1926-1943 (Foggia, 1978),
  • L’amabile fierezza di Francesco d’Andrea. Il Seicento napoletano nel carteggio con Gian Andrea Doria (Milano, 1981),
  • I Sanseverino di Salerno. Mito e realtà del barone ribelle (Salerno, 1985),
  • Errico De Marinis: dalla sociologia alla politica (Salerno, 1994),
  • Baronaggio, umanesimo e territorio nel Rinascimento meridionale (Napoli, 1999).

In ambito regionale abruzzese vanno segnalate le seguenti opere maggiormente significative:

  • La Cassa di Risparmio dell’Aquila 1859-1960 (Napoli, 1973, rist. L’Aquila, 2010),
  • Fucino ieri 1878-1978,(Avezzano, 1978, rist. 1989),
  • L’Aquila dell’Antinori. Strutture sociali ed urbane della città nel Sei e Settecento, voll. 2 (L’Aquila, 1978, rist. 2002),
  • Pescara 1860-1960 (Pescara, 1980),
  • Spiritualità coscienza civile e mentalità collettiva nella storia dell’Aquila (L’Aquila, 1984, rist. Lanciano 2009),
  • Gli Aquilani d’antico regime davanti alla morte 1535-1780 (Roma, 1986),
  • Palazzi storici e piazze d’Abruzzo (Cerchio, 1995),
  • Per una rilettura socio-antropologica dell’Abruzzo giacobino e sanfedista (Napoli, 1995),
  • Mario Chini l’opera, l’autobiografia, il carteggio (Messina, 2006),
  • C’è modo e modo di essere aquilano, voll. 2 (Salerno, 2006),
  • Antonio Panella e la cultura storica toscana del Novecento (Messina, 2010).
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